INCONTRO - Andrea Agostinelli: "Allenerei la Lazio anche gratis"

02.06.2009 00:01 di  Giulia Costantini   vedi letture
Fonte: Giulia Costantini - Lalaziosiamonoi.it
INCONTRO - Andrea Agostinelli: "Allenerei la Lazio anche gratis"

Andrea Agostinelli ex centrocampista laziale dei tempi mitici di Re Cecconi e company. Oggi allenatore di valore, ma alla ricerca di nuove frontiere. lalaziosiamonoi.it lo intervista in esclusiva.

Gli inizi e gli aneddoti ai tempi della Lazio.
“E’ passato tanto tempo, venivo dal settore giovanile, poi esordii in Serie A a diciotto anni: cosi inizia la mia storia. Ho giocato insieme a Re Cecconi che, purtroppo, dopo qualche mese morì. Venni subito identificato come suo erede: la sua stessa maglia e stessa capigliatura, anche se però eravamo due giocatori dalle caratteristiche assolutamente diverse. Per cinque anni sono stato in prima squadra, per poi andare a Napoli, da lì iniziai un’altra carriera, diciamo, incominciai a girare l’Italia”.

Cosa è mancato nella sua carriera per arrivare a dare il massimo?
“E’ mancato il momento decisivo. L’anno di Napoli, che doveva essere la mia consacrazione, non andò molto bene; è vero che dopo feci tre anni straordinari con l’Atalanta, però se l’anno di Napoli fosse andato meglio sarebbe stato ideale. Avrei potuto bene entrare in Nazionale maggiore”.

Dopo diciassette anni termina la sua carriera da calciatore ed inizia quella d’allenatore con ottimi risultati, ma viene quasi sempre, subito esonerato. Come mai?
“Perché in Italia a volte non si riesce ad avere pazienza. I miei ultimi risultati d’allenatore sono molto positivi. Sono andato via da primo in classifica, sono andato via da metà classifica a Trieste, perché? Perché, magari, quando capita un momento difficile in solo due o tre partite, i Presidenti non sanno avere pazienza, anche se il risultato in generale è importante”.

Come ha visto la stagione, appena terminata, della Lazio?
“Io la reputo una stagione positiva, perché quando si vince la Coppa Italia non può che essere una stagione positiva; è ovvio che forse è stata al di sotto delle sue potenzialità, io credo che la Lazio abbia espresso un buonissimo gioco, peccato sia stata poco continua, questo è stato sicuramente il suo difetto, comunque quando vai in Uefa, vinci la Coppa Italia e puoi giocarti la Supercoppa a Pechino, non sarà stata una annata straordinaria, ma una buona annata, bisogna dirlo”.

Ricorda un derby del suo passato?
“Certamente ne ricordo alcuni, ma in particolare uno: vincemmo 1-0, la Roma giocò una bellissima partita e noi facemmo solo quel tiro in porta. Quelli sono i migliori derby vinti”.

Cosa pensa di Zárate , ma soprattutto secondo lei si riuscirà a riscattarlo?
“Io credo assolutamente di si, questo è un giocatore da riscattare in assolutamente, è potenzialmente un affare incredibile: primo ha le potenzialità per essere venduto tra due anni a 50 milioni di euro, secondo è un giocatore che ha fatto la differenza, questo anno, diverse volte con la Lazio. Uno dei migliori giovani in circolazione a livello Europeo”.

Pandev ha chiesto di essere ceduto, cosa pensa di questo caso?
“Mi dispiace, perché questo giocatore è un talento vero, un giocatore che ha fatto bene alla Lazio, è stato uno dei più importanti. Se uno ha voglia di essere ceduto, secondo me, non dovrebbe essere fermato, perchè le volontà dei giocatori, purtroppo, nel mondo di oggi, diventano importanti quasi come fossero un ricatto per la società. A me non starebbe bene, però io, alla fine, voglio nella mia squadra gente che ha voglia di rimanere per un progetto”.

Dove deve agire, sul mercato, Lotito?
“Credo, dietro e al centro campo, se va via Pandev, è ovvio, in avanti”.

Cosa manca a questa Lazio per competere ai massimi livelli?
“Mancano tre giocatori di statura Europea”.

La carriera nella Lazio per Delio Rossi, è giunta a termine?
“Io spero di no, perché Delio Rossi è un bravissimo allenatore. Sono un suo grande ammiratore, è un mio collega e lo stimo molto. A volte abbiamo discusso un po’. Per me il suo valore deve essere più pubblicizzato, lo reputo tra i migliori in Italia, però vedo una stampa non favorevole, questo mi dispiace. Non è giusto”.

Le piacerebbe tornare ad allenare?
“Io devo tornare ad allenare, non ce la faccio più, veramente. Ho voglia d’allenare: questa è la mia vita”.

Allenerebbe la Lazio?
“Gratis!”

Si proporrebbe?
“Non serve proporsi, anzi proporsi è sempre deleterio”.

Di che squadra è tifoso? O non si sbilancia per professionalità?
“Purtroppo è vero, sui campi la professione fa perdere quel tipo di sentimento, però voglio dire la verità: laziale!”.