Lazio - Feyenoord e l'eterna sfida tra Miha e van Hooijdonk, geni delle punizioni

Lazio - Feyenoord a colpi di punta: Immobile vs Danilo, almeno per quanto riguarda la sfida di questa sera allo Stadio Olimpico. Una volta questo match era il palcoscenico dei cecchini su calcio di punizione, Sinisa Mihajlovic da una parte, Pierre van Hooijdonk dall'altra.
Come ricorda la consueta rassegna di Radiosei (speciale CdS "Il Cuoio), il serbo è cresciuto calciando il pallone per interi pomeriggi contro il garage di casa, con tanto di lamentele dei vicini. Così è arrivato a prendersi un posto d'onore nella walk of fame dei tiratori su punizione in Serie A, confezionando in questo modo ben 28 gol, al pari di Pirlo. Sinisa è cresciuto calcisticamente e umanamente a Genova, dove si è consacrato tra i i migliori tiratori che la massima serie italiana abbia mai visto. Le sue bombe erano addirittura studiate nelle università: 160 km/h, di destro e di sinistro, lato lungo o lato corto dell'area. Quelle punizioni erano gol. Alla Lazio segna la prima rete in Champions sul campo del Leverkusen, ovviamente di punizione, indimenticabile anche quella in finale della Coppa dei Campioni poi vinta con la Stella Rossa nel '91. Il segreto? "Non ho bisogno di una rincorsa lunga per calciare forte", ha ammesso lo stesso Sinisa.
Dall'altra parte van Hooijdonk è l'opposto: rincorsa laterale, passi lunghi, tiro ad effetto, eppure anche quel pallone entrava sempre. Uno stile inimitabile, un marchio di fabbrica. Tra le sue vittime anche Buffon nella gara d'esordio in Champions nel 2002/2003. Il suo gol più bello? In finale di Coppa Uefa contro il Dortmund quattro mesi prima.