ESCLUSIVA Radiosei - Patrizia Panico: “Sempre biancoceleste dentro, ma quante lacune questa Lazio...”

Pubblicato ieri alle 20:45
19.02.2014 07:00 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Manuel Gavini - Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA Radiosei - Patrizia Panico: “Sempre biancoceleste dentro, ma quante lacune questa Lazio...”

E’ l’emblema assoluto del calcio a undici femminile contemporaneo e non solo, bomber senza età, capace di vincere dodici volte la classifica marcatori della Serie A. Biancoceleste nell’anima, l’intramontabile Patrizia Panico - più di cinquecento reti in meno di seicento partite giocate con le casacche di Lazio, Torino, Modena, Milan, Bardolino e Torres - vanta un palmares ineguagliabile: ventuno trofei a livello di club, record di presenze in Nazionale (186), dove è padrona indiscussa della fascia di capitano, a un passo dalla vetta anche nella graduatoria delle migliori marcatrici azzurre di sempre (98 reti segnate contro le 102 di Elisabetta Vignotto e le 105 di Carolina Morace). Indimenticabili gli anni d’oro con l’aquila sul petto, tra il 1993 e il 1996 e poi tra il 1998 e il 2003, prima della grave crisi finanziaria del club biancoceleste che la strappò dalla sua squadra del cuore. Oggi bomber della Sassari Torres, la Panico viene dall’ennesimo weekend trionfale della sua carriera, come racconta in apertura dell’intervista esclusiva concessa ai microfoni di Radiosei.

Una tripletta nel 5-1 finale contro le giallorosse della Res Roma: ti sei regalata una giornata perfetta…

Quei colori mi mettono il sangue negli occhi! I cori contro di me per tutto l’arco della partita ci stavano, visto che chiunque conosce la mia fede laziale, e me li aspettavo. Quello che forse non sanno è che quell’atmosfera mi carica moltissimo. La sensazione è sempre quella di giocare un derby, anche senza la maglia biancazzurra addosso sono sempre laziale dentro. Per tutto il match ho pensato solo a vincere, ma senza affanni o nervosismi particolari”.

Il movimento calcio a 11 femminile è in crescita?

Sì, e dispiace che se ne parli sempre in maniera molto sporadica e di riflesso, magari quando c’è da mettere in risalto una parentela con qualche calciatore famoso. A livello mediatico ci si sofferma sempre sulle sfumature, più che sul calcio vero e proprio. Ad esempio la Nazionale azzurra si sta giocando la qualificazione ai Mondiali del 2015 in Canada e in pochi ne sono a conoscenza”.

I tuoi prossimi obiettivi?

C’è la voglia di vincere un altro scudetto, ma prima ho in testa i quarti di Champions, a fine marzo contro il Turbine Potsdam (il 23 la sfida di andata, ndr): dovremo fare un’impresa per eliminare una squadra fortissima e passare il turno”.

La Lazio maschile, invece, che sensazioni ti trasmette?

Mi dà sempre molte gioie, ma anche diverse arrabbiature, come domenica a Catania, dove non siamo mai scesi in campo. Reja ha portato un pizzico in più di sicurezza nei propri mezzi, ma sembra quasi di elemosinare bel gioco e risultati. Non sta facendo male, ma del resto fare peggio dell’ultimo Petkovic era impossibile. Insieme a mister Bollini, che io metto sullo stesso piano, ci si avvia verso un buon percorso, ma è evidente che la Lazio abbia grandissime lacune. Anche perché, come al solito, da gennaio non usciamo mai rafforzati”.

La cessione di Hernanes abbassa l’asticella delle ambizioni?

Mi sembra evidente, parliamo di uno dei pochi giocatori che da solo poteva risolvere qualsiasi partita - non solo quelle più semplici - con una giocata. Ha numeri impressionanti e avrei fatto di tutto per tenerlo: se l’obiettivo minimo è quello di arrivare in Europa League uno come lui va tenuto tutta la vita, o quantomeno sarebbe dovuto arrivare un sostituto all’altezza. Non era questo il momento per le cessioni eccellenti, considerando anche che quest’estate non era stato condotto un gran mercato. Del resto anche il Sassuolo è corso ai ripari…”.

Da bomber a bomber: che succede a Miroslav Klose?

Non credo sia uno che giochi per la Lazio anche quando sta male, in quei casi pensa a salvaguardarsi. Ora è fuori forma, non vedo più quello sprint micidiale nei primi metri, ma ci può stare: un calciatore in un’annata può vivere periodi di forma altalenanti”.

L’Europa League dovrebbe essere un obiettivo prioritario?

Sì, e mi sembra assurdo acquistare un giocatore (Postiga, ndr) che non può giocare in questa competizione, quando si sapeva della necessità di far rifiatare Klose e con un Perea che, tolte le prime partite del girone, non è l’attaccante di cui ha bisogno la Lazio. A livello assoluto è sul livello di Kozak: il ceco era più fisico, il colombiano più tecnico, ma siamo lì…”.

Ledesma e Biglia insieme ti convincono?

Sì, ma voglio sottolineare un presupposto: il centrocampo della Lazio non può prescindere da Ledesma, l’unico in grado di verticalizzare palloni precisi di prima, anche a 30 metri. Per le geometrie di una squadra, uno così deve essere sempre titolare. Se poi al suo fianco ha un giocatore in grado di fare il lavoro sporco ben venga, ma la manovra laziale, una volta recuperato il pallone, deve sempre passare dall'oriundo”.

Tra scadenze 2014 e 2015, a chi proporresti il rinnovo tra Biava, Dias, Mauri, Klose, Marchetti e Ledesma?

Sicuramente prolungherei i contratti di Biava, Ledesma e Klose. Lascerei liberi gli altri e, se chiederà di andare via per misurarsi in una squadra in grado di lottare per altissimi livelli, cederei Marchetti. Giocatori svogliati, anche se forti, non li terrei mai”.