Calciomercato, da Sosa ad Acerbi: asse caldo tra Lazio e Inter, ma i risultati...

02.09.2022 07:27 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Lavinia Saccardo - Lalaziosiamonoi.it
Calciomercato, da Sosa ad Acerbi: asse caldo tra Lazio e Inter, ma i risultati...

Con l’ufficialità del passaggio di Francesco Acerbi all’Inter, si allunga la lista di tutti quei nomi che nella storia recente dei due club hanno deciso di abbandonare l’aquila per cedere alle tentazioni del biscione. Arrivati a Milano, sponda nerazzurra, sono stati accolti da una piazza altrettanto importante, con aspettative decisamente alte. Non tutti però le hanno sapute soddisfare: alcuni hanno confermato le loro qualità, mentre altri si sono persi e mai più ritrovati. Top o flop, chissà in quale categoria si piazzerà Acerbi. Sarà solo il tempo a dare una risposta.

TOP - La Curva Nord laziale ancora gli dedica un coro, quella interista se lo ricorda col sorriso. Ruben Sosa, macchina da gol made in Uruguay. Quattro anni con l’aquila sul petto, 124 presenze in Serie A, 40 reti. Passa in nerazzurro nel ‘92 e non si smentisce: con Schillaci non sbagliano un colpo e realizza 44 gol in 76 presenze. 

Non toccate Bobo Vieri ai laziali, ancor meno agli interisti. Solo 22 presenze in Serie A con la maglia biancoceleste, 12 i gol, ma il più importante è datato 19 maggio 1999, con la vittoria della Coppa delle Coppe a Birmingham, da lui definita “una delle partite più belle della mia vita”. Il passaggio all’Inter in quello stesso anno, nonostante qualche episodio, gli porterà fortuna: 144 presenze solo in Serie A e 104 gol in 5 anni.

Follia e talento, il 2002 è l’anno di Sinisa Mihajlovic. A Roma vince tutto, un campionato, due Supercoppe Italiane, una Supercoppa Uefa, una Coppa delle Coppe e due Coppe Italia. Lasciarlo andare nel 2004 è un colpo al cuore, ma anche a Milano non si smentisce, nonostante solo 25 presenze in 2 anni e 5 reti. Un coro, due tifoserie: “E se tira Sinisa…”. 

Nello stesso anno anno all’Inter arrivano i bolidi dalla distanza di Dejan Stankovic. Alla Lazio sono 208 presenze e 34 gol in 6 anni, circa 100 in più le sfide giocate con la maglia nerazzurra. Con quella indosso chiuderà una carriera fatta di successi.

Non indimenticabile, ma il suo l’ha fatto. Nel 2007 l’asse Lazio-Inter porta Luis Jimenez nel club lombardo in prestito: solo 15 presenze e 3 gol, ma ha detto la sua alzando al cielo due scudetti e realizzando un gol in Champions League contro il Fenerbahce.

Un posto in questa categoria Goran Pandev se lo merita: 159 presenze alla Lazio e 48 reti invogliano l’Inter a riprenderselo. Nel 2009 il macedone torna in nerazzurro, segnando solo 5 gol in 2 anni ma collezionando buone prestazioni.

FLOP - Il trasferimento più vecchio è sicuramente quello di Aron Winter, passato in nerazzurro nel 1996 reduce da quattro anni notevoli alla Lazio. Centoventitre presenze, 21 gol per il centrocampista che all’Inter però, colpa di una collocazione in campo non adatta non riesce a brillare, sigillando il periodo nero con il rigore fallito in finale di Coppa UEFA contro lo Schalke 04. 

Hernan Crespo, un colpo da 55 milioni di euro firmato Sergio Cragnotti. Una Supercoppa Italiana, 39 gol in 54 presenze in Serie A, attaccante completo come pochi se ne vedevano. Passa all’Inter nel 2002, nello stesso giorno di Alessandro Nesta, che volava a Milano ma in rossonero. L’argentino è sfortunato: il brutto infortunio nel gennaio del 2003 lo porta a disputare solo 18 partite e a timbrare il cartellino solo 7 volte. Tornerà all’Inter nel 2006 con una storia ben diversa. 

6 gennaio 2005, una data che i laziali non possono dimenticare. Lazio 3, Roma 1, uno dei gol è timbrato César. Nel 2006 da Aparecido diventa “desaparecido”: il trasferimento all’Inter non gli porta fortuna e vede il campo solo 8 volte, trovando la rete solo in una. 

Idolo a Roma, dimenticato a Milano. Dove è finito Mauro Zarate? I laziali sognano ancora di vederlo in campo, gli interisti decisamente meno. Dopo 3 anni fantastici in biancoceleste con 25 reti in Serie A, diventa nerazzurro nel 2011 ma vede poco il campo. Fine di un talento.

Eterno capitano, per i laziali Tommaso Rocchi ha ancora la fascia al braccio, anche se quel passaggio all’Inter non è andato giù a molti. Anche lui a Milano si è trasformato, come se l’incantesimo fosse svanito fuori dai confini della Capitale. Un pezzo di storia con 244 partite e 82 gol in Serie A prima, solo 13 presenze e 3 reti dopo, quando nel 2013 ha deciso di abbracciare un’altra Curva Nord. Lo stesso anno Juan Pablo Carrizo segue il destino di Rocchi e va ad accontentarsi del ruolo di secondo portiere.

Lacrime e capriole, che delusione. Anderson Hernanes, il brasiliano che ha fatto ricredere i laziali. A Roma 118 presenze e 33 gol, creatività, tecnica e quel sangue sudamericano che a centrocampo non guasta mai. Il freddo di Milano gli fa male e vede il campo solo 42 volte.

Tutti decisamente flop gli ultimi che hanno scelto il palcoscenico dell’Inter. Nessun riflettore puntato, anzi dietro il sipario c’è una collezione di stelle cadenti: Antonio Candreva, Keita Balde Diao (passaggio non diretto), Stefan De Vrij e Joaquin Correa. Tutti, chi più chi meno, hanno fatto arrabbiare i laziali non tanto per la voglia di cambiamento, quanto per il poco rispetto e per i modi in cui hanno salutato un popolo che gli ha voluto bene, una storia che ancora oggi, di tanto in tanto, sembra ripetersi.

Pubblicato il 1/09