GARBAGE TIME - Roy Lassiter, il mio nome vuol dire gol

Nel 1996 negli Stati Uniti d’America parte un nuovo campionato. E’ la Major League Soccer, si gioca sul campo da football, ma con i piedi. Niente meta, ma una porta con una rete. Il Mondiale organizzato due anni prima aveva acceso la fiammella del nuovo sport, quasi una sfiammata. Assistere ad una partita di soccer in un impianto da 50mila spettatori con popcorn e birra? Yes, we can. Precisazione: No Lassiter, no party. ”Io ho un’immagine da difendere, al mio paese Lassiter vuol dire gol” – dirà il jet americano, erede di Montella, niente a che vedere con Montella. Una delle più cocenti delusioni in quel di Villa Rostan.
RAPINATORE…D’AREA – Roy Lassiter nasce calcisticamente dalle parti del North Carolina, quando il soccer era più una variante del football, che un movimento definito. Dopo alcuni esperimenti con basket e baseball, Roy si butta a capofitto sul nuovo sport: non è un virtuoso a livello tecnico, ma vede la porta come pochi. Si fa strada a suon di gol, arrotondando con qualche carta di credito taroccata. Nel 1992 indossa per la prima volta la maglia della pioneristica Nazionale, qualche giorno dopo si rompe una gamba in seguito ad uno scontro con il compagno Bruce Murray. Cade in depressione, si ritrova anche solo dopo il divorzio dei genitori: in attesa del recupero dall’infortunio pensa bene di vestire i panni del Diabolik di periferia, due arresti per furto con scasso nel giro di sei mesi. Scaltro sotto rete, ma non con la polizia. In autunno, nonostante tutto, rientra in forma ed emigra in Costa Rica, ricompensato profumatamente per far gol a grappoli. Peccato che il viaggio di lavoro non sia autorizzato, sempre per la storia del furto: 24 reti, 200 ore di servizi sociali, 2000 dollari tra multe e pagamenti vari. Torna negli Usa, firmando con i Tampa Bay. E’ la prima edizione della Mlb, la risonanza mediatica è enorme. Favorito dagli assist illuminanti del suo amico e compagno di stanza Carlos Valderrama, Lassiter sigla 27 reti in una sola stagione, stabilendo un record infranto solo lo scorso ottobre da Wondolowski.
SOGNANDO BECKHAM – Colpo gobbo in quel di Genova. In ottobre, la Mls si ferma, il patron Spinelli vola negli Usa e strappa il gioiellino a stelle e strisce agli americani, a fronte di un esborso di due miliardi di lire per un prestito semestrale. Un’anteprima delle operazioni tra Milan e Los Angeles Galaxy per Beckham del decennio seguente, con le dovute proporzioni. Il clamore è importante, un innesto che garantisce potere mediatico, merchandising e, si spera, gol a raffica. Il Genoa è in cadetteria, ma sogna in grande; in estate ha perso il promettente Montella alle buste con l’Empoli. Ripiega sul centravanti americano, punti in comune? L’esultanza, il volo dell’aeroplanino. Mister Perotti, dall’alto della sua esperienza, non si fida pienamente dello scattante attaccante con il fiuto del gol. I titolari sono il belga Goossens e Nappi, resteranno tali. Il ragazzo necessita di un periodo di ambientamento, peccato che la sua permanenza è programmata per sei mesi, a peso d’oro.
MIRACOLO A CASTEL DI SANGRO – “Dove ho giocato ho sempre segnato parecchio e non intendo fermarmi proprio ora”. Due spezzoni di partita, il nulla. Esisterà una saudade del North Carolina? O si tratta di una terribile nostalgia del piccolo crimine quotidiano? In realtà nel periodo genovese si vocifera malignamente di accuse di spaccio, immediatamente precedenti allo sbarco in Liguria. Nella finestra invernale arriva dalla Salernitana bomber Pisano. A marzo è addio, torna in patria, ma lascia una perla, caduta nel dimenticatoio. La piattaforma a pagamento Tele+ trasmette solo un anticipo della B: niente diretta gol, immagini in serie e onniscienza calcistica. Le perle o le follie si tramandano di bocca in bocca, irraggiate dallo spettatore fisico della partita. Il primo dicembre del 1996 si gioca Castel di Sangro-Genoa. Lassiter segna con una rovesciata eccezionale, un gesto d’alta scuola, almeno così è stato tramandato. Sugli almanacchi tuttavia la prodezza non risulta, il bottino italiano è fermo a zero. Il motivo? In quel nefasto pomeriggio, al campo "Patini", si abbatte una tremenda nevicata. La partita viene annullata e ripetuta, il gol segnato a matita e cancellato. A Genova la leggenda continua, c’è chi azzarda che sia uno dei gol più belli della storia rossoblu. Lassiter ha proseguito la sua vita negli Usa, restando lontano dai guai. E’ stato selezionato dalla EA Sports per il “moption capture” dei giocatori del videogioco Fifa 2000. Perotti, a parer suo, avrebbe consigliato Nappi. Oggi Lassiter coltiva nuovi talenti ed ha istituito il “Roy Lassiter Summer Camp”. Uno stage a peso d’oro, tanto caro quanto il malloppo che sborsò Spinelli per vederlo scorrazzare sui prati di Pegli.