FOCUS - Ecco chi è Bielsa: il pazzo allenatore che ha stregato Lotito

A quanto pare a Formello ne sono certi: serve un nome di spessore per ripartire. Lo testimoniano i nomi fin qui trattati o comunque usciti su radio mercato: da Cesare Prandelli a Frank de Boer, passando per Manuel Pellegrini fino ad arrivare a Marcelo Bielsa. Nelle ultime ore sembra essere lui in pole per la panchina della Lazio. Un’idea affascinante, i contatti già sono avviati, l’argentino ha voglia di rimettersi in gioco dopo un anno di inattività. Ma chi è l’uomo che ha attirato le attenzioni di Lotito?
TORO LOCO - Un passato da difensore, a 25 anni ‘palla o gamba’ già non è più la sua filosofia, meglio fare l’allenatore. Dieci anni tra le giovanili e la prima squadra del Newell’s Old Boys, poi il Messico con Atlas e América e ancora a Buenos Aires al Vélez. L’ufficio dell’Espanyol lo accarezza e basta, meglio rispondere alla Nazionale Argentina. Infine Cile, Athletic Bilbao e Olympique Marsiglia. Da un anno sta fermo. Ma che fa Bielsa? Niente, aspetta la chiamata giusta.
FILOSOFIA - In Italia l’ultima volta c’è stato a marzo del 2015, quando ancora era sulla panca di Marsiglia. A Coverciano, con una tuta e una maglia nera, ha dato lezione ai tecnici italiani sul suo modo di giocare. Nel calcio ci sono 28 moduli, parola sua. A Formello ne basterebbe uno per vincere e convincere. El Loco di cose da raccontare ne ha, soprattutto sul pallone. Da tutti è considerato un guru, uno studioso, un matematico. La fase difensiva è basata sugli anticipi dei centrali, poi i movimenti senza palla, il guardare nello spazio, stare alti e attaccare in 8. Modulo preferito? Il 4-3-3, ma occhio agli altri 27, soprattutto quelli che contengono la difesa a 3. Filosofo del calcio ma anche psicologo: “Esiste la sconfitta che serve e la vittoria che non serve a nulla”. Date una laurea a quell’uomo.
PAZZIA O GENIALITÀ - Chiaro, il limite tra le due situazioni è sottile. Ma spesso quando questi due tratti coincidono esce fuori un mix che funziona. Bielsa viene chiamato El Loco, il pazzo, per le sue tante e stravaganti storie. In Argentina durante i suoi inizi da allenatore non c’era una tribuna per osservare i suoi ragazzi dall’alto. Così saliva su di un albero con blocco note e pena. Il vento come nemico, una folata e tutto cadeva a terra. L’allenamento si interrompeva, Marcelo scendeva per raccogliere tutti i fogli e poi tornava al suo posto, tra le chiome di un albero. Oppure quella volta che si svegliò di notte e mise in opera nel suo giardino di casa cuochi e camerieri per provare lo schema del giorno dopo. Tempo fa Tomás Abraham, scrittore argentino, scriveva di lui: “È burbero e sfuggente, posseduto dalla sua propria mente, pazzo per il calcio, sicuro della sua verità, innovativo, una personalità attraente perché incorruttibile”. Che avrà detto patron Lotito quando ci ha parlato al telefono? A Roma c’è una squadra da rifondare, serve uno con il manico giusto e pure un po’ matto.
L’ATTESA - La calma piatta favorisce un personaggio come Bielsa, un mister X uscito dal nulla. Difficile capirne di più, l’argentino non concede interviste, mai l’ha fatto in vita sua. Come comunicatore vale poco, alla Lazio dovranno correre ai ripari. Solo in conferenza si scioglie: tiene delle vere e proprie lezioni che durano anche 40 minuti. E ai superstiti ancora seduti in sala stampa nemmeno un premio. Adesso bisogna scegliere, Bielsa è un profilo che affascina in tutti i sensi. Lotito dovrà fidarsi del suo fiuto e pensare un po’ come il padre di Alice nel Paese delle Meraviglie: “Tutti i migliori sono matti”.