L'AVVERSARIO - Chievo Verona: dai campi polverosi di provincia alla Champions League

Pubblicato alle 19:54
16.09.2012 06:00 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
L'AVVERSARIO - Chievo Verona: dai campi polverosi di provincia alla Champions League
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© foto di MB/TuttoChievoVerona.it

Il Chievo Verona è l’unica squadra ad aver compiuto l’intera trafila dai polverosi campetti di periferia alla Serie A: una scalata impressionante, frutto del lavoro e della passione di personaggi fattivi e non includenti idealisti, frutto della spinta di una città immersa nello sport e nella cultura. L’Opera Nazionale Dopolavoro Chievo nasce nel 1929 nell’omonimo quartiere della città. E’ una frazione che attualmente conta 2500 abitanti, si affaccia sulle sponde del fiume Adige, la denominazione proviene dal latino “clivius mantici”, letteralmente collina del bosco mistico. Questo piccolo quartiere è stato reso celebre per aver ospitato le ultime gesta del pittore e scultore futurista Umberto Boccioni e per la squadra di calcio, per l’appunto. Nei suoi primi di attività svolge soprattutto opera di intrattenimento dopolavoristico, indipendente da organi federali, e prosegue sino al 1936, costretta alla chiusura per problemi finanziari. Era un’ Italia in piena era fascista, le organizzazioni nascevano e morivano un po’ ovunque, l’attività fisica e di gruppo inserita in un contesto di accaparramento del consenso consentivano al regime di distogliere l’attenzione da problematiche strutturali.

STORIA – Nel 1948 nasce l’AC Chievo, società che si iscrive al campionato di Seconda Divisione. Nella città di Romeo e Giulietta si respira aria di rinascita, il desiderio di lasciarsi alle spalle gli anni bui del conflitto. Nel 1964 Luigi Campedelli assume le redini della società. E’ il proprietario della casa dolciaria Paluani, nota soprattutto per la produzione di panettoni e pandori, ritornerà alla presidenza nel 1990 ponendo le basi la scalata nel grande calcio. Due anni più tardi infatti, il figlio Luca rileva la presidenza dopo la morte del padre per un attacco cardiaco. Nel 1994 viene promosso come allenatore della prima squadra un veronese doc, tale Alberto Malesani, il vice di Carlo De Angelis. Malesani con le sue idee innovative trascina i ragazzi fino alla storia promozione in cadetteria. La squadra scopre il fascino del derby con l’Hellas, una certa aurea di curiosità avvolge questo ragazzotti provenienti dal piccolo quartiere di Verona. La svolta arriva nell’anno del Giubileo: in panchina si siede Luigi Del Neri, capace di centrare al primo tentativo la promozione nella massima serie (terzo posto). La stagione d’esordio in A è ancora più sorprendente, grazie all’esplosione d elementi come Perrotta, Marazzina, Corradi, Eriberto e Zanchetta la squadra raggiunge un incredibile quinto posto realizzando 54 punta. Nasce il Miracolo Chievo. Una stagione come quella non verrà replicata, anche se la squadra parteciperà a due edizioni della Coppa Uefa e ad una di Champions League, con una breve parentesi in B nel 2007-08. In ogni caso resta una realtà molto apprezzata, che grazie al sapiente lavoro del presidente Campedelli e del direttore sportivo Giovanni Sartori, ogni anno riesce a conservare la massima serie mostrando un bel gioco.

CURIOSITA’ – Nei primi anni i colori sociali sono il blu e bianco, poi nel 1931 viene adottata una colorazione molto simile a quella della Lazio. Solo nel 1994-95, a seguito di una lunga serie di cambiamenti, si arriva alla divisa odierna. Lo stemma attuale è il Cangrande della Scala: nel corso degli anni sono sorte molte polemiche alimentate dagli ultras dell’Hellas, che consideravano come un plagio l’appropriazione di questo simbolo. Il presidente del Chievo Campedelli ha risposto con un comunicato nel quale sottolineava la proprietà “cittadina” del simbolo, effige della famiglia degli scaligeri, dimostrando come questo sia presente sulle maglie della squadra già dagli anni 30. Il record di presenze appartiene a Lorenzo D’Anna, roccioso difensore che ha indossato il gialloblu dal 1994 al 2007. Al secondo posto troviamo Sergio Pellissier, attuale capitano e punto di riferimento con la squadra, che occupa la seconda posizione anche nella classifica bomber (102, il primo è Bruno Vantini con 159). Il record di presenze in Nazionale appartiene invece a Simone Perrotta con 19 gettoni e 1 gol. Tra i capitani storici troviamo Rolando Maran (1991-95), tra gli artefici della scalata della squadra e attuale mister del Catania. Nella stagione 2006-07 il Chievo partecipò alla Champions League, dopo le penalizzazioni dovute alle sentenze di Calciopoli, ma fu immediatamente eliminata dal Levski Sofia. L’unica maglia ritirata è la numero 30 di Jason Mayelè, scomparso nel 2002 in un incidente d’auto. Perparim Hetemaj è stato uno degli obiettivi di mercato della Lazio in questa sessione e, secondo indiscrezioni, nutre una certa simpatia nei confronti dei biancocelesti.

