Caso Raciti, Avvocato difensore: "Speziale è innocente. Arcidiacono? Libero di esprimere il proprio pensiero"

"Speziale è innocente. Arcidiacono? Libero di esprimere il proprio pensiero", sono le dichiarazioni di Giuseppe Lipera, Avvocato difensore di Antonino Speziale, il ragazzo condannato per la morte dell'Ispettore il 2 febbraio 2007 durante Catania - Palermo, raggiunto dai microfoni di Radio Manà Manà Sport durante la trasmissione 'La Lazio siamo noi'. "Speziale è innocente e Arcidiacono ha espresso il proprio libero pensiero su questa vicenda. Ripercorrendo le tappe del processo, il 3 e il 5 febbraio 2007 Lazzaro, l'autista del mezzo della Polizia, rivelò che facendo marcia indietro sentì una botta e girandosi si accorse di aver colpito Raciti. Questa è la dichiarazione che dimostra l'omicidio colposo. Nelle versioni successive durante il dibattimento, negò quanto detto affermando che si trovava a decine di metri dall'Ispettore ". Lipera parla poi della sentenza di condanna del suo assistito : "La Corte Suprema di Cassazione, per lacune indiziarie insormontabili, bocciò il provvedimento di custodia cautelare nei confronti di Speziale annullandolo definitivamente data la mancanza di testimoni ed immagini. Ciò nonostante dopo il processo il ragazzo è stato condannato per omicidio preterintenzionale. Un altro carabiniere, ascoltato l'ultima volta circa un anno fa, disse di aver visto il lamierino lanciato, non un lavello, volare e cadere per terra davanti ad una porta di ingresso dello stadio durante i tafferugli senza colpire mortalmente nessuno. Altri poliziotti del drappello di Raciti asserirono che non persero mai di vista il loro Capo perciò la versione fornita in seguito è frutto della fantasia di qualcuno creata ad arte. Non è la prima volta in Italia". L'avvocato si sofferma per una precisazione: "Per l'accusa di Resistenza a Pubblico Ufficiale, Speziale lo abbiamo assistito mentre nel processo per omicidio noi lo difendiamo". Infine una pensiero per Raciti: " Rimane un eroe morto per causa di servizio, ma condannare un capro espiatorio non è giusto", conclude Lipera.