Lazio, parla Gottardi: "L'amore dei tifosi è la cosa più bella". E su Eriksson...

Sono passati 25 anni dall'ultimo Scudetto della Lazio, vinto nel 2000 grazie anche alla sconfitta della Juventus sotto la pioggia di Perugia. Ai microfoni di Radiosei, l'ex calciatore Guerino Gottardi ha parlato di quell'impresa e delle stagioni giocate nella Capitale. Di seguito le sue parole.
“Il mio primo pensiero ripensando a quel giorno sono tutti i miei compagni di squadra. Spero di rivederli tutti il prima possibile, so che non sarà facile ma me lo auguro. Siamo riusciti a vincerlo in un modo in cui non avrei mai pensato. La speranza c’era, ma vincerlo in quel modo è stato incredibile. Tecnicamente c’era un grandissimo valore in campo, poi mentalmente c’era una forza incredibile. C’erano diversi giocatori di diversi paese che in campo davano l’anima".
"Fuori dal campo avevo un bellissimo rapporto con tutti, anche perché io ero uno di quelli più dotati con le lingue. Dentro dal campo, invece, per me era molto semplice. Appena avevo un’opportunità di giocare mi buttavo dentro. Per quanto riguarda l’affetto dei tifosi, mi dava certamente una carica in più. Non me lo sarei mai aspettato, ancora oggi mi emoziona. Mi vergognavo anche un po’ (ride, ndr). Di quell’epoca mi piacerebbe rigiocare la gara di Champions con il Valencia. Quell’eliminazione fu un gran peccato davvero. Eriksson è stato importantissimo per tutti. Sempre un signori, una persona eccezionale che mi resterà sempre nel cuore. Come tecnico che dire, solo lui poteva creare tutto quello”.
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