Picault accusa: "A Cagliari l'allenatore mi chiamava scimmia"

Quello che stiamo vivendo è un periodo particolare non solo per la pandemia in atto ma anche per le tantissime rivolte in America e in Europa contro il razzismo. Ed è proprio un brutto episodio di razzismo quello che ha reso noto Fafà Picault, ex Primavera del Cagliari, che oggi gioca in MLS. Il calciatore ha infatti raccontato come, nel periodo in cui ha transitato in Sardegna, l’allenatore e anche i suoi compagni si siano resi protagonisti di episodi di bullismo e razzismo a causa del colore della sua pelle.
“Il nostro allenatore, all'epoca con la squadra riserve, era probabilmente una delle peggiori persone che abbia mai incontrato. Ho dovuto affrontarlo tutti i giorni, mi chiamava scimmia o mi diceva che dovevo tornare nella giungla in Africa, che i giocatori neri non hanno tecnica. 'Sei veloce, vai a correre, ti abbiamo portato qui per correre”. E sui compagni: “A volte mi ritrovavo adesivi con le scimmie sul mio armadietto e mi prendevano a pugni anche due volte a settimana".
PICAULT CORREGGE IL TIRO, MELIS SMENTISCE - Lo stesso giocatore poi in una storia su Instagram ha corretto le sue dichiarazioni: "Voglio chiarire quello che ho detto ieri sul mio allenatore e alcuni miei compagni, non riflette tutto il tempo che ho passato in Sardegna, torno lì ogni anno, ho i miei migliori amici e ci passo un mese e mezzo all'anno. Sono cose che mi sono realmente successe, che andrebbero discusse, ma non per compatirmi, non ho bisogno della pietà di nessuno. Ora non è il momento di colpire un intero club, dobbiamo solo guardarci allo specchio individualmente e capire cosa possiamo fare meglio". Smentite che sono arrivate anche dall'allora tecnico Melis che ha detto che il calciatore ha toppato alla grande con queste dichiarazioni. Il mister ci ha tenuto a spiegare che non si sarebbe mai comportato così e che non avrebbe permesso nemmeno gli atteggiamenti descritti dai compagni di squadra del calciatore.
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