Lazio, Marchetti a 'Lazialità in Tv': "Con Lulic un rapporto speciale. Mi sono emozionato quando..."

04.10.2022 07:22 di Tommaso Marsili Twitter:    vedi letture
Fonte: Lazialità in Tv
Lazio, Marchetti a 'Lazialità in Tv': "Con Lulic un rapporto speciale. Mi sono emozionato quando..."
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© foto di Federico Gaetano

Eroe del 26 maggio, a difesa di una fede in campo e fuori, Federico Marchetti è entrato nel cuore dei tifosi della Lazio. Questa sera, ospite a 'Lazialità in Tv', l'estremo difensore ha ripercorso la sua carriera in biancoceleste parlando anche della squadra di Sarri: "Sto bene, sto cercando una squadra. Non mollo, vorrei fare l'ultimo anno e chiudere a 40 anni. Chiamare Lotito? L'ho beccato in centro qui a Roma, abbiamo fatto due chiacchiere e mi ha raccontato dei miglioramenti fatti in questi anni. Ora sono fermo qui a Roma. Con il Genoa non ho rinnovato perché la nuova proprietà ha messo da parte quelli più maturi. Per il futuro mi vedo allenatore di una squadra".

L'ARRIVO - "Arrivai alla Lazio nel 2011 con Klose e Cissé. La trattativa è nata in modo strano: io ero fuori rosa con il Cagliari e loro cercavano un portiere perché Muslera non avrebbe rinnovato. Come secondo avevo Bizzarri, un portiere affidabile".

POSSIBILE RITORNO - "Un ritorno in estate? Sono stato contattato da una testata giornalistica quando si fece male Carnesecchi, ai tempi vicino alla Lazio. In quel caso dichiarai la mia piena disponibilità a tornare. Ho un po' di rammarico per com'è andata con il Genoa, sarei potuto andare al Napoli". 

SCALA DI PAURE - "La traversa di Totti in finale di Coppa Italia? La vera paura l'ho vissuta al gol di Pjanic nella stracittadina che vincemmo per 3-2. Dopo la rete del bosniaco mancavano ancora 8 minuti. Se avessero pareggiato mi avrebbero crocifisso in Piazza del Popolo. Stavamo alti, volevamo condizionarlo a tirare fuori. La pioggia ha rallentato il mio rientro in porta. Tutti i miei compagni mi hanno guardato".

IL MURO  - "Con Dias e Biava bastava guardarci e sapevamo cosa fare. Ledesma era lo schermo davanti la difesa. Incredibile". 

PARTITE MEMORABILI - "La partita che ricordo con più affetto? La semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Juventus. Memorabile".

DUE PESI E DUE MISURE - "Il trattamento diverso della stampa? Non l'ho mai avvertito, forse perché i miei colleghi della Roma non hanno fatto grandi stagioni. Stekelemburg è arrivato nel mio stesso anno e non è riuscito a rendere. Mom è riuscito a superare il blocco iniziale".

ACERRIMO NEMICO - "Non ho mai avuto una bestia nera. Pirlo sui calci piazzati mi ha sempre creato difficoltà, ma attaccanti bene o male no". 

ABITUDINI - "Facevo ritardo con le scarpe e i guantoni, ma non per scaramanzia. Mi piaceva avere le scarpe strette. Qualcuno non mi notava e partiva senza di me. In Europa League ci hanno multato per i miei ritardi. Poi mi hanno messo fuori rosa così le multe non arrivavano più (ride, ndr)". 

SALUTO ALLA CURVA - "Quando venni per la prima volta a Roma da avversario salutai la Curva Nord e i tifosi genoani mi hanno contestato. Con loro non è mai scattata la scintilla, sin dalla prima partita. Per me è stato emozionante, non fa nulla".

ALIMENTAZIONE - "Sono stato sempre attento alla linea, Giocondo mi assecondava e tutti volevano ciò che mangiavo. Era un cinema".

LA TRAVERSA DI TOTTI - "Loro dovevano recuperare, noi abbiamo lavorato male di reparto. Ebbi il riflesso di toccare con la mano sinistra, conservo ancora il guantone sinistro. C'erano dei giocatori pronti a prendere la ribattuta". 

