Isaksen, dalla crescita alla delusione. Con Sarri ci prova ripartendo dal via

RASSEGNA STAMPA - A un certo punto della stagione appena conclusa, Isaksen sembrava aver trovato definitivamente il proprio spazio. Sembrava pronto a decollare. Ora, però, rischia di ritrovarsi di nuovo al punto di partenza. La fine del campionato ha lasciato più di un interrogativo, il danese ha chiuso male, al di sotto delle attese. E il futuro è tornato a essere un rebus.
Con Baroni, il percorso di crescita è stato evidente. L'allenatore lo ha rilanciato, Isaksen ha risposto con prestazioni in crescendo, trovando il gol, l'assist, l'incisività. Si era preso anche la scena nei big match, diventando una risorsa vera. Un'ala rapida, verticale, che attaccava la profondità e saltava l'uomo. Quella che con Sarri invece si era vista raramente. Il primo anno di Gustav, d'altronde, era stato tutto in salita. Isaksen - riporta Corriere dello Sport - faticava a comprendere le richiede del gioco sarriano. Lui veniva da un calcio più istintivo e con difese più aperte. Quando parlò dopo le dimissioni del Comandante, ammise di aver vissuto mesi complicati: "Finalmente lavoro con un tecnico che mi parla, che mi dice quello che devo fare. Ciò che ho sbagliato e quello in cui ho fatto bene al termine di ogni partita. Era quello che cercavo sin dall’inizio. Con i precedenti allenatori non comunicavo. Non dicevano nulla".
Ora la situazione è tutta diversa. Isaksen, che ora ha imparato l'italiano, si troverà comunque a dover riscrivere la propria storia. Baroni lo considerava titolare inamovibile, Sarri aveva sempre puntato su Anderson. "Pipe" adesso è tornato in patria e il danese di oggi è ben diverso da quello del primo anno italiano. Lo sa bene anche il tecnico, che non avrebbe problemi a lavorare nuovamente con l'ex Midtjylland. Nulla di personale, meramente una questione tecnico-tattica. E se il danese riuscisse davvero a entrare nel sistema sarriano, potrebbe uscirne migliorato. Isaksen - ora sì - ha dimostrato di avere talento. Ma bisogna lavorare ancora tanto per farlo esprimere al meglio. Esattamente quel tipo di "missioni" che piacciono tanto a Sarri.
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