5 GIORNI AL DERBY - Gli ex Primavera: "Niente paura, siamo la Lazio. Di Canio esempio per tutti"

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04.11.2015 06:50 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Daniele Rocca/Francesco Tringali-Lalaziosiamonoi.it
5 GIORNI AL DERBY - Gli ex Primavera: "Niente paura, siamo la Lazio. Di Canio esempio per tutti"
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© foto di Federico Gaetano

Il countdown prosegue: 118 ore ci separano dal fischio d'inizio della 163esimo derby. Gli impegni europei di entrambe le squadre non rappresentano un ostacolo, sono un muro di sottilissimo cristallo. Trasparente. La testa è già alla stracittadina, Rosenborg e Bayer Leverkusen non valgono una stagione. La supremazia Capitale, sì. La seconda tappa di avvicinamento al derby rigurarda chi con l'aquila sul petto c'è nato e cresciuto. Quelli che hanno avuto il privilegio di vestire i colori del cielo. Tifosi, prima che calciatori. Gli ex Primavera hanno rivelato alla redazione de Lalaziosiamonoi.it il loro stato d'animo a pochi giorni dalla partita più importante dell'anno.

Cosa significa da tifoso vivere un derby? Dentro di te prevale la speranza di vincere o la paura di perdere?

LORENZO FILIPPINI: "Mi aspetto una partita giocata alla pari che sarà decisa da un episodio, da un dettaglio, come sempre accade in queste occasioni, speriamo possa essere a favore della Lazio. In me non prevale una delle due emozioni, sono entrambe molto forti. Il derby non sarà lo stesso senza tifosi, questa partita è così speciale grazie a loro che la vivono tutto l'anno e non aspettano altro a Roma si vive di questo si vive della rivalità tra le due tifoserie hanno reso questo match tra i più belli al mondo".

LORENZO SILVAGNI: "Mi hanno sempre detto ed è cosa che sostengo io, che un derby non si gioca, tu puoi anche perdere ma non puoi uscire dal campo se non hai la maglietta zuppa di sudore e il 'sangue' del tuo avversario, gli avversari nel derby li devi uccidere devi far capire loro che sei tu che comandi, no gli altri. Dentro di me non è mai prevalsa né la speranza di vincere me la paura di perdere bensì io volevo vincere non sperando in qualche cosa, magari al fatto che gli altri fossero più deboli, ma volevo vincere per dimostrare che noi eravamo più forti, sempre! Non c'è e non c'era speranza di vincere ma voglia di vincere".

RICCARDO SERPIERI: "Il derby è la partita più attesa dell'anno e dentro di me c'è più prevale la speranza di vincere, anche perché la mia Primavera non ha mai perso un derby".

CRISTIANO LOMBARDI: "Vivere un derby, vuol dire smettere di vivere per qualsiasi altra cosa in quella settimana. Il pensiero va sempre lì, a quello spettacolo a cui assisterai la domenica".

SIMONE MILANI: "Spiegare cosa significa il derby è impossibile. Lo senti la settimana prima, due settimane prima, e cresce giorno dopo giorno. Ogni tifoso vorrebbe vedere soltanto 11 giocatori che onorano la maglia, il derby è la partita più sentita del campionato, ma quest'anno sarà diverso perché senza curve non sarà la stessa cosa. Dentro di me, ho sempre la voglia di vincere, se parti già sconfitto perderai sempre, bisogna partite con la convinzione che tu sei la Lazio, la prima squadra della capitale. Sono loro che devono avere paura di noi".

LORENZO PACE: "Da tifoso il derby è una partita a parte, appena esce il calendario della serie A vai a vedere quando c'è e quella data non te la dimentichi perché ce l'hai stampata nella mente. Dentro di me non c'è un sentimento che prevale, peró è piu la speranza di vincere, perché viverlo in questo modo è piu bello".

SIMONE SANNIBALE: "In un derby prevale la paura di perdere, visto che si andrebbe incontro a sfottò continui. In questi ultimi anni i derby sono coincisi con delle mie partite, ogni volta che sono riuscito a vederlo abbiamo perso. Domenica gioco in contemporanea con la Lazio, quindi questa può essere una buona notizia (ride, ndr)".

FERDINANDO SFORZINI: "Nella testa credo ci debba essere solo un pensiero positivo. Viverlo con la paura non ha senso, serve positività. Non sono uno scaramantico, ma in campo prima di una partita c'è un rito che rispetto, in un derby quasi mai".

EMILIANO CORSI: "Quando va in scena il derby la paura di perdere c'è sempre, ma è la speranza di vincere la fonte primaria per le energie. Bisogna crederci sempre, sappiamo quanto sia importante questa partita per tifosi e squadra. Se fossi un giocatore della Lazio, l'unica cosa che lascerei a casa è la paura di perdere. Prima della partita guarderei i tifosi, prenderei la carica da lì, senza alcun gesto scaramantico".