LULIC - "Con lui abbiamo passato momenti belli e brutti, si era creato un affiatamento speciale. Quando abbiamo giocato a Napoli indossavo la sua maglia sotto. Si pizzicava con Candreva, era un cinema tra loro due. Gli facevo le battutine: 'Quel gol ti ha cambiato la carriera'". 

CISSE' - "Era un bel personaggio, folkloristico. Si presentava agli allenamenti in ritardo in ciabatte. Ogni volta una macchina diversa".

26 MAGGIO - "Loro avevano paura di perdere. Noi, con il ritiro a Norcia, ci siamo staccati dal clima della città. Quello ci ha aiutato. Il video che ci hanno fatto le famiglie ci ha dato una bella carica. L'abbiamo vinta lì". 

IMMOBILE - "Il legame con Immobile? Lui ha dormito da me quando arrivò a Roma". 

I PORTIERI DEL PRESENTE - "Secondo me Provedel è stata una scelta studiata. Sono stato contento del suo acquisto, è cresciuto molto in questo periodo. Bravo con i piedi, rischia le uscite... Si prende i rischi, ma salva tante cose. Maximiano? Tosta digerire una situazione simile. Errore di lettura, ha giocato l'emozione. Deve essere bravo a rimanere sul pezzo. La competizione con un italiano che conosce già il campionato è difficile. In situazioni diverse si sarebbe potuto integrale in due/tre mesi. Ingresso in Coppa? Sta al mister scegliere".

ZARATE - "Credo si sia smarrito, proprio come motivazioni personali. Io sono arrivato e lui era già fuori rosa. In ritiro era con qualche chilo in sovrappeso. Sono mancate le motivazioni".

PARARIGORI - "Non sapevo di aver parato il 41% dei rigori contro. Ai tempi la video analisi era poco preparata, ora le cose sono cambiate. Handanovic in questo è maniacale. Il rigore con più soddisfazione? Contro il Cagliari, ne parai 2. Il portiere dagli undici metri non perde mai. Quando si sbaglia è più demerito del tiratore che meriti del portiere. Soffrivo tantissimo chi mi guardava dritto negli occhi".

CHAMPIONS A NAPOLI - "Il rigore a Napoli è stato cruciale. Se Higuain avesse segnato sarebbe finita diversamente. Ledesma in quella partita è stato determinante. Per esultare in quel momento mi sono fatto male, ho saltato la Nazionale per lo strappo al dorsale. Non riuscivo a continuare, ma non mi avrebbero cambiato. Quella Champions poi non la giocammo e quello è il mio più grande rimpainto".

IL FISCHIO FANTASMA - "L'episodio con l'Udinese che non ci fece andare in Champions? Ho sentito il fischio e mi sono buttato a terra. Ci siamo scagliati tutti contro Bergonzi". 

COSTRUZIONE DAL BASSO - "Se preparata può dare dei vantaggi. Il portiere deve sapere quando e come farlo. A Genova l'ho provata e secondo me è una soluzione importante, il portiere si adatta. In Italia pensiamo solo ai rischi, mentre all'estero guardano i vantaggi di questa giocata. Noi ai tempi avevamo Matuzalem e Ledesma che venivano a prendersi la palla". 

MITI DEL PASSATO - "Marchegiani o Peruzzi? Il secondo mi assomiglia di più, soprattutto nell'attacco palla".

STRAKOSHA - "Strakosha? Mi è piaciuto più all'inizio, quando mi prese il posto. Poi si è seduto e il livello si è appiattito. Ero convinto che Reina gli avrebbe levato la titolarità. Non è stato spinto dalla società, lui è un bravo ragazzo".

LA LAZIO DI SARRI - "C'è tanta qualità. Personalmente sono rimasto impressionato dalla Lazio di Inzaghi pre Covid. Non so se avrebbero vinto lo scudetto. Questa è una bella squadra. L'anno scorso hanno peccato in continuità, ora hanno assimilato il gioco e sarà una bella stagione". 

Pubblicato il 3/10