L'AVVERSARIO - Torino, l'esperienza di Ventura per matare il toreador

Quando si parla del Torino calcio la mente rimanda subito a quella tragedia, sulla collinetta di Superga. La morte di una squadra intera, al rientro da una maledetta quanto inutile amichevole. Quella è stata una delle squadre più forti di sempre, il Grande Torino, capace di inanellare quattro scudetti consecutivi. Oggi il Torino calca nuovamente la Serie A, anche se con un profilo decisamente più basso, dopo stagioni irte di difficoltà. Chiavi della squadra affidate a Giampiero Ventura, esperta guida del massimo campionato.
STORIA – Il Foot-ball Club Torino nasce il 3 dicembre 1906, poi Associazione Calcio Torino dal 1936 per volontà del regime fascista, che intendeva abolire le denominazioni britanniche originarie. Il primo scudetto arrivò nella stagione 1927-28, grazie alle magie dei vari Libonatti, Baloncieri, Rossetti. Il bis nel 1942-43, nasceva il Grande Torino di Valentino Mazzola, Ossola, Loik, Menti, Bacigalupo, una squadra capace di conquistare altri quattro scudetti consecutivi nel dopoguerra, prima di quella terribile tragedia. Bisognerà attendere quasi 30 anno per il settimo titolo, correva l’anno 1976 e lo scudetto arrivò all’ultima giornata, quando i cugini della Juventus fermarono la loro corsa in quel di Perugia. Quello fu l’ultimo trionfo, in ogni caso il Torino ha disputato solo 12 stagioni di Serie B in quasi un secolo di storia, conquistando, oltre a 7 scudetti e 5 Coppe Italia, ben 7 piazzamenti in seconda posizione e 9 in terza. L’ultimo decennio ha rappresentato il momento più buio della società, con tanti anni a fare la spola tra le due serie ed un fallimento nel 2006, somatizzato dal grande gesto di Urbano Cairo. Dopo una grande stagione lo scorso anno, che è valsa la promozione, il Toro affronta nuovamente la massima serie con tanti dubbi ed alcune certezze: una società forte ed un tecnico esperto come Ventura,
CURIOSITA’ – Nel 1908 il Torino non partecipò al campionato perché una nuova norma vietava l’utilizzo di troppi giocatori stranieri. In quegli anni vestirono la maglia granata i quattro fratelli Mosso e i quattro Martin. Fu una delle prima squadre a organizzare un settore giovanile, i Balon Boys (in onore dell’idolo Baloncieri). Nel 1920 una gara di semifinale contr il Legnano durò per altri 68 minuti oltre il tempo regolamentare, in mancanza di una regolamentazione definita, ma alla fine le squadre si strinsero le mani e decisero per un pareggio. Gigi Meroni, indimenticato eroe granata, morì tragicamente il 15 ottobre 1967 investito da un auto guidata da Attilio Romero, futuro presidente granata (2000-05). Nel 1992, nella finale di ritorno persa contro l’Ajax, un rigore non assegnato scatenò l’ira di mister Mondonico , che lanciò in aria una sedia per la rabbia. Il 4 maggio 2003, all’indomani dell’ennesima retrocessione in cadetteria, circa 50000 tifosi si riunirono per una marcia attraverso le tappe della Torino granata. Il record di presenze appartiene a Giorgio Ferrini (566), mentre il massimo goleador è Paolo Pulici (172). Rolando Bianchi ha giocato sei mesi con la Lazio nel 2008, collezionando 16 presenze e 4 reti; Valerio Di Cesare è cresciuto nelle giovanili dei biancocelesti, prima di esser strappato giovanissimo dal Chelsea; anche Gazzi ha passato due stagioni nella Capitale (2001-03), senza mai scendere in campo con la prima squadra. Luis Pedro Cavanda ha collezionato tre presenze in prestito con la maglia granata nel 2011; Federico Marchetti è cresciuto nelle giovanili del Torino, scendendo in campo in un’occasione (2004).
SQUADRA – Ventura utilizza il 4-2-4, suo marchio di fabbrica. Un modulo che prevede l’utilizzo di ali offensive molto alte, ma in fase difensiva si trasforma in un 4-4-1-1 nel quale gli esterni stringono e una delle sue punte va a disturbare il regista in prima battuta. In porta l’esperienza di Gillet è una garanzia, la difesa prevede al centro l’utilizzo di due giocatori molto fisici come Glik e Ogbonna: il polacco è reduce da una stagione importante in B ed è in rampa di lancio, il Nazionale azzurro è uno degli elementi più promettenti in quel ruolo, piace mezza Serie A e con un po’ di esperienza in più può raggiungere il top. Sugli esterno bassi spingono i cursori Darmian e Masiello anche se le quotazioni di D’Ambrosio sono in crescita costante. La cerniera di centrocampo è costituita da due elementi intoccabili, che garantiscono tanta quantità e una buona qualità, vale a dire Gazzi e l’esperto Brighi. Largo a destra agisce Cerci, pupillo di Ventura che lo ha avuto a Bari e a Pisa, sull’altro versante un giocatore più equilibrato come Vives. In avanti il peso dell’attacco poggia sulle spalle del grande ex Bianchi, lasciato a riposo con il Parma, coadiuvato da uno tra Sgrigna e Meggiorini.
BONUS&MALUS – Le squadre di Ventura storicamente riscontrano simili pregi e difetti. Il gioco si sviluppa in gran parte sulle fasce, gli esterni alti restano molto larghi e quando sono in possesso della palla uno degli attaccanti viene incontro abbassandosi, l’altro taglia per il cross. La zona centrale però patisce sofferenze in quanto i due di mezzo si trovano a fronteggiare spesso tre uomini e soffrono nelle ripartenze veloci. Un modulo dunque che può essere bucato al centro e la Lazio con la sua densità nel mezzo può rendersi pericolosa. L’assenza di Hernanes peserà in tal senso, il suo cambio di passo sarebbe risultato fondamentale. La Lazio dovrà cercare di non ripetere gli errori commessi a Firenze, dove è stata schiacciata sugli esterni anche perché i centrali erano impegnati a seguire il continuo movimento delle punte veloci. Il gioco di Ventura concede molti più punti di riferimento, è più lineare e in un certo senso prevedibile, ma specie sul lato di Cerci, Cavanda o chi per lui dovrà prestare attenzione: lasciarsi saltare costerebbe l’aiuto di un centrale, e lo scoprimento conseguente a centro area. Klose dovrà cercare di non restar chiuso nella morsa di due centrali forti fisicamente e anche piuttosto veloci, ma poco esperti…
OCCHIO A… Alessio Cerci è il talento più imprevedibile di questa squadra, l’unico capace di saltare sistematicamente l’uomo, se in giornata. Il punto è che in questo primo scorcio di campionato, la riccioluta ala ha mostrato alcune difficoltà e ha inciso raramente. La classe però è dalla sua parte, chiedere ai difensori dell’Atalanta, incapaci di fermarlo in qualsiasi maniera (3 assist in quella gara). Nelle sue vene scorre sangue romanista…
PROBABILE FORMAZIONE – (4-2-4): Gillet; Darmian, Glik, Ogbonna, Masiello; Brighi, Gazzi; Cerci, Bianchi, Sgrigna, Vives. All.: Ventura.