Lazio, tanto orgoglio e un punto di speranza: è Pedro-show, Inter bloccata

La Lazio pareggia a Milano contro l'Inter, finisce 2-2 con la doppietta di un eterno Pedro, scivola a -2 dalla Juve quarta e a -1 dalla Roma, oggi sarebbe Conference, ma la matematica ancora dice che la Champions è possibile, seppur difficilissima. Prova gagliarda quella della squadra di Baroni che soffre la fisicità dell'Inter sulle palle inattive, ma soprattutto nella ripresa gioca con grande personalità, anche nei momenti più complessi della partita.
Baroni sceglie Vecino alle spalle di Castellanos con Isaksen e Dia sugli esterni. 4-3-3 o 4-2-3-1 poco cambia, perché la partita la prettamente l'Inter. La squadra di Inzaghi, con il solo Lautaro out, gioca con il piede sull'acceleratore, cerca di aggirare la Lazio giocando sugli esterni con Dimarco e Dumfries spesso coinvolti, aiutati anche dalle sovrapposizioni di Bisseck e Bastoni che aiutano sempre nello sviluppo della manovra offensiva. La Lazio però rimane ordinata e rischia poco. Tavares mura un'acrobazia di Thuram e Dimarco prova il gran gol con il mancino, ma Mandas è attento. La Lazio però ha l'occasione più grande, perché Dia s'inventa un corridoio fantastico per Isaksen che si presenta a tu per tu con Sommer, ma calcia addosso al portiere avversario divorandosi il gol del vantaggio. Gol fallito e gol subito, la regola non scritta più vecchia del mondo (del calcio) si materializza cinque minuti dopo, allo scadere della prima frazione, l'Inter calcia dalla bandierina, la palla rimpalla su Romagnoli e capita sui piedi di Bisseck che è rapido nel coordinarsi e di sinistro sorprende Mandas. Il primo tempo di fatto finisce qui, nel peggiore dei modi per la Lazio.
I biancocelesti approcciano con buon piglio la ripresa e sono pericolosi in avvio con un cross di Isaksen che deviato manda fuori tempo Castellanos a due passi dalla porta di Sommer. Baroni sceglie Pedro al posto di un Isaksen non al meglio. L'Inter controlla, non forza la giocata, cerca di non lasciare spazi alla Lazio che ci prova con un cross teso di Tavares che non trova nessuno a centro area. Il portoghese si ferma poi al 64' per crampi, entra Hysaj. Inzaghi opta per Correa e Carlos Augusto per Taremi e Dimarco, gestione delle forze in vista anche della finale di Champions. La Lazio sfiora il pareggio all'alba del 70', grande giocata di Castellanos che imbecca Dia, ma il senegalese - disturbato da Bisseck - di destro non riesce a trovare lo specchio con Sommer in uscita. Ma è la squadra di Baroni a fare la partita e trova il pareggio meritatamente: azione insistita che porta Marusic al tiro dal limite, palla deviata che finisce a Vecino che appoggia a Pedro che fa centro. Ci vuole il var per accertare il gol laziale, dopo l'iniziale segnalazione di offside. Ma il pari è solo illusorio, perché l'Inter ritrova il vantaggio dopo sette minuti, ancora da palla inattiva, con Dumfries che sul secondo palo stacca e batte Mandas. La Lazio si lamenta per un fallo su Marusic, ma per Chiffi è tutto ok. I biancocelesti però reagiscono, reggono all'ondata d'entusiasmo dell'Inter (pericoloso ancora Dumfries) e colpiscono di nuovo con Pedro, stavolta dal dischetto. Bisseck interviene con il braccio sul "sombrero" di Castellanos, Chiffi lascia andare, ma il Var lo richiama e dopo OFR ecco il giusto penalty. Va l'ex Barcellona che batte Sommer con un destro affilato al minuto 89. L'Inter a quel punto si getta in avanti con tutto il proprio potenziale offensivo e si divora il 3-2 con Arnautovic che da due passi manca l'impatto col pallone dopo la torre di Acerbi. I nerazzurri segnerebbero anche, proprio con l'austriaco, che però viene pescato in fuorigioco. La Lazio regge e porta via un punto che rende ancora possibile - seppur difficilissimo - il discorso Champions.