Lazio, da difensivista a 'Zemaniano': la metamorfosi di Baroni
RASSEGNA STAMPA - Soli pochi mesi fa Baroni veniva chiamato per conquistare la salvezza (Lecce, Verona) o per raggiungere la promozione (Benevento). Come ricorda Il Messaggero, nella sua lunga carriera da allenatore mai gli era capitato di allenare una big che lotta in Europa, e per l’Europa, e questa svolta ha dato il via anche al suo nuovo modo di vivere il calcio.
In altre occasioni era costretto a proporre un gioco più difensivista per chiudersi e conquistare la salvezza, ma adesso Baroni è diventato il nuovo Zeman. In queste prime partite da allenatore della Lazio sta cercando di imporre le proprie idee aggressive per sfruttare al meglio una rosa anomala. Anomala sì, ma “la squadra più forte che abbia mai avuto nella mia carriera”, ha confessato lo stesso Baroni in conferenza stampa post Dinamo Kiev.
La sua Lazio è piena di attaccanti ed esterni, ma povera di centrocampisti. In Europa League poi ne sono stati iscritti solo 4, una scelta azzardata che alla lunga può costare caro. Fatto sta che il tecnico ha deciso di abbandonare il 4-3-3 e di costruire la nuova Lazio su un 4-2-3-1 con soli due centrocampisti, un centravanti e tre esterni. La coperta è corta, ma ciò ha spinto Baroni a chiedere il massimo in fase offensiva. Gioco e aggressività che stanno portando risultati, nonostante le sconfitte di Udine e Firenze a cui hanno contribuito anche errori arbitrali.