Piscedda, termina l'avventura dell'Italia B. L'ex Lazio: "Torno a fare l'osservatore"

20.07.2020 10:45 di  Valerio De Benedetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Piscedda, termina l'avventura dell'Italia B. L'ex Lazio: "Torno a fare l'osservatore"
© foto di Federico Gaetano

Massimo Piscedda, ex calciatore della Lazio, da tempo è entrato a far parte del giro dei selezionatori delle nazionali azzurre. Dal 2011 fino a qualche mese fa ha avuto il compito di guidare la B Italia, la formazione Under 21 composta di giocatori di Serie B e C, un progetto che è però giunto al termine. Lo stop non ha comunque fermato il tecnico, che prosegue nel suo lavoro di osservatore sempre all’interno della federazione, e ai microfoni de La Giovane Italia ha raccontato il suo ruolo di scopritore di giovani talenti.

Mister, il progetto della B Italia è terminato. Come si è arrivati a questa decisione? E che bilancio trae da questa esperienza?
“Dopo l’addio di Abodi non esiste più la B Italia: abbiamo partecipato a dei tornei che dovevamo finire e li abbiamo vinti, ma è stata la nostra ultima esperienza. Tramite Balata mi è stato fatto sapere che la Lega Serie B non aveva intenzione di proseguire in questo percorso, non so se per una questione legata ai costi o all’effettivo interesse della federazione. Reputo questi quasi dieci anni molto positivi: ci siamo identificati come una nazionale di Serie B e i ragazzi erano contenti di venire a giocare i tornei e a partecipare. Evidentemente non sono state recepite le nostre posizioni. Da adesso sono tornato semplicemente a rivestire il ruolo di osservatore".

Come vi state ponendo nel riprendere le attività di scouting in questo momento?
“È ancora tutto un po’ in dubbio, dobbiamo adeguarci a cosa ci viene detto. Lo scouting è una questione delicata e soprattutto ha bisogno di tempo per valutare con attenzione un calciatore. In questo momento non siamo ancora in grado di svolgere il nostro lavoro. Facciamo spesso videoconferenze, restando così aggiornati da un punto di vista tecnico, ma ancora manca il fondamentale lavoro visivo".

Sono tanti anni che svolge questa attività. Quali sono secondo lei le cose più importanti per portare avanti al meglio questo lavoro?
“Non mi reputo il più bravo del settore, ma di sicuro, dopo vent’anni di esperienza, alcune cose le ho capite e penso che la cosa più importante sia riconoscere il talento e restare al passo coi tempi. Nel corso di questi anni mi sono reso conto che sono cambiate le qualità che si cercano in un giocatore, e bisogna restare al passo, capire quali sono ora gli standard richiesti. In Europa, per esempio, serve essere forti tecnicamente, strutturati fisicamente ed essere pronti a spendersi tanto. Il calciatore italiano è tatticamente forte, dotato di ottima resistenza. Qui abbiamo tante ottime strutture e tanti ragazzi completi in ogni aspetto, ma riconoscere il talento e capire se un giocatore ha quel qualcosa in più per emergere non è un compito semplice".

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