Ugolini (prep. atletico): "Gli infortuni, la Coppa Italia e le gare notturne: vi dico tutto"

Tornare in campo dopo più di cento giorni di stop. La Serie A è stata chiamata a portare a termine una missione non particolarmente semplice. Ad essere pregiudicato, almeno nelle prime uscite delle squadre italiane, lo spettacolo. È di questo parere Massimo Ugolini, ex preparatore atletico di Shakhtar Donetsk e Zenit San Pietroburgo, intervenuto ai microfoni de Lalaziosiamonoi.it: "Non sono sorpreso, manca brillantezza quasi a tutti. Le partite non sono state spettacolari, a parte alcune, ovviamente. La squadra che mi ha sorpreso positivamente è l'Atalanta. È ripartita da dove ha terminato".
"NON É TUTTA COLPA DELLA CONDIZIONE "- Indubbiamente la condizione fisica dei calciatori non può aver raggiunto il suo picco, ma tanti altri fattori hanno un impatto sul gioco e, di conseguenza, sul risultato. È il caso, ad esempio, della Lazio che, dopo una prima mezz'ora giocata ad alti livelli, è calata, mostrando il fianco agli avversari: "La condizione fisica può essere uno dei fattori, ma non è sicuramente l'unico. Ci sono state partite in condizioni normali che sono iniziate in un modo e terminate in un altro. Sicuramente l'entusiasmo, la voglia di ribaltare il risultato sono componenti che possono far apparire una squadra in difficoltà alla fine oppure farne apparire un'altra determinata sempre negli ultimi minuti. Tante volte anche aspetti psicologici o componenti tattiche che portato a una situazione di questo tipo. È un po' un mix di fattori".
INFORTUNI - Stop vuol dire anche più facilità nel rimediare infortuni. Ugolini ne ha parlato nel corso dell'intervista, partendo dalle tante defezioni a cui Simone Inzaghi, nel match contro l'Atalanta, ha dovuto far fronte: "Gli infortuni ci sono sempre stati e, in questo momento, sono ancora più facili. Per fattori climatici, per mancanza di ritmo nella partita. Poi il calcio è uno sport di contatto, quindi poi ci sono anche infortuni legati a questo. Tutti i club hanno staff di professionisti che sicuramente avranno fatto la preparazione nel migliore dei modi. Quando vai a fare una partita e prima hai fatto giusto un'amichevole, non puoi essere pronto. Questo vale per tutti. Gli infortuni fanno parte del gioco, li avranno tutti. La questione è relativa ai giocatori che si infortuneranno, la tensione è sui giocatori più determinanti, che si fa più fatica a sostituire. Purtroppo bisogna sperare che siano calciatori sostituibili o non così importanti all'interno della rosa".
IL VANTAGGIO DELLA COPPA - Nonostante i pochi giorni a disposizione per recuperare, dunque, aver messo nelle gambe minuti nelle gare di Coppa Italia si è rivelato essere un vantaggio: "Sì sicuramente. Normalmente una squadra riesce a mantenere il picco della forma dopo quattro o cinque partite ufficiali. Chi ha giocato la Coppa Italia è avvantaggiato. La partita è un evento non replicabile in allenamento. Prendiamo esempio da quello che è successo a Gagliardini... in allenamento non lo sbaglia un gol così. In partita si ha una tensione diversa. Gli scontri sono totalmente diversi, la lucidità, la forza che ci si mette. Chi ha giocato qualche partita in più è sicuramente avvantaggiato".
"LAZIO? PRIMA MEZZ'ORA NON DA TUTTI" - Un campionato talmente strano, quello post-Covid, da poter riservare numerose sorprese, anche nella lotta scudetto: "La prima mezz'ora che la Lazio ha fatto contro l'Atalanta l'hanno fatta in pochi. È un campionato strano, può succedere ancora di tutto. La Lazio ha meno jolly da giocarsi rispetto alla Juventus, non può sbagliare quasi più. Anche i bianconeri comunque non hanno iniziato particolarmente bene. E giocando così spesso non sai mai cosa può capitare. I punti sono un vantaggio per la Juventus, però secondo me non è facile fare qualsiasi tipo di previsione. È sicuramente più difficile rispetto alle condizioni normali".
"GARE ALLE 21.45? NON VEDO PROBLEMI" - Infine, il pensiero del preparatore atletico su uno degli argomenti più caldi degli ultimi giorni, gli orari delle partite serali. Molti, incluso il responsabile sanitario della Lazio, avevano invitato l'AIC a rivederli per il benessere comune: "Noi in Champions League giocavamo alle 22.45, eravamo avanti di due ore. È una questione di abitudine, sono solamente delle scuse. La routine prima della partita è importante, ma sono cose più scaramantiche che altro. Ovviamente ti devi abituare, chi ha fatto allenamenti a quell'ora è sicuramente avvantaggiato rispetto agli altri. Questo proprio dal punto di vista del ritmo biologico dei calciatori. Non vedo problemi".
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