Lazio Club Nanni Loy: un tributo a un tifoso speciale e un'icona del cinema

RASSEGNA STAMPA - Nel 1957, nel film Il marito, Alberto Sordi, romanista, osserva il passaggio dei tifosi rivali diretti al derby, e con il suo tipico stile irriverente li apostrofa come “sfollati” e “zozzi laziali”. La scena, scritta da Maccari, Sonego e Scola, è diretta da Nanni Loy, un lazialissimo che, nel corso della sua carriera, ha intrecciato passione per il calcio e per il cinema. Tommaso, uno dei suoi figli, ricorda al Corriere dello Sport un padre che amava il suo lavoro e che, pur attraversando momenti di serietà, non perdeva mai la capacità di ridere di se stesso. Ma soprattutto, ricorda anche la Lazio nella sua vita: "Io e papà allo stadio andavamo spesso, anche nell’anno dello scudetto, il ’74".
Loy, nonostante il successo, è oggi un po’ dimenticato, come se fosse caduto nell’oblio dopo aver toccato il vertice della sua carriera. Tuttavia, la sua figura è stata riscoperta attraverso il Lazio Club Nanni Loy, un'iniziativa che celebra la passione del regista per la Lazio e trasmette il suo entusiasmo alle nuove generazioni di tifosi.
Il Lazio Club, creato da un gruppo di cineasti, si trova vicino alla curva Maestrelli e, attraverso eventi e incontri, intende mantenere vivo il ricordo di Loy, simbolo di un tifoso laziale autentico, ironico e appassionato. Nonostante Loy avesse un amore particolare anche per squadre come Cagliari e Napoli, la sua fedeltà alla Lazio è stata sempre indiscussa. La sua figura, che trascende le etichette e la coerenza, è un simbolo di come l'amore per una squadra possa essere una passione libera e senza compromessi.