Coronavirus, calciatori come i medici: il rischio contagio è massimo

I calciatori sono lavoratori a massimo rischio: lo stabilisce l'Inail, l'istituto che si occupa di malattie professionali e infortuni sul lavoro.
24.04.2020 09:30 di  Elena Bravetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Coronavirus, calciatori come i medici: il rischio contagio è massimo
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Gli atleti professionali e quindi i calciatori sono lavoratori a massimo rischio, al pari di operatori sanitari, forze dell'ordine e dentisti. Lo ha stabilito l'Inail, l'istituto che si occupa di malattie professionali e infortuni sul lavoro. Quest'ultimo, riporta la rassegna stampa di Radiosei, ha fornito una valutazione sulla base di due variabili, corrette da un terzo fattore. La prima è quella dell'esposizione al contagio, la seconda è quella della prossimità ad altri soggetti, mentre l'ultimo fattore tiene conto della presenza di terze persone nell'attività. La notizia è arrivata proprio nel momento in cui la decisione sulla riapertura dei campionati volge alla stretta finale e il protocollo della Figc è al vaglio del Ministero della Salute. Il Coni è pronto a consegnare al Governo un protocollo valido per ogni sport e che fa riferimento a quanto consigliato dai medici sportivi e ai suggerimenti tecnici, organizzativi e logistici del Politecnico di Torino. Con tutta probabilità, tuttavia, questo non sarà accettato. Si riprenderà, dunque, ma lo si farà in maniera individuale per due settimane, con la giusta distanza tra un calciatore e l'altro. L'ultimo nodo riguarderebbe l'apertura dei centri sportivi: in assenza di un protocollo accettato da tutti, chi si prenderà la responsabilità di riaprire un luogo di lavoro all'interno del quale gli operatori sono così a rischio?

ACCORDO - Ecco perché la pubblicazione della tabella è stata così importante. Ha senz'altro fatto comprendere la necessità di un accordo che metta insieme ogni componente. La partita si gioca, tuttavia, sul tavolo del Governo, che domani potrebbe produrre un nuovo Decreto per la fase due, con importanti ricadute sul calcio. Maurizio Casacco, presidente della Federazione dei medici sportivi lo ha ricordato: "Serve omogeneità tra leggi e soluzioni sportive".

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