Lazio, Sarri vuole tornare “Mister 33”: in ritiro spazio a corner e punizioni

RASSEGNA STAMPA - Maurizio Sarri è deciso a riportare efficacia nelle palle inattive, un'arma che in passato ha saputo sfruttare con grande abilità. Durante il ritiro, a Formello, quasi ogni seduta si chiude con esercitazioni mirate su punizioni indirette e calci d’angolo. In assenza di Zaccagni, appena rientrato in gruppo, a incaricarsi delle battute sono spesso Rovella, Cataldi, Tavares e Pellegrini: due registi e due terzini sinistri, tutti molto coinvolti in queste prove ad alta intensità e precisione.
Il lavoro è minuzioso, quasi maniacale, con sedute supplementari e attenzione ai dettagli. Sarri, infatti, come racconta il Corriere dello Sport, prima di diventare il “Comandante”, era conosciuto come “Mister 33”, soprannome nato nei dilettanti e affibbiatogli dal giornalista Fabrizio Ferrari per via dei tanti schemi preparati sui calci piazzati. Una leggenda racconta persino di uno “schema Loris” che disorientò tanto gli avversari da portarli a subire gol cercando invano chi fosse questo fantomatico giocatore. "In realtà – spiegò poi Sarri – dissi per scherzo che ne avevamo 33, ma da lì nacque il soprannome".
Nella stagione scorsa, sotto la guida di Baroni, la Lazio ha fatto un netto salto di qualità nei calci da fermo: 15 gol complessivi tra campionato e coppe, senza contare i tap-in successivi a punizioni respinte. Un numero quasi raddoppiato rispetto agli 8 della stagione precedente con Sarri, Martusciello e Tudor. Solo 4 le reti da piazzato sotto la guida del tecnico toscano, tra cui il celebre colpo di testa di Provedel contro l’Atletico Madrid.