Biglia, troppi ko: settimo infortunio in un anno e mezzo. E quel limite chiamato continuità...

E con questo fanno sette. Sette infortuni rimediati in un anno e mezzo di Lazio. Una collezione tutt'altro che invidiabile, quella di Lucas Biglia. L'ultimo stop durante il quarto di finale di Coppa Italia con la Juventus: mancano due minuti al 90', Sturaro calcia con violenza il pallone centrando la caviglia destra dell'argentino. La reazione del regista vale più di qualsiasi accertamento strumentale. Lacrime e urla fanno temere il peggio a Stefano Pioli, già frastornato per l'ennesima sconfitta che sta maturando al cospetto della Juventus. Gli esami svolti in Paideia nell'immediato post-partita non lasciano scampo: tre settimane di stop, salvo complicazioni. Saranno ventuno giorni densi di impegni: l'argentino salterà le partite contro Chievo, Udinese, Napoli e Genoa. Difficile pensare che possa recuperare per il match con l'Hellas Verona in programma giovedì 11 febbraio, considerando che sette giorni dopo la Lazio volerà in quel di Istanbul per affrontare il Galatasaray nell'andata dei sedicesimi di Europa League.
CALVARIO SENZA FINE - È la terza volta in stagione che Biglia alza bandiera bianca e finisce ai box. In principio fu Lazio-Bologna, prima giornata di campionato. Al minuto 51' l'argentino si accascia a terra. Nessuno scontro di gioco, a tradirlo sembra essere un cambio di direzione. Niente di nuovo, purtroppo per Pioli. La mente torna alla passata stagione: distorsione alla caviglia contro la Juve in 19 aprile e al ginocchio il 10 maggio con l'Inter. Fino ad arrivare al ko di due giorni fa. In mezzo, le ricadute con la Nazionale. Un calvario senza fine, per un calciatore mai veramente continuo. Questo dicono i dati riportati dalla consueta rassegna stampa di Radiosei: settimo infortunio in un anno e mezzo. Poi c'è il dato sulle presenze: 26 su 38 nella stagione 2013/14, 27 su 38 in quella successiva e attualmente siamo a 14 su 20. Nonostante il nuovo impegno in Europa League, anche quest'anno probabilmente non riuscirà a toccare quota 30. Eppure, da quando si è detto addio a Ledesma, non c'è stato nessuno degno di sopperire all'assenza del Principito. Vuoi per i limiti tecnici di Onazi, vuoi per l'inesperienza di Cataldi, nessuno in questa Lazio è in grado di ricoprire il ruolo di vice-Biglia. Va bene insostituibile, ma nemmeno prendere le cose troppo alla lettera.