Ricordo di un derby vissuto a mille: quale è la stracittadina che hai visto da casa o allo stadio e che porterai sempre con te?

LORENZO FILIPPINI: "Ovviamente il 26 maggio non si può dimenticare. Ma tengo nel cuore anche un derby che ho giocato con la Primavera alle Final Eight: vincemmo 3-2 con una rimonta indimenticabile".

LORENZO SILVAGNI: “Ho vissuto il derby sempre in compagnia dei miei amici che mi hanno trasmesso questa lazialità è il derby che porterò sempre con me sarà quello del 3-2. Non ricordo la data ma era il derby di andata della stagione dove poi abbiamo vinto la ‘coppa in faccia’. L'ho vissuta dal giorno prima, tensione e adrenalina, dalla mattina a Ponte Milvio ci siamo riuniti siamo andati a piedi allo stadio da lì con tutta la Curva Nord. Poi siamo entrati allo stadio ed abbiamo vinto tutti”.

RICCARDO SERPIERI: "Il derby più bello naturalmente è quello vinto in finale di Coppa Italia (26 maggio 2013 ndr.)".

CRISTIANO LOMBARDI: "Il derby che mi ha fatto sognare ultimamente è quello del gol di Klose. Penso di aver finito energie vitali in quel momento!".

SIMONE MILANI: "Il derby che mi è rimasto dentro è il 26 maggio, che domande. Ogni laziale ricorda quel giorno come fosse ieri. Il derby che ha scritto la storia, noi siamo la storia".

LORENZO PACE: "Mi ricordo il derby vinto con il gol all'ultimo di Behrami, stavo in Tribuna Tevere. Mancavano pochi minuti alla fine della partita e per evitare tutto il macello della gente che usciva dallo stadio (perchè era pienissimo di gente) dissi a mio padre di andarcene qualche minuto prima, ma lui mi rispose di no per fortuna. E quando Behrami ha segnato all'ultimo secondo tutti i tifosi dietro di me mi sono salti addosso... è stato bellissimo!!!".

SIMONE SANNIBALE: "Ricordo bene il famoso derby di Di Canio in cui sedevo in panchina, è questa la partita più bella per me e penso anche per tanti laziali. Ricordo che andai ad abbracciare Rocchi sotto la Nord, gli avevo promesso che saremmo corsi sotto i tifosi".

FERDINANDO SFORZINI: "La stracittadina più bella e più importante per me è quella di Coppa Italia, ma anche il pareggio di Castroman all'ultimo minuto. A livello di importanza dico quello di Lulic, è irripetibile".

EMILIANO CORSI: "Il derby che ricordo con piacere è quello in cui segnò Castroman. La Roma era prima in classifica, quella fu una partita in cui tutti davano per scontato il risultato. Allo stadio molti tifosi avevano abbandonato il proprio posto cinque minuti prima della fine, per chi rimase però fu una gioia incredibile. Ricordo bene anche il derby di Di Canio, mi allenai con lui durante quella settimana e ho sentito la pressione e la sua voglia di far bene".

La tua lazialità da dove nasce? Dalla famiglia, dai tuoi amici, chi ti ha trasmesso questa fede?

LORENZO FILIPPINI: "Con la maglia della Lazio ci sono cresciuto. Impossibile non innamorarsi di quei colori".

RICCARDO SERPIERI: "La mia lazialità nasce dal fatto che sono cresciuto nella lazio, e con la Lazio - in ambito giovanile -ho vinto tutto. Da piccolo la mia fede non era biancoceleste, ma ci sono diventato col tempo".

CRISTIANO LOMBARDI: "La mia lazialità nasce dal momento che ho messo piede a Formello. Da quel giorno sono cresciuto come uomo e come calciatore".

SIMONE MILANI: "Devo tutto a mio nonno e ai miei genitori che mi hanno trasmesso questo amore, un amore che durerà per tutta la vita".

LORENZO PACE: "I miei sono tutti laziali, e loro hanno trasmesso questa fede anche a me. Quando ho iniziato a seguire il calcio, intorno ai 4-5 anni, c'era la Lazio di Cragnotti. Una squadra che faceva invidia a tutto il mondo, aveva grandi campioni. È anche per questo motivo che decisi di essere della Lazio".

SIMONE SANNIBALE: "Io sono un laziale cresciuto nella Lazio. Siamo stati tutti abbonati in famiglia: io, mio padre e mio figlio".

FERDINANDO SFORZINI: "La Lazio è casa mia (ride, ndr.). Abito vicino Formello e la porto sempre nel cuore".

EMILIANO CORSI: "Giocare nella Primavera della Lazio ti fa amare quei colori. E avere Di Canio come mentore in prima squadra amplificava questo sentimento".