Lazio, ti presento Reina: il figlio d'arte, talvolta attore... con la mania per la benzina

Dietro al portiere stimato da tanti addetti ai lavori, c'è davvero molto di più: attore, imprenditore e padre di famiglia, con una mania per la scaramanzia.
24.08.2020 07:30 di  Elena Bravetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Elena Bravetti - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, ti presento Reina: il figlio d'arte, talvolta attore... con la mania per la benzina

Un altro spagnolo è pronto ad approdare in quella che sta diventando, nel corso degli anni, una vera colonia iberica. Dopo Luis Alberto, Jony, Raul Moro Patric, è il momento per Pepe Reina di indossare la maglia biancoceleste. Alle sue spalle una lunga carriera tra le fila di Barcellona, Liverpool, Bayern Monaco, Napoli e Milan. Ma dietro al portiere stimato da tanti addetti ai lavori, c'è molto di più. Calciatore "predestinato" con una vera mania per la scaramanzia, padre di famiglia, imprenditore, ma anche attore. In ordine di importanza, va segnalata la presenza al suo fianco della moglie Yolanda Ruiz, con la quale ha coronato il proprio sogno d'amore il 19 maggio del 2006. Con la spagnola, seguita su Instagram da più di 35 mila followers, ha creato una famiglia numerosa, composta da cinque figli: Sira, Thiago, Luca, Grecia e Alma. Cinque bambini arrivati contro ogni pronostico. Il motivo l'ha svelato lo stesso Pepe in un'intervista a cuore aperto di qualche anno fa: "Avevo un problema ai testicoli, che causava sterilità. Il dottore ci aveva detto che non avremmo potuto avere figli naturalmente, che conveniva adottarli". Un duro colpo per la coppia e per il calciatore, che inserisce questo colloquio tra i momenti più brutti della propria vita. 

LA VITA DI UN "RACCOMANDATO" - La passione per il calcio nasce subito, da bambino. Anche perché il padre di Pepe è Miguel Reina, ex Cordoba e Barcellona. Quando il portiere nasce, il papà ha già concluso la propria carriera, ma in casa si respira ancora aria di "futból". Un aspetto positivo, fondamentale per la crescita del classe '82, ma che gli causò non pochi problemi. Gli inizi al Barcellona furono complicati proprio per la pesante eredità lasciata da Miguel, che costò a Pepe le indiscrete occhiate di chi credeva fosse stato "raccomandato" dal padre, che solo per il proprio cognome veniva tenuto in maggiore considerazione. 

PASSIONE RECITAZIONE - Pepe Reina è, indiscutibilmente, un uomo dalle mille risorse. Ed ecco allora che, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare vedendolo difendere la porta della propria squadra, sul suo curriculum ci sono anche dei ruoli da attore. Si tratta di un piccolo spot per una società di assicurazioni e del cortometraggio "Invictus, el correo de Cesar", diretto da Javier Fesser, che ha pensato per lui la parte del messaggero dell'imperatore. Piccoli impegni che, tuttavia, confermano le sue caratteristiche da showman, che l'hanno portato a essere definito la vera anima del gruppo in qualsiasi squadra abbia messo piede. 

TRA PRESENTE E FUTURO - Il futuro di Pepe Reina è già scritto. Il portiere non ha mai nascosto la volontà, una volta appesi gli scarpini al chiodo, di cimentarsi nel ruolo di allenatore. Nel presente, oltre a vestire i panni di calciatore, è anche un imprenditore. Lo spagnolo, appena arrivato il debutto in "Primera" quando aveva 18 anni, ha fondato un'azienda di rappresentanza e consulenza tecnica di atleti. Impresa di cui fa parte anche la moglie Yolanda e che, nell'arco di questi anni, gli ha fruttato circa 4 milioni di euro. 

IL RAPPORTO CON LA SCARAMANZIA - In attesa di nuove sfide, l'estremo difensore è ora pronto a ritagliarsi un ruolo importante nella squadra guidata da Simone Inzaghi. E, indubbiamente, anche con la maglia della Lazio addosso, seguirà in maniera puntuale i suoi rituali scaramantici, vere costanti nella sua carriera. Prima di ogni gara, ad esempio, Pepe si reca a un distributore di benzina per far rifornimento alla sua macchina. Anche nel caso in cui all'automobile sia stato già fatto il pieno. Bastano anche cinque euro: per Reina è un appuntamento fisso, da non saltare neanche una volta. I precedenti, effettivamente, gli hanno dato ragione. Per non parlare di tutte le attenzioni da tenere una volta fatto l'ingresso in campo. Prima di raggiungere la porta, passa la linea che delimita il terreno di gioco facendo due salti con la gamba destra, per poi dare il pugno ai quattro difensori della squadra, partendo dal laterale sinistro. E una volta raggiunti i pali, tocca quello destro con le mani mentre gli dà alcuni colpi con gli scarpini. E non è finita qui. Perché prima di collocarsi nel posto giusto, fa sei passi verso l'area piccola e sei verso il dischetto del calcio di rigore. L'ultima parte del rituale, però, è tutta per la moglie: "La cerco sulle gradinate. Una volta trovata, sono tranquillo. Possiamo iniziare".

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Pubblicato il 23/08 ore 19:30