Lazio, mentalità e scelte sbagliate: l'Europa è indigesta

Troppi ko nell'ultimo anno e mezzo, l'Europa League non è più il giardino felice della Lazio.
08.11.2019 08:00 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, mentalità e scelte sbagliate: l'Europa è indigesta
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La Lazio di Simone Inzaghi cade ancora in Europa League. All'Olimpico le aquile si inchinano al Celtic e regalano alla squadra di Glasgow il pass per i sedicesimi di finale della competizione. Il cammino nella competizione si fa in salita per Lulic e compagni che ora devono vincere le ultime due giornate sperando che il Cluj incassi due sconfitte. Parolo ha parlato di 1% di possibilità, ma che la squadra ci proverà fino alla fine. Una promessa che si spera non possa rimanere solo tale. Nel recente passato, se ne sono sentite troppe che poi non sono state mantenute. Società, tecnico e squadra hanno spesso fatto proclami  clamorosamente smentiti dal campo. Basta leggere i numeri in Europa per capire che non tutto è andato come previsto. Fino al 12 aprile del 2018, l'Europa League sembrava essere il giardino felice della Lazio. Vittorie e prestazioni convincenti hanno incantato tutti. Arriva però la maledetta sera di Salisburgo in cui i romani buttano in dieci minuti l'accesso alle semifinali della competizione. Quattro gol subiti che significano eliminazione e perdita delle certezze. Da allora i numeri sono clamorosamente negativi e recitano 9 sconfitte nelle ultime 13 gare (3 su 4 in questa edizione o 7 su otto se si contano solo gli ultimi dodici mesi, ndr). La cosa che fa più rabbia è anche la caratura degli avversari. Apoel Nicosia, Cluj e Celtic, solo per citare alcuni del club affrontati nelle ultime due edizioni della competizioni, sono squadre inferiori alla Lazio. Le ultime due e il Rennes, per quanto potessero riservare delle difficoltà, sono ostacoli di certo non insormontabili. Lo stesso Tare, subito dopo il sorteggio di agosto, aveva detto: "