Caso tamponi, Pulcini: "Impianto accusatorio basato su falsi positivi..."

Ivo Pulcini prova a fare chiarezza sul caso tamponi che ha visto la Lazio nell'occhio del ciclone un anno fa. Il medico biancoceleste spiega, in un articolo a sua firma sulle pagine de Il Corriere dello Sport, di come il club abbia seguito scrupolosamente il protocollo. Il dottore spiega che nessun calciatore positivo o dubbio positivo ha giocato o si è allenato con i compagni. Pulcini spiega che tutti i casi "dubbi" siano stati sottoposti a Tac al torace, Ecg dinamico (Holter delle 24 ore), Ecg a riposo e con cicloergometro a 300 Watt (50×2), Spirometria, esami del sangue e delle urine e soprattutto un accurato esame clinico obiettivo. Si passa poi ai casi incriminati e spiega come un calciatore, positivo alle 9 del mattino, sia stato poi negativo a tre tamponi successivi e a un sierologico. Nonostante ciò è stato isolato con il medico che ha provato a contattare senza ricevere risposta il responsabile medico della UEFA, il comitato scientifico della FIGC e perfino un membro della Procura Federale per capire come comportarsi in una situazione non presente nel protocollo. Un tampone positivo seguito da uno negativo rende il primo negativo. Inoltre, per legge, la comunicazione alla ASL spetta al laboratorio che scopre per primo l’eventuale positivo. Solo se la ASL interviene bisogna rispettare ogni provvedimento, che nel caso di specie non c’è mai stato, per nessun giocatore.
Pulcini continua nel suo racconto spiegando che i tamponi del 26 ottobre fossero tutti negativi e che sono stati analizzati anche da consulenti scientifici specializzati. Persino i falsi positivi, quindi, avrebbero potuto giocare con il Bruges, con il Torino e con la Juventus. Il medico aggiunge: "Purtroppo l’impianto accusatorio è basato non su tamponi positivi accertati dal medico, come è giusto e come prevede la legge, ma su tamponi dubbi o, meglio, falsi positivi contro circa 70 tamponi negativi fatti ogni 4 giorni dal 22 maggio al 26 ottobre 2020. Se la domanda è sbagliata...".