Coronavirus, Politi (capogruppo Lega): "Faremo ripartire l'economia. Ma l'Europa batta un colpo..."

19.03.2020 07:25 di  Andrea Marchettini   vedi letture
Fonte: Andrea Marchettini - Lalaziosiamonoi.it
Coronavirus, Politi (capogruppo Lega): "Faremo ripartire l'economia. Ma l'Europa batta un colpo..."

L'Italia nella morsa del Coronavirus. Aumentano i contagi, aumenta la paura, ma aumenta anche la voglia di risorgere più forti di prima. La città di Roma, al momento, sembra essere pronta a gestire quest'emergenza. Purché ognuno dia il suo contributo, anche solo seguendo le indicazioni delle autorità. Per vederci meglio, Lalaziosiamonoi.it ha contattato il capogruppo Lega in Assemblea Capitolina, Maurizo Politi, il quale ha risposto alle nostre domande, illustrandoci quelle che saranno le prossime mosse del Comune di Roma.

Che impressione si è fatto del comportamento dei cittadini romani? Siamo sulla strada giusta?

"Penso che la città e soprattutto i cittadini stiano rispondendo bene, con grande senso di responsabilità sia a livello nazionale che comunale. Esclusi pochi irresponsabili che agiscono ancora con superficialità. La situazione è difficilissima. Penso che Comune e Regione debbano dare un grande aiuto in termini economici alle aziende che stanno subendo un contraccolpo incredibile: dagli asili nidi in convenzione, al settore del turismo e alla ristorazione. Riprendere questa situazione sarà complicatissimo. Noi della Lega abbiamo fatto una serie di proposte: dalla questione della sicurezza al rilancio dell'economia. E' vero che le casse comunali non sono in grado di sostenere dei costi altissimi, ma possono portare all'abbattimento momentaneo di una parte delle imposte comunali: dalla TOSAP (tassa occupazione spazi e aree publiche ndr.) alla COSAP. Una serie di imposte che gravano in maniera considerevoli nel commercio".

I cittadini, i commercianti, tutta la città si chiede quando si potrà tornare alla normalità. Si può fare una previsione in questo momento?

"Da una parte non è possibile prevedere a tavolino l'evolversi della situazione. Ma molto dipenderà, oltre che dalle istituzioni, dal senso di responsabilità che ognuno di noi deve avere. Stabilire una data è complicato, questa situazione emergenziale potrebbe durare ancora per diverse settimane. A breve vedremo il picco dei contagi, per poi rientrare in una fase calante che è quello che ci auguriamo tutti. Diciamo anche che entrare nella fase calante non significa uscire dall'emergenza, ma solo che la stiamo gestendo bene. La grande sfida che ci attende sarà quella di risollevarci da una crisi economica che nessuno di noi poteva prevedere. Un ruolo importante ce l'ha anche l'Europa che, al momento, non sta giocando il suo ruolo".

Cosa dovrebbe fare l'Europa?

"Lo abbiamo visto con la Banca Centrale Europea che ha mandato in fumo miliardi di euro per gli italiani. La situazione è drammatica. Se l'Europa oggi c'è, batta un colpo. Deve batterlo sia sugli stati nazionali, ma anche sulle tante regioni che oggi hanno bisogno di aiuti e non di imposizioni".

A proposito di economia: si va incontro a una crisi senza precedenti, cosa può garantire il Comune di Roma agli imprenditori?

"Per quanto riguarda l'imprenditoria privata, l'apporto comunale è di gran lunga inferiore. Ci sono gli strumenti che sta mettendo in campo il Governo che purtroppo sono insufficienti. Quello che può fare il Comune è andare a sgravare alcune imposte che consentirebbero una piccola boccata d'ossigeno agli imprenditori e che, uniti a buoni strumenti di carattere nazionale, potrebbero portarci ad avviare in qualche mese un circuito economico che riesca poi a camminare da solo. Ci attende un periodo difficile: ad esempio, anche dire di posticipare i pagamenti non risolve il problema. Perché il vero dramma non lo viviamo adesso, ma ci sarà dopo per chi ora non sta incassando. Il vero colpo lo avremo con i versamenti di giugno, che saranno relativi agli incassi di questo periodo. Lì ci sarà da fare uno sforzo grandissimo, ed è per questo che parliamo anche del ruolo dell'UE che già in passato aveva dimostrato la propria inadeguatezza a tal proposito".

Oggi alcune categorie, come vigili e autisti ATAC, si sono lamentati della mancata tutela nel lavoro. Mi riferisco all'assenza di mascherine e alla non sanificazione degli ambienti. Queste categorie non lavorano in sicurezza...

"Il nostro personale purtroppo non sta lavorando in sicurezza, perché ad esempio le mascherine mancano e non sono neanche reperibili sul mercato. Eravamo abituati ad importarle dall'estero. Quindi è vero che non stanno lavorando in sicurezza, ma stanno svolgendo un ruolo indispensabile. Da cittadino e da amministratore comunale, mi sento di ringraziare veramente chi rischia la vita e chi sta andando avanti col servizio pubblico. Ma è chiaro che su alcune cose dovremmo agire con maggiore incidenza. Noi accogliamo con favore ad esempio l'approvazione  di alcuni ordini del giorno: ad esempio la rivisitazione delle corse dell'ATAC, soprattutto nell'orario serale e il passaggio nell'orario estivo nel diurno: secondo me è ancora troppo. Accogliamo con favore anche il fatto che da domani non si pagheranno più le strisce blu per agevolare chi viene a lavoro, così come l'apertura dei varchi: perché se noi facciamo pagare il parcheggio e qualcuno opta per il mezzo pubblico, non limitiamo le occasioni di contagio. Per quanto possano essere sanificati, rappresentano sempre un agglomerato di persone".

Vengono fatti quotidianamente tantissimi controlli in Italia e a Roma. Quanto è importante questo aspetto?

"Sono importanti i controlli per chi non rispetta le ordinanze statali, regionali e comunali. Sottolineo ancora l'importanza del senso di responsabilità dei cittadini: è chiaro che se uno usa in maniera sbagliata le concessioni della legge e, per esempio, la spesa diventa tre volte al giorno o il cane si porta fuori otto volte, tante misure rischiano di essere vanificate e soprattutto si rischia di allungare questo periodo in misura considerevole. E più si allunga, più sarà complicato uscirne anche in termini economici".

Le chiedo anche un commento per quanto riguarda il mondo del calcio. Che idea si è fatto di questa situazione?

"Sia da un punto di vista sportivo che economico, si muovono interessi giganteschi di varia natura. Io credo che valga lo stesso discorso fatto per altre industrie: oggi non si può fare niente, bisogna attendere. Usare responsabilità, anche chi fa sport deve limitarsi. Il mondo del calcio, così come i cittadini, è chiamato alla responsabilità assoluta. Io penso che se ci facciamo muovere solo dalle nostre passioni o dai nostri interessi economici, rischiamo tanto appena diminuiscono i contagi. E se riapriamo le maglie, quel calo considerevole potrebbe avere una nuova curva in ascesa che poi ci costringerebbere ad attuare nuovamente delle misure restrittive. Meglio aspettare qualche settimana in più, ma che consenta al nostro paese di uscire veramente da questa crisi".

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Pubblicato il 18-03 alle 20.01