Gottardi: "La mia Lazio piena di fenomeni. Jugovic il compagno più..."

RASSEGNA STAMPA - In una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l'ex calciatore della Lazio si è raccontato tra inizi allo Young Boys, gli anni alla Lazio, il rapporto con Eriksson, Zeman e Zoff, ma non solo. L'avventura a Roma partì dopo un provino alla Juve, faceva parte di uno spogliatoio pieno di grandi giocatori: "Tante personalità forti. Si litigava dentro, ma in campo spariva tutto. Argentini, brasiliani, slavi, italiani. Il più tosto era Alen Boksic; quando aveva la luna storta non era semplice. L'ho rivisto un paio d'anni fa, abbiamo fatto una serata con Beppe Favalli e Paolo Negro che sento sempre e ci siamo divertiti". Il compagno più forte però è stato Jugovic: "Mai visto uno che con i tacchetti a sei compiva gesti tecnici di quel genere".

Poi il ricordo del suo gol più bello, quello in finale di Coppa Italia col Milan nel 1998. "Fu complicata perché all'andata perdemmo 1-0 e al ritorno loro andarono in vantaggio. Entrai nel secondo tempo e girò la partita. Segnai. E giocammo una ripresa mostruosa, prendendoci la coppa". Gottardi era un giocatore duttile, lui si sentiva una mezzala, ma i vari allenatori che ha avuto lo posizionavano i vari ruoli. Con Zeman aveva un gran rapporto, ha rivelato che ci scherzava spesso, mentre Eriksson è stato il miglior tecnico con cui abbia lavorato. Oggi Gottardi segue meno il calcio, ma resta tifoso della Lazio.

Questo articolo è redatto da Lalaziosiamonoi.it. La riproduzione, anche parziale, dell’articolo senza citazione è vietata. I trasgressori saranno perseguibili a norma di legge. Per tutte le notizie, mercato, interviste, esclusive e aggiornamenti in tempo reale sul mondo Lazio seguite Lalaziosiamonoi.it sul portale, sulla nostra app e su tutti i nostri social. Il sito web più letto dai tifosi della Lazio since 2008.