Lazio, i 10 momenti della carriera di Guendouzi: dal PSG a Sarri

15.08.2025 14:00 di  Niccolò Di Leo  Twitter:    vedi letture
Fonte: Radio Laziale
Lazio, i 10 momenti della carriera di Guendouzi: dal PSG a Sarri
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La Lazio è una squadra che un anno fa ha tentato di aprire un nuovo ciclo. Salutando alcuni dei giocatori più importanti e noti a livello internazionale, ha deciso di ripartire da profili più giovani, ma in alcuni casi non meno esperti. Nella rosa a disposizione di Maurizio Sarri, infatti, ci sono anche degli elementi che nel corso della loro breve carriera hanno avuto modo di confrontarsi con più piazze, vivere più esperienze: anche a livello internazionale. Tra questi c'è Pedro, ma anche quel Matteo Guendouzi tanto apprezzato ovunque sia stato per il uso carisma e la sua grinta. Ed è proprio sulla sua carriera che vogliamo concentrarci, individuando i 10 momenti che lo hanno reso il calciatore che è oggi. 

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SCARTATO DAL PSG - Immaginate un ragazzino, cresciuto tra le strade di Poissy, un sobborgo di Parigi, con il pallone sempre incollato ai piedi. Mattéo Guendouzi muove i primi passi nelle giovanili del PSG, la squadra della sua città. Ma a soli 14 anni arriva la sua prima brutta notizia: il Paris Saint-Germain decide di non trattenerlo, di lasciarlo andare, di non confermarlo all’interno della rosa. Ma quello che per tutti sarebbe stato un fallimento, per lui in realtà è un punto di partenza, è l’occasione di poter dimostrare a sé stesso, al club parigino e al mondo del calcio che il suo destino era ancora tutto da scrivere. Nel 2014 quindi di riprovarci nel Lorient. Prima affronta un prima piccola parentesi con l’U-17, poi viene mandando in seconda squadra dove resterà per due lunghi anni. Saranno l’occasione per mettersi in mostra, ma anche per provare a migliorarsi per farsi trovare pronto quando arriverà il suo momento. E non dovrà attendere molto. È 2016, infatti, arriva il debutto in Ligue 1 contro il Nantes. Guendouzi scende in campo per 20 minuti e conquisterà la fiducia del tecnico Ripoll, che lo farà scendere in campo altre 11 volte nel corso di quella stagione, prima di lasciarlo sbocciare l’anno seguente.

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ARSENAL CALLING - I due anni al Lorient segnano una svolta nella carriera di Guendouzi. Nel 2018 l’Arsenal decide di puntare su di lui, apprezzandone le sue qualità e pronto a lanciarlo nel grande calcio europeo e della Premier League. Il suo adattamento a Londra, però, non è facile. I problemi legati alla lingua, la conoscenza di un nuovo campionato arduo e ricco di ostacoli come la Premier, rendono complicati i suoi primi passi tra le fila dei Gunners. Ma dalla sua Guendouzi ha una caratteristica indispensabile per chi vuole fare questo mestiere: il pelo sullo stomaco. A 19 anni sforna una personalità incredibile e rapidamente riesce a superare tutte le difficoltà, guadagnandosi la fiducia di Unai Emery. Il suo esordio arriva subito. Nella prima giornata di campionato il tecnico spagnolo lo manda in campo dal primo minuto contro il Manchester City. L’Arsenal perde 2-0, ma Guendouzi è una delle poche note liete. Gioca con sicurezza, si sacrifica, corre per tutto il campo con grinta e determinazione. I tifosi dell’Arsenal impiegano pochi minuti a capire che a Londra era arrivato un nuovo idolo, un giocatore destinato a ispirare l’Emirates Stadium, al punto da dichiarargli subito il proprio amore con un coro tutto per lui.

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IL PRIMO GOL IN CARRIERA - Se c’è un limite che ha sempre caratterizzato la carriera di Guendouzi e che anche oggi è evidente agli occhi dei tifosi della Lazio: è il gol. In 84 presenze con l’Arsenal, il centrocampista francese ha segnato solo una volta. Era il 4 ottobre 2018 e questa rete sarà sempre speciale nella carriera del centrocampista, perché sarà la prima in assoluto nel mondo del professionismo. Quella sera i Gunners erano scesi in campo per una partita di Europa League contro il Qarabağ e al termine di una partita stradominata dalla squadra di Emery, Guendouzi decide di mettere il suo sigillo. Al 79’, Matteo riceve palla al limite, controlla e lascia partire un sinistro preciso e a incrociare, che si spegne alle spalle del portiere avversario. L’esultanza è pacata, ma la gioia inevitabile e visibile sul suo volto, mentre i compagni lo abbracciano al termine della sfida.

