Alla scoperta di Biglia, Xabi Alonso come modello: "Alla Lazio realizzo il mio sogno"

AGGIORNAMENTO ORE 16.10 - Prende la parola Demy de Zeeuw, centrocampista dell'Anderlecht in prestito dallo Spartak Mosca: "Spero di poter diventare un giocatore importante per l'Anderlecht. Non sarò il nuovo Lucas Biglia – ha affermato al portale voetbalkrant.com – voglio impormi con il mio nome. Siamo due giocatori diversi. Biglia dovrebbe andare a giocare in un importante campionato europeo, dove il calcio è di un altro livello rispetto al resto”.
AGGIORNAMENTO ORE 13.24 - Lucas Biglia ha parlato ai microfoni de L'Avenir: "Voglio realizzare il mio sogno di giocare in un grande campionato. Le carte sono sul tavolo, non mi resta che firmare per questo club che pagherà 5,5 milionidi euro, più le commissioni, per acquistarmi. L'Anderlecht conosceva le mie intenzioni, dopo la sconfitta di Bruges ebbi una discussione chiara con il direttore sportivo e lui mi promise che, in caso di titolo, mi avrebbe ceduto"
"Mi piace recuperare la palla e distribuirla", ma non chiamatelo già vice-Ledesma. Lucas Biglia è a un passo dalla Lazio, dopo il derby ci sarà tempo e modo di definire gli ultimi dettagli. Operazione da 6-6,2 milioni di euro, quadriennale da 1,4-1,5 milioni: dopo la punta colombiana Brayan Perea, il secondo acquisto 2013/14 sarà proprio il centrocampista argentino. Saluterà l'Anderlecht dopo otto lunghe stagioni, uno scudetto vinto domenica proprio grazie a una sua punizione, la fascia di capitano ormai tatuata sul braccio. Per i tifosi del club belga è un addio molto simile a quello di Roberto Mancini dalla Sampdoria (fatte salve le dovute proporzioni tra un buon giocatore e un fuoriclasse assoluto). Biglia arriverà a Roma principalmente per un obiettivo: permettere a Cristian Ledesma di concedersi il lusso di una pausa ogni tanto. Poi starà a Vladimir Petkovic capire se i due potranno giocare insieme o se, addirittura, l'argentino riuscirà a mettere in crisi lo status d'intoccabile del suo connazionale. "Guardo il calcio di Xabi Alonso, dà equilibrio al Real Madrid e alla sua Nazionale", il modello di Biglia è chiaro: come riporta il Corriere dello Sport, lo scorso anno fu proprio il club madrileno a mettere gli occhi su di lui: "Mi fu detto che Mourinho era interessato a me". Il prossimo anno la sua terra sarà l'Italia, una sorta di ritorno alle origini: i suoi antenati hanno origini fiorentine. La Lazio come occasione per rilanciarsi in nazionale, dopo la convocazione alla Coppa America nel 2011: "Per riconquistare l’Argentina devo giocare in un torneo importante", allora si capisce la scelta di approdare in Italia. Di viaggi ne ha fatti pochi nella sua vita, gli è bastato quello compiuto a 20 anni: dal Sudamerica all'Europa, dalla calda Argentina al freddo Belgio. Deve tutto al padre Miguel Angel "Pego": ancora in fasce gli ha messo un pallone tra i piedi, a quattro anni lo portò al Quilmes, a dieci lo fece esordire nella squadra di Mercedes (città natale di Biglia) da lui gestita. Poi il salto all'Argentinos Junior, la squadra dove uscì alla ribalta un certo Maradona: "Grazie a Dio mi sono formato nell’Argentinos, in una scuola mirata, utile ai centrocampisti centrali. Lì insegnavano a distribuire il gioco, a far scorrere la palla, è il mio calcio. A quel tempo segnavo molto su rigore o su punizione, anche tirando da lontano. Nel corso degli anni ho un po’ perso questa caratteristica. Mi piace recuperare la palla e distribuirla, al gol arrivo in modo diverso, dialogando con i compagni, attraverso scambi e inserimenti". Quest'anno sono state 5 le reti messe a segno, condite da 9 assist. Prima del salto in Europa, l'esperienza all'Indipendente, dove fu allenato dalla leggenda argentina Cesar Luis Menotti: "E' stato un grande, devo dirgli grazie se gioco a calcio a certi livelli. Devo molto anche a Falcioni, un giorno all’Independiente si mise davanti a me, mi prese la mano, mi disse che la maglia 5 era mia, che il posto da titolare dipendeva da me, non dai giocatori che sarebbero arrivati". Nel 2008 l'addio al padre, un momento difficile per Lucas. Come quello vissuto a gennaio, quando voleva partire: si è ripreso, ha guidato l'Anderlecht allo scudetto, così da poter salutare al meglio i suoi tifosi. Lo chiamano el Principito, è sposato con Cecilia Ambrosio: la loro figlia Allegra ha quattro anni. La famiglia sarà entusiasta di conoscere Roma, chissà se la moglie non starà già chiedendo informazioni sulla loro prossima casa.