Vecino tiene a galla la Lazio: per la Champions è ancora tutto da scrivere

Un pareggio che lascia tutto aperto, un’altra rimonta disperata, o forse un’ennesima chance sprecata. Vecino mantiene in vita la Lazio per la corsa all’Europa che conta, e arricchisce la schiera dei tanti finali biancocelesti da cardiopalma, rendendo la corsa Champions ancor più avvincente. Errori tanti, i soliti. Ma il cuore, pure, è quello di sempre.
DELE-SÌ - Niente ‘doppie punte’ in avvio: Dia parte dalla panchina, Baroni al fotofinish lancia Dele-Bashiru sulla trequarti dietro a Castellanos, con il ritorno di Isaksen a destra e capitan Zaccagni a sinistra. Cabina di regia intoccabile targata Rovella-Guendouzi, Gila e Romagnoli davanti a Mandas e sulle fasce Marusic e Pellegrini. Tudor, complice la squalifica di Yıldız, risponde con la coppia inedita in avanti Nico Gonzalez e Kolo Muani.
BUONA PARTENZA - La prima occasione della gara arriva già dopo tre giri di lancette ed è di stampo biancoceleste con la bella apertura di Guendouzi che premia lo scatto di Dele Bashiru sulla destra: una volta in area però il nigeriano opta per la conclusione sul primo palo che Di Gregorio devia in angolo nonostante il pallone non fosse indirizzato nello specchio, con buona pace anche dell’accorrente Castellanos. Stessa corsia fertile per la Lazio al 10’, questa volta con Isaksen che una volta guadagnato il fondo indugia forse un po’ troppo consentendo a Di Gregorio leggere bene la traiettoria del cross sventando il pericolo.
EQUILIBRIO - Ritmi sostenuti, sale anche l’intensità degli interventi: a farne le spese Thuram che rimedia il primo giallo della gara con un intervento nettamente in ritardo su Marusic. Di natura diversa, invece, l’ammonizione recapitata a Savona poco dopo, reo di aver trattenuto Isaksen partito palla al piede. Passano i minuti, la Juventus prende campo ma senza causare particolari brividi alla difesa biancoceleste: da sottolineare lo spunto di Alberto Costa, che elude Rovella, ma trova la chiusura di Romagnoli che mura in angolo. Prevale l’equilibrio nella prima frazione, e anche un pizzico di noia.
CI RISIAMO - La solita Lazio di avvio di ripresa, lenta e impacciata, spiana la strada al vantaggio della Juventus: McKennie si infila nella retroguardia laziale e pennella un pallone perfetto per la testa di Kolo Muani che fredda Mandas, bravo solo a sfiorare un intervento da applausi. Ricorre subito alla panchina Baroni, fuori Dele-Bashiru per Dia e un impreciso Isaksen per Pedro che, al primo spunto, ha il merito di far ammonire anche Locatelli, in ritardo su di lui.
CUORE E BRIVIDI - Ma la possibile svolta arriva al 60’: Castellanos va in pressing su Kalulu che non gradisce le attenzioni ricevute rifilando un colpo sulla schiena dell’argentino: Massa è di spalle ma, richiamato al Var, non può che espellere l’ex Milan. Lazio in superiorità numerica, forcing a tutto spiano. Dentro anche Lazzari e Vecino per Marusic e un imbufalito Rovella. La Juve si chiude, è sugli esterni allora che i biancocelesti provano a sfondare con una raffica di palloni in area di rigore, prontamente respinti però dalla difesa ospite. Pericoli pochi, ci prova allora Pedro all’80’ ma la sua conclusione scalda soltanto i guanti di Di Gregorio. Tudor va con la difesa a oltranza: fuori Conceiçao, entrato soltanto in avvio di ripresa al posto di Nico Gonzalez, e Adzic entrato addirittura 5 minuti prima; dentro Gatti e Vlahovic. Al minuto 88 la Lazio avrebbe in dote anche un calcio di rigore netto per il fallo di Di Gregorio su Castellanos, se non fosse che il pallone intercettato da Pedro ha colto proprio l’argentino in fuorigioco. 7 minuti di recupero, la Lazio ci crede, anche quando il palo pieno colpito da Dia, complice un miracolo di Di Gregorio, sembrava aver sopito tutte le speranze. Ultimo giro di orologio, Lazzari va al cross, colpo di testa di Castellanos ancora respinto miracolosamente da Di Gregorio, ma questa volta Vecino, uomo della provvidenza, da due passi segna finalmente il più facile dei gol. Un’ultima discesa di Zaccagni, ma la stanchezza è tanta e il suo tentativo non rende onore all’ultima chance della gara. La Lazio acciuffa con merito l’ennesimo pareggio casalingo in extremis. Per la Champions servirà davvero un’impresa senza precedenti, ma la classifica consente ancora un ultimo colpo di follia.