IL PRECEDENTE - Il derby del '74 e quell'esultanza che elesse Chinaglia idolo della Nord

07.04.2013 10:15 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Matteo Vana - Lalaziosiamonoi.it
IL PRECEDENTE - Il derby del '74 e quell'esultanza che elesse Chinaglia idolo della Nord

1974, la Lazio di Maestrelli, Chinaglia, Pulici e Re Cecconi viaggia verso il primo scudetto della sua storia. L'anno precedente i biancocelesti riuscirono soltanto a sfiorare l'impresa: all'ultima giornata, infatti, è la Juventus che, contro una Roma troppo rinunciataria, riesce a spuntarla, mettendo in bacheca l'ennesimo trofeo della sua storia. Il 31 marzo, però, nessuno pensa alla classifica; nella Capitale è tempo di derby. La Lazio, per la prima volta, affronta la stracittadina da favorita. Nonostante questo, il tecnico Maestrelli negli spogliatoi è irrequieto: i gemelli, vero e proprio portafortuna dei biancocelesti, non si trovano.

IL DITO DI CHINAGLIA -  L'assenza dei figli del tecnico sembra un segno del destino, un presagio di sventura. A confermare questa tesi ci pensa il vento che, al 5' del primo tempo, decide di aiutare la Roma. Una raffica improvvisa, infatti, sospinge un pallone apparentemente innocuo verso la porta difesa da Pulici che, sorpreso dalla traiettoria, riesce a bloccare la sfera, ma finisce con i piedi al di là della linea di porta. L'arbitro, ingannato dalla posizione del corpo del portiere, assegna il gol ai giallorossi. Roma in vantaggio e animi che si surriscaldano. Nel secondo tempo, però, sale in cattedra Vincenzo D'Amico. Il giovane giocatore laziale decide che è arrivato il momento di ristabilire la parità e si fionda su una respinta del portiere giallorosso, scaraventando la sfera in rete. 1-1 e questa volta è la Nord ad esplodere. Neanche 3 minuti ed è Nanni che, entrato in area, viene atterrato da Morini. L'arbitro concede il rigore e sugli spalti si scatena il putiferio. Un clima cosi teso non può che accendere l'animo di Giorgio Chinaglia che si presenta sul dischetto. Rincorsa lunghissima, palla da una parte, portiere dall'altra. Dopo il gol il pallone, come a voler suggerire l'esultanza, rimbalzò all'interno della porta e tornò da Chinaglia che la raccolse a la scaraventò verso la i tifosi romanisti puntando il dito indice della mano destra perfettamente allineato con i suoi occhi e rimanendo piantato cosi’, a testa alta, urlante di soddisfazione, con il braccio teso e il dito puntato verso la curva ostile. Lo stadio diventò una polveriera pronta ad esplodere ed iniziarono tafferugli sugli spalti; un tifoso entrò in campo tentando di aggredire l'arbitro Gonella, ma Rocca riesci' a fermarlo in tempo.

LA CORSA SOTTO LA SUD - Il match terminò 2-1 per la Lazio che inflisse cosi la quarta sconfitta consecutiva ai cugini nel derby di campionato (record tutt'ora ineguagliato). A fine partita dal settore dei tifosi romanisti piovve di tutto. I giocatori corsero a ripararsi negli spogliatoi, tutti tranne uno. Giorgio Chinaglia, eroe del popolo laziale, si incamminò sotto la curva giallorossa con fare beffardo ed il dito alzato, scrivendo cosi una pagina storica per tutto l'ambiente biancoceleste. Quel gesto, però, fece inviperire i sostenitori romanisti che arrivarono a minacciare addirittura la moglie del bomber laziale e Chinaglia, eletto a furor di popolo idolo della curva biancoceleste, fu costretto a vivere per 3 mesi a casa dell'allenatore Mestrelli.