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L'AMARO INCROCIO CON SARRI - Vittorie, successi, traguardi raggiunti, ma anche cocenti delusioni. La prima stagione di Matteo Guendouzi con la maglia dell’Arsenal è caratterizzata da un’amara sconfitta in finale di Europa League contro il Chelsea di Maurizio Sarri. Quello che sarà pochi anni dopo il suo futuro allenatore alla Lazio, fu lo stesso a soffiargli il sogno di vincere il suo primo grande trofeo europeo. Nel grande derby inglese di Baku, però, Guendouzi non partì titolare, ma scese in campo solo al 66’, subito dopo il momentaneo 3-0 di Eden Hazard su calcio di rigore. L’ingresso del centrocampista francese diede subito una scossa, con il gol di Iwobi che accorciò le distanze al 69’, prima del crollo definitivo a 18 minuti dalla fine, con la doppietta di Hazard. La partita di Baku contro Sarri fu probabilmente la seconda delusione più cocente nella carriera di Guendouzi. Delusione che, però, lo lancerà ancora di più verso una grande carriera.

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EMERY LO CONSACRA - Matteo Guendouzi resta all’Arsenal fino al 2020. Nei due anni in Inghilterra la sua crescita sarà esponenziale. La fisicità e i ritmi della Premier League sono il suo terreno di battaglia ideale. Lo portano ad acquisire sempre più sicurezza, mettendo in mostra non solo la sua grinta continua e costante, ma anche una grande padronanza tattica che gli permette di completarsi e di mettersi in mostra nel calcio internazionale. Le sue doti principali saranno valorizzate da Emery fino al 2019, prima di esser sostituito da Arteta. La sua fase difensiva, il suo sacrificio e le grandi qualità in fase di interdizione e di rottura renderanno la sua presenza in campo mai banale: corre, contrasta, crea occasioni e soprattutto è il motore di una squadra che si lancia verso uno storico ciclo. Ciclo che l’Arsenal spera possa costruirsi anche sulle sue spalle, di quel giovane ventenne destinato a fare grandi cose a livello internazionale.

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ARTETA GLI VOLTA LE SPALLE - Ma ancora una volta nella carriera di Guendouzi la difficoltà è dietro l’angolo. Nel giugno 2020, infatti, l’Arsenal è reduce da una stagione difficile e Guendouzi da una stagione fin troppo altalenante. A non aiutarlo è anche il suo carattere combattivo che emerge, forse troppo, al termine di una partita contro il Manchester United, quando Guendouzi arriva allo scontro con Fellaini. Un episodio che non viene digerito dal nuovo allenatore Mikel Arteta e che porta a un allontanamento doloroso di Guendo dai Gunners. Il suo rapporto sempre complicato con il tecnico spagnolo sarà sempre il motivo principale del suo addio dall’Arsenal, della sua esclusione dal progetto tecnico, vedendo sfumare quella centralità e quell’importanza che, al di là di ogni aspettativa, si era costruito con il duro lavoro e con grande sacrificio. Ancora una volta Guendouzi deve fronteggiare una difficoltà, forse la più grande della sua giovane carriera. Difficoltà che, però, come ha sempre fatto sfrutta per rinascere, ricominciare e tornare a fare la differenza a livello continentale.

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UN ANNO IN GERMANIA PER RITROVARE FIDUCIA - Fuori dai piani di Mikel Arteta, l’Arsenal lo mette sul mercato e la squadra che si fa avanti con maggiore forza e volontà è l’Hertha Berlino. Il club tedesco necessita di un giocatore del suo carisma per risalire la classifica in Bundesliga dopo una partenza difficile. A ottobre del 2020 Guendouzi si trasferisce quindi in Germania con l’obiettivo di ritrovare fiducia, ma soprattutto di indossare i panni del protagonista e del trascinatore, mettendosi in mostra agli occhi dell’Europa e dello stesso Arteta che gli aveva voltato le spalle. Nella Capitale tedesca Guendo ritrova finalmente continuità, mette minuti nelle gambe e inizia a far vedere quella qualità che l’aveva reso celebre dalle parti di Londra. Tocca l’apice della sua rinascita nel mese di dicembre quando segna il suo primo gol in biancoblù contro il Borussia Mönchengladbach, prima di replicare a inizio gennaio contro lo Shalke 04, rendendo quella stagione non solo positiva per la sua crescita, ma anche la più prolifica della sua carriera.

