IL PRECEDENTE - Roma-Lazio 1-2 e quel coro "Mi diverto solo se gioca Guerino..."

25.05.2013 11:00 di  Matteo Vana   vedi letture
Fonte: Matteo Vana - Lalaziosiamonoi.it
IL PRECEDENTE - Roma-Lazio 1-2 e quel coro "Mi diverto solo se gioca Guerino..."

Derby. Già la parola basta a scaldare gli animi e a far salire la tensione; se poi aggiungiamo che è anche la finale di Coppa Italia il rischio che saltino le coronarie diventa concreto. Una partita che vale una stagione ed anche di più; l'appuntamento con la storia è a portata di mano, la linea tra la vittoria e la sconfitta, tra l'immortalità e l'oblio è fin troppo sottile ed il rischio di rimanere scottati è molto elevato. Ogni tifoso ha un derby preferito, quello che, tra tutti i derby, è e sarà sempre il migliore. Vuoi perchè era il primo al quale ha assistito dal vivo, vuoi per le tensioni che lo hanno annimato alla vigilia o magari perchè vinto in extremis con un gol nei minuti di recupero...

MI DIVERTO SOLO SE... - 21 gennaio 1998, derby di ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia. La Lazio è sicura di passare il turno grazie al 4-1 rifilato ai giallorossi all'andata, ma il derby, si sa, è una partita speciale che nessuno vuole perdere e le formazioni messe in campo danno vita ad un match di grande intensità. Sulla panchina laziale c'è Eriksson alla sua prima stagione in biancoceleste, su quella romanista una vecchia conoscenza biancoceleste, Zdenek Zeman. La Lazio si fa subito pericolosa con Mancini , la Roma è in affanno e Jugovic, su rigore assegnato per fallo di Dal Moro su Rambuadi lanciato a rete, la trafigge. A questo punto la qualificazione è più che al sicuro ed i biancocelesti si rilassano, riuscendo a concludere la prima frazione di gioco in vantaggio. Quella che riesce dal tunnel dello Stadio Olimpico è una Roma decisamente trasformata, che non vuole subire l'ennesima sconfitta (sarebbe la terza in altrettanti scontri diretti). Al 53esimo minuto gli sforzi giallorossi vengono premiati; combinazione Totti-Candela, tiro del francese respinto dalla difesa. Sulla palla si avventa Balbo che, con Marchegiani proteso a terra, riesce a mettere in rete il gol che vale il pareggio. I tifosi giallorossi tirano un sospiro di sollievo, almeno per stavolta la sconfitta sembra sventata, ma non hanno fatto i conti con Guerino Gottardi, l'eroe che nessuno si aspetta. Mancano 12 minuti quando l'italo-svizzero fa il suo ingresso in campo; la partita volge ormai al termine, i giocatori biancocelesti sono con la testa già negli spogliatoi, il pubblico di fede biancocelesti si diverte con gli "olè" ad ogni tocco di palla dei propri beniamini e quelli giallorossi sono andati a casa da un pezzo. Pochi secondi prima del fischio finale, Negro butta in avanti un pallone senza pretese, dopo una carambola la palla finisce tra i piedi di Gottardi che, rimasto in posizione avanzata trova davanti a sé un’autentica autostrada che conduce dritta verso l'immortalità. Il numero 17 si ingobbisce, vola verso la porta vanamente inseguito da Aldair, poi appena entrato in area tocca di precisione sull’uscita alla disperata di Konsel e segna il gol che regala la terza vittoria consecutiva nel derby alla Lazio e lo fa entrare di diritto nella storia e nel cuore dei tifosi.

UN TUFFO NEL PASSATO - Quella Coppa Italia, vinta dalla Lazio dopo aver superato la Juventus in semifinale ed il Milan nella finalissima giocata allo Stadio Olimpico di Roma con Gottardi ancora una volta protagonista, porta incisa la firma del calciatore svizzero, tanto che dopo quella entusiasmente vittoria la Curva Nord gli dedicò anche un coro. Oggi non esistono più giocatori alla Gottardi, l'unico che, per caratteristiche, può avvicinarsi all'esterno della Lazio di Eriksson è il Tata Gonzalez, in dubbio alla vigilia della stracittadina più importante della storia. E allora immaginate se, dopo aver eliminato la Juventus in semifinale, proprio come nel 1998, durante una finale disputata all'Olimpico, al 90esimo minuto, magari sul punteggio di 1-1 fosse proprio l'uruguaiano ad involarsi verso la porta giallorossa...