Caos scommesse, Fagioli può sperare in una riduzione della pena: la situazione

RASSEGNA STAMPA - La serenità di questo sabato presso la sede della Figc non è altro che la classica quiete prima della tempesta. Mentre in Via Campania è tutto chiuso per il weekend, a casa Chinè c'è chi lavora sul pesante e ampio fascicolo che ha tra le mani. Il caos scommesse impazza in Italia, la paura e la fibrillazione dominano all'uscita di ogni nuovo individuo: in poche settimane è scoppiato l'ennesimo caso degli ultimi anni. Il primo giocatore a esser stato tirato in ballo è stato Nicolò Fagioli della Juventus. Come rivelato dai suoi stessi legali il centrocampista si è autodenunciato alla Procura, mettendosi subito a disposizione per collaborare e patteggiare.
Il patteggiamento la chiave
In questa fase iniziale delle indagini proprio il patteggiamento, come riporta La Gazzetta dello Sport, assume un peso specifico non indifferente. Essendo ancora in una fase antecedente rispetto al deferimento si può arrivare ad avere uno sconto della pena del 50%, che si ridurrebbe a un terzo nel caso in cui il tutto venisse rimandato a deferimento avvenuto. Questa sarebbe la strategia assunta da Fagioli e dai suoi legali, nell'obiettivo di non incappare in una pena troppo pesante. Il patteggiamento sembrerebbe ormai in dirittura di arrivo, a meno di intoppi che possano complicare ulteriormente la situazione.
"Non ho mai giocato la Juventus"
Fagioli era conscio che, scommettendo sul calcio, andava a infrangere l'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportivo. Un'infrazione che prevede una pena di minimo tre anni e un'ammenda che parte dai 25.000€. Dalla sua, però, Fagioli ha ancora tre assi da potersi giocare per evitare una sanzione significativa. La prima mossa è stata quella dell'autodenuncia che già di suoi conferisce uno sconto della pena; la seconda è quella di aver permesso di evitare una squalifica a 5 anni perché il giocatore ha avuto la decenza di non scommettere mai sulla Juventus, squadra proprietaria del suo cartellino. E la terza? La collaborazione, ovviamente. Aiutando la Procura nelle indagini, garantendogli di fornire indicazioni in merito alle situazioni di cui è a conoscenza e offrendo ogni dettaglio sul suo caso.