Varsavia, l'incubo è finito: liberi gli ultimi due tifosi!

Pubblicato ieri alle 07:00
29.01.2014 07:30 di  Andrea Centogambe  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Centogambe - Lalaziosiamonoi.it
Varsavia, l'incubo è finito: liberi gli ultimi due tifosi!
© foto di Lalaziosiamonoi.it

AGGIORNAMENTO 29/12 ORE 07:30 - Si infittisce il giallo dei tifosi laziali arrestati in Polonia. Infatti, con una decisione destinata a riaprire il «caso-Varsavia», i giudici hanno ieri cassato la sentenza decretandone l’annullamento. Quindi, almeno fino al termine del nuovo processo, Buttinelli, De Paolis e Corsino sono stati per circa due mesi dietro le sbarre delle patrie galere polacche da innocenti. «Un provvedimento che ripristina tardivamente la verità – dichiara in esclusiva a Il Tempo l’avvocato Privitera – ora attendiamo i prossimi sviluppi per ottenere totalmente giustizia». La detenzione è finita, ma la storia è destinata a continuare a lungo.

AGGIORNAMENTO ORE 13.15 - Matteo e Daniele sono liberi! In anticipo rispetto al previsto, alle 12 hanno abbandonato il carcere di Bialoleka. Ad abbracciarli all'uscita la famiglia, i parenti e tanti amici. L'inferno dietro le sbarre è terminato, anche gli ultimi due tifosi laziali detenuti possono tornare a casa.

Finalmente l'epilogo, sofferto, atteso, bramato. Quest'oggi, infatti, lasceranno il carcere di Bialoleka Matteo Buttinelli e Daniele De Paolis, gli ultimi due tifosi laziali detenuti nel carcere di Bialoleka. Stavolta non ci saranno sgradite sorprese (saranno scarcerati per decorrenza dei termini di custodia cautelare), Matteo e Daniele potranno riassaporare la libertà dopo 61 giorni trascorsi da quel maledetto 28 novembre. Ci saranno gli amici e i familiari ad attenderli, che prontamente si sono recati in quel di Varsavia, non potevano fare altrimenti. Alle ore 18 saranno tutti lì, puntuali, per cercare di recuperare il tempo perso.

L'INCUBO È FINITO – La fine è giunta, il principio è ormai alle spalle. Sbiadisce l'istantanea dell'assurda retata che portò al fermo di 150 ragazzi, poi smistati in 18 commissariati diversi. Zlota 59, la via dell'Hard Rock Cafè dove tutto iniziò, ricorda a stento i volti dei tifosi laziali. Che invece quel 28 novembre non se lo dimenticheranno mai. Tra udienze, assurdi cavilli burocratici e istanze di scarcerazione respinte, i 23 ragazzi arrestati hanno vissuto una vera e propria Odissea che a tratti è parsa insostenibile. Si sono fatti forza l'un l'altro i supporters biancocelesti, hanno fatto gruppo come una grande famiglia senza mai perdersi d'animo. Fuori da quelle mura, le famiglie si sono dannate per giorni alla ricerca di una soluzione, la più rapida per riabbracciare al più presto il proprio figlio, nipote, fratello. Nel frattempo in Italia, l'assordante quanto ingiustificato silenzio delle istituzioni la faceva da padrone incontrastato. Ma finalmente ecco l'epilogo, sofferto, atteso, bramato.