Lazio, Couto: "Lo scudetto fu una gioia unica. Era un gruppo..."

Con la sua solidità difensiva e il suo carattere turbolento, Fernando Couto è stato uno dei protagonisti della Lazio che nel 2000 si laureò campione d'Italia per la seconda volta. A pochi giorni dalla celebrazione del 25esimo anniversario di quello storico Scudetto, i canali ufficiali biancocelesti hanno pubblicato un'intervista rilasciata dall'ex difensore portoghese in occasione della cena di gala tenutasi alla Casina di Macchia Madama.
SCUDETTO - “Ho avuto la fortuna di vincere in tutti i paesi in cui ho giocato, ma diciamo che questo scudetto con la Lazio di 25 anni fa è stato molto speciale, per come è venuto. Era una squadra molto forte, con grandi giocatori, molto importanti. Andavamo tutti in Nazionale, non rimaneva nessuno a Formello. Ci siamo divertiti tantissimo, era un gruppo di personalità forti, magari non andavamo tutti i giorni a mangiare insieme, ma in campo avevamo una determinazione e un’unione molto forti. Questo ci ha portato a vincere e a credere in grossi traguardi. Secondo me questa squadra poteva vincere molto di più, c’era un potenziale tremendo”.
14 MAGGIO 2000 - “Mi sono passati tanti momenti nella testa. Guardavo i compagni, i tifosi, tutti avevano un’espressione diversa. Ricordo che dopo è stata una gioia tremenda, una cosa unica e indimenticabile”.
LA CESSIONE DI VIERI - “Abbiamo rinnovato tutta la situazione. Era un momento in cui la Lazio prendeva i giocatori più forti, usciva uno ed entrava un altro. In quel momento la Lazio era la squadra più fotrte d’Italia e meritava di vincere altro”.
GLI ALLENAMENTI E IL GRUPPO - “L’intensità degli allenamenti era molto alta. C’erano giocatori tutti sullo stesso livello e per mister Eriksson era difficile scegliere chi doveva giocare. Si giocavano tante partite e si faceva turnover, per lui era abbastanza facile gestire il gruppo. A volte era complicato perché tutti volevano giocare e andare dopo in nazionale”.
IL TROFEO PIÙ BELLO - “Lo Scudetto è il massimo che abbiamo vissuto qua. Era un gruppo che viveva tutto nello stesso posto, molto vicino a Formello, e ci trovavamo tutti con le famiglie. Sono stati momenti molto belli per la mia carriera”.