Cana story: "Devo molto alla Svizzera, mi ha reso grande! Chiudere qui la carriera? Perché no..."

Svizzera, Francia, Inghilterra, Turchia. Quattro Paesi, un minimo comun denominatore chiamato Lorik Cana. Il Guerriero biancoceleste ha lasciato un segno indelebile ovunque è stato, grazie alle sue indiscutibili doti di condottiero. A Roma ha fatica più del previsto per ottenere la fiducia dei compagni e gli applausi del pubblico, ma alla fine è riuscito nel suo intento anche all’ombra del Colosseo. In un’intervista rilasciata ai microfoni di RTSsport.ch, il numero 27 capitolino si è rituffato nel passato, ripercorrendo gli albori della sua carriera da calciatore. Era il 1989 quando insieme alla sua famiglia fu costretto a lasciare l’Albania a causa dello scoppio della guerra. Si trasferì nel Canton Vaud Lorik, nella parte sud-occidentale della Svizzera, e vi rimase fino a 16 anni prima di indossare la maglia del Psg. "So da dove vengo – dichiara il centrale albanese - Il mio percorso di vita e di giocatore è legato alla Svizzera. Losanna non la dimenticherò mai! Ci vado due volte l'anno. Ho avuto la fortuna di avere buone basi da cui partire. Questa è la Svizzera, che mi ha fornito i mezzi per diventare un buon giocatore. Poi sono andato a Parigi per completare la mia formazione”. Di seguito l’intervista integrale.
La Svizzera ti è servita come trampolino di lancio?
“Assolutamente sì. In Svizzera ho fatto un grande lavoro. La Svizzera ha sfornato talenti straordinari grazie anche ad una generazione di immigrati”.
Come Behrami, Xhaka, Shaqiri ...
“I ragazzi che hai citato, ma anche Xhaka e Dzemaili, hanno avuto una bella opportunità e l'hanno sfruttata. A essere onesto, sono convinto che ci siano dei Behrami, Mehmedi, Shaqiri e Xhaka anche in Albania. Purtroppo non dispongono delle strutture necessarie per la loro crescita. E' un peccato, io ho avuto la possibilità di crescere in Svizzera”.
Molti giocatori di lingua albanese hanno scelto di portare la maglia della selezione svizzera. Servirebbero molto nella tua Nazionale…
“Non ci sono dubbi, ma non ho intenzione di fare polemica a proposito dei giocatori che hanno scelto la maglia della Svizzera. Io conosco Xhaka da molto tempo, è un ragazzo per bene. Behrami e Dzemaili li incontro nel campionato italiano. Dispiace perché sono tutti ottimi giocatori di livello internazionale”.
Anche se la speranza è molto sottile, l’Albania crede ai play-off?
“Ci giocheremo le nostre carte. Queste partite di qualificazione si sono giocate in un momento di transizione per noi, con l'arrivo di un nuovo allenatore e l'integrazione di diversi giocatori. I buoni risultati (10 punti a 3 lunghezze dal 2 ° posto) ci hanno fatto ingolosire. Cercheremo di battere il record della Nazionale allenata da Briegel, che ottenne 13 punti. Ad oggi abbiamo realizzato qualcosa di grande. Con le ultime due partite che ci restano cercheremo di fare qualcosa di fantastico per far progredire l'Albania nel ranking FIFA (attualmente 45a, ndr)”.
Ascoltandoti, si capisce che avete intenzione di vendere cara la pelle contro la Svizzera. Sarà dura per loro...
“Sì, giocheremo per vincere. Abbiamo messo tutte le squadre in difficoltà. La nostra squadra darà tutto, lo dobbiamo anche al pubblico che ci ha sempre sostenuto. Questa sarà l'ultima partita casalinga della stagione, quindi dovremo fare di tutto per accontentare i nostri fan”.
Hai un messaggio da trasmettere alla Svizzera?
“Voglio solo dirgli che sarà soprattutto una festa tra due paesi che sono amici. Durante l'incontro, ci sarà molta rivalità, ma questo è normale. La Svizzera è la squadra migliore del nostro gruppo, ma noi vogliamo vincere. Sono sicuro che tutto andrà bene. Abbiamo visto nella gara d’andata a Lucerna (la Svizzera si impose per 2-0, ndr), l'atmosfera era straordinaria, i tifosi erano mescolati sulle tribune. Sai, noi sappiamo che il nostro Paese ha bisogno della Svizzera. La Svizzera ha permesso a molti dei nostri connazionali di lavorare”.
Da un punto di vista più personale, riesci a immaginare di chiudere la tua carriera nel Losanna?
“E perché no (ride,ndr)? Questo è il mio primo club e sarebbe quasi uno scherzo del destino. Non si dimentica mai la prima squadra. Ho ancora molti amici a Losanna. Ci vado due volte l'anno".