SQUADRA – L’allenatore attuale è Domenico Di Carlo, tornato nel giugno 2011 in seguito ad un’infelice esperienza alla Sampdoria. L’ex metronomo del Vicenza di Guidolin schiera la squadra con un 4-3-1-2 molto quadrato e compatto, pronto a ripartire veloce in contropiede. Nell’ultima gara contro il Parma aveva optato per un albero di Natale, esperimento che probabilmente verrà accantonato. La porta è protetta da Stefano Sorrentino, estremo difensore d’esperienza, che avrebbe meritato una chance in una grande squadra vista la sua costanza a livello di prestazioni. La difesa a quattro schiera al centro una vecchia volpe come Dario Dainelli. Arrivato a gennaio dal Genoa, e Bostjan Cesar, centrale con un passato nell’Olympique Marsiglia. Singolare la situazione di Marco Andreolli: ricercato in estate da mezza Serie A, continua a restare in panchina, chiuso dalle garanzie di affidabilità dei due compagni. Sugli esterni agiranno con tutta probabilità Bojan Jokic e il navigato Gennaro Sardo. In mezzo al campo Di Carlo si affida ai piedi buoni di Luca Rigoni, al dinamismo di Perparim Hetemaj e all’esperienza del brasiliano Luciano, jolly di questo Chievo. Resta in stand by Marco Rigoni, fiore all’occhiello della campagna acquisti (è stato vicino al Milan), 11 reti lo scorso anno a Novara, ma ancora in fase di adattamento. Dietro le punte agirà il francese Cyril Thereau, una delle note positive dello scorso anno, Cruzado non è piaciuto nell’ultima uscita ed è reduce dalle fatiche con la Nazionale.  Dinanzi a lui spazio all’esperienza di David Di Michele (dichiaratamente romanista) e Sergio Pellissier, capitano, bomber e simbolo di questa squadra. Occhio all’outsider Samassa, aspettando il ritorno di Alberto Paloschi, fuori per un altro mese e mezzo.

BONUS&MALUS – Il Chievo è una squadra estremamente compatta, non concede gioco agli avversari, specialmente in casa, e punta sulle parate di Sorrentino. Nella scorsa stagione in 9 partite interne su 18 non ha subito reti. A centrocampo c’è discreta qualità e moltissima quantità, sarà una sfida accesa con la mediana biancoceleste, si vincerà in mezzo al campo. Pellissier non viene da un momento realizzativo troppo positivo, le due punte sono piuttosto statiche, molto dipenderà dalle giocate del francese Thereau. Lui stesso, nei colloqui con Di Carlo, ha chiesto di essere arretrato di qualche metro per giocare più possessi, l’esperimento fino ad ora sta portando i suoi frutti. C’è una lacuna anche a sinistra, Jokic è un discreto elemento, ma non offre determinate garanzie, Frey è un’alternativa, da quella parte si può sfondare. I centrali sono forti fisicamente e abili nel gioco aereo ma possono entrare in confusione in situazioni di uno contro uno in velocità. L’eccessiva chiusura in fase difensiva complica il gioco degli avversari, ma spesso si riscontrano difficoltà nelle ripartenze, con i due attaccanti eccessivamente isolati.

OCCHIO A… - Sergio Pellissier resta un pericolo costante, è imprevedibile, una mezza palla buona può essere tramutata in rete. Il giocatore di maggior talento è tuttavia Cyril Thereau: nasce come prima punta, ma questa nuova posizione da trequartista lo rende più partecipe al gioco, tutti i possessi in fase offensiva passano dai suoi piedi. Riceve palla preferibilmente in posizione centrale, può tentare la conclusione dalla lunga distanza (è in possesso di un buon tiro) o tentare l’assistenza. Sarà compito di Ledesma tamponarne i movimenti. La scorsa stagione ha siglato 6 reti, in netto progresso rispetto alle 2 dell’esordio. Può essere l’anno della sua consacrazione.

PROBABILE FORMAZIONE – (4-3-1-2) Sorrentino; Jokic, Cesar, Dainelli, Sardo; Hetemaj, L. Rigoni, Luciano; Thereau; Pellissier, Di Michele. All.: Di Carlo.