FOCUS - Una tragedia chiamata esultanza: Lazio abbonata ai festeggiamenti... dolorosi

Pubblicato il 15/12 alle 14.35
16.12.2015 06:35 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Una tragedia chiamata esultanza: Lazio abbonata ai festeggiamenti... dolorosi

"Si sospetta una lesione tra il primo e il secondo grado del bicipite femorale della coscia sinistra". Il comunicato del medico sociale Stefano Salvatori è il conto da pagare dopo una serata balorda, nel senso tragico del termine. Niente baldoria, niente Notte da Leoni. La Lazio inciampa sui resti della Sampdoria, si fa lo sgambetto da sola. Oltre il danno, la beffa: Federico Marchetti corre verso Matri per condividere la gioia del momentaneo vantaggio e si stira. La Lazio continua ad inseguire la vittoria come Willy Il Coyote con il succulento pennuto. Entrambi hanno fame, entrambi vedono sfuggire la preda sotto il naso. E si fanno anche male, per completare l'opera.

LAZIO, MA COME ESULTI? - Compiere certi scatti dopo una serata nel congelatore, è un'idea poco saggia. Federico Marchetti, tu quoque. Lo scorso 31 maggio Gonzalo Higuain fallisce un calcio di rigore, il portiere di Bassano del Grappa si infortuna nell'esultanza (lamentava già problemi alla schiena, ndr). Mai incidente fu così gradito, la Lazio stacca il pass per i preliminari di Champions League e Marchetti ci scherza su. Perseverare è diabolico. Lazio e Napoli, incroci pericolosi. Il 9 febbraio del 2013 un infortunio anticipa un gol, che anticipa un infortunio. Walter Mazzarri si stira al polpaccio nella scatenata danza di protesta contro i suoi ragazzi. Un minuto dopo la Lazio passa in vantaggio con Sergio Floccari, quasi fosse una premonizione. Stefano Mauri inciampa sul pallone nell'esultanza e la caviglia destra fa crac. Chi non ricorda la gioia incontenibile di Antonio Candreva sotto la Curva Nord? L'esterno realizza la splendida rete del 2-1 contro il Palermo. Un destro imparabile all'incrocio dei pali, la scivolata sul cemento con impatto violento contro la cancellata di ferro che delimita il settore dei tifosi. Procedendo a ritroso troviamo gli artigli di Modibo 'Wolverine' Diakité: 16 gennaio 2011, Libor Kozak decide la sfida contro la Sampdoria con un acuto al minuto 84'. Diakité lo rincorre per portarlo in festa, conficca le sue unghie nella carne del ceco. Risultato? Maglia squarciata, nudo d'autore e legame di sangue sulla schiena dell'attaccante

DI GIOIA IN TRAGEDIA - Lazio regina delle esultanza disgraziate. Qualcuno però ha fatto di peggio, festeggiamenti da codice rosso. Dennis Swales, calciatore dell'Hartlepool, ha rischiato la paralisi dopo un classico tuffo sull'acqua 'alla britannica'. La sua faccia si blocca nella fanghiglia e il movimento d'inerzia del resto del corpo gli provoca la rottura di alcune vertebre e danni a quattro dischi del collo. Pare che il ragazzo non abbia avuto problemi permanenti. Le scivolate sul (finto) prato verde possono rivelarsi letali. Sergio Garcia dell'Espanyol si è lesionato il ginocchio causa terreno pesante, Arjen Robben è stato più fortunato nella slittata mal riuscita contro il Braunschweig. Aldo Serena invece ha subito alcune ustioni causate dalla calce delle linee del campo del Partenio di Avellino. I cartelloni pubblicitari rappresentano un altro nemico del calciatore in festa. Nel 2001 Martin Palermo si rompe tibia e perone nel tentativo di scavalcare atleticamente l'ostacolo, Bonaventura e Bonucci se la sono cavata con una violenta facciata sul cemento. Occhio anche alle capriole. Miroslav Klose ha detto stop ai salti mortali, meglio non rischiare. Maurides, ex attaccante dell'Internacional, si è giocato una caviglia al termine del grande salto. Era il suo primo gol in carriera. Disavventura simile per l'argentino Fabian Espindola in Major League, con la beffa dell'annullamento del gol per fuorigioco. Perry Groves, ex ala dell'Arsenal, soffre ancora di emicrania, frutto di una violenta testata rifilata alla tettoia della panchina. Gioie irrefrenabili, senza filtro. Infortuni con note di miele o seguiti da terribili sciagure supplementari. E poco importa a Ilario Castagner se il suo tendine d'Achille ha fatto crac, nel parapiglia dei festeggiamenti per il suo Perugia in A. Uno spettro di emozioni, dall'estasi all'apocalisse. Paulo Diogo del Servette si è arracampicato sulla recinzione metallica che separa il campo dagli spalti, dopo aver servito l'assist decisivo nella gara contro lo Schaffhausen. La fede nuziale si è impigliata nella rete, quando salta giù due falangi dell'anulare si staccano di netto, anello compreso. Un amore è per sempre, un dito no. Il signor Florian Etter lo ha pure ammonito al termine dell'esultanza. Più beffa di così...