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A MARSIGLIA E' UN GUENDO-GOLEADOR - L’anno all’Herta Berlino è un passaggio fondamentale nella carriera di Matteo Guendouzi. Nell’estate del 2021, a riportarlo in Francia è l’Olympique Marsiglia su richiesta dell’allenatore Jorge Sampaoli che trasforma Guendo nel perno centrale del suo centrocampo di un centrocampo che alterna fisicità, corsa e grande tecnica. Lui veste i panni del giocatore di rottura. Recupera palloni, chiude l’azione avversaria e serve i compagni più tecnici per far ripartire l’azione. Sotto gli insegnamenti di Sampaolo migliora anche in fase realizzativa. Segna il primo gol già ad agosto contro il Saint Etienne e chiuderà la stagione con 5 gol e 14 assist. Diventa il punto di riferimento del centrocampo di Sampaoli, completandosi. La sua avventura al Marsiglia dura fino al 2023 e nella sua ultima stagione nascono nuovi problemi, questa volta legati a Igor Tudor. Il rapporto tra i due si fa teso e porta a una separazione di Guendouzi dal club francese dopo sole due stagioni, 103 presenze, 10 gol e 19 assist.

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LA LAZIO E SARRI - Il 31 agosto 2023 Guendouzi si trasferisce in Italia, ad accogliere il giocatore in fuga da Marsiglia è la Lazio. I biancocelesti si muovono con decisione sul calciatore e con la convinzione di aver individuato in lui il sostituto del partente Milinkovic-Savic. Guendouzi è il rinforzo di un’estate complicata, l’acquisto top di una campagna trasferimenti mai digerita da Maurizio Sarri. Sì, da Sarri. Quello stesso allenatore che qualche anno prima gli aveva soffiato da sotto al naso il sogno di conquistare un trofeo europeo, ora diventava il motivo del trasferimento di Matteo Guendouzi alla Lazio. Il motivo, due stagioni dopo, della permanenza in biancoceleste nonostante l’assenza di competizioni europee. L’impatto di Guendo è immediato. Esordisce a partita in corso a Napoli, contro i Campioni d’Italia in carica, e si mette in mostra con un super gol e due assist: annullati entrambi per fuorigioco. Guendouzi entra, però, subito nel cuore dei tifosi e impiega pochissimo tempo a diventare il titolare della Lazio di Sarri. Non ha palleggio e tecnica tra le sue caratteristiche, ma è capace di ottimizzare con la quantità, il sacrificio e quella leadership che lo ha sempre contraddistinto. Oggi Guendouzi è l’intoccabile della Lazio. Tanto con Sarri, quanto con Baroni e sicuramente anche con il Sarri-bis, sarà il centrocampista titolare e intoccabile della squadra. Un giocatore dal quale non si può prescindere e del quale, qualche mese fa, il Comandante ne parlava descrivendolo come: “un animale contagioso per chi gli gioca accanto, ha bisogno del guinzaglio perché non riesce a fermarsi al 100%, deve andare oltre”.

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LA NAZIONALE - Le sue prestazioni con la Lazio non sono passare inosservate. Non poteva essere altrimenti. Un giocatore come Guendouzi fa comodo a ogni allenatore: per caratteristiche, giovane età ed esperienza europea. Anche a un allenatore del calibro di Didier Deschamps che, dopo averlo osservato a lungo e aver seguito la sua crescita, nel novembre del 2021 decide di chiamarlo in Nazionale, regalando al centrocampista francese il suo esordio con i Bleus, appena laureatisi campioni del mondo. Questo è il primo enorme passo di un calciatore pronto a lanciarsi verso grandi traguardi ma che, in quella fase della sua carriera, deve fare i conti con qualche rallentamento di cui abbiamo già parlato. Ragion per cui, dopo, la sua prima partita durante la qualificazione ai Mondiali e dopo aver realizzato il suo primo gol con la maglia della Nazionale contro il Sudafrica, verrà escluso dal giro della Francia fino  al 2024, quando tornerà in campo in amichevole contro il Cile, prima di confermarsi a suon di prestazioni con la Lazio e di ottime risposte con la maglia del Blues, al punto da riuscire a trovare anche la sua seconda rete il 10 ottobre del 2024 contro Israele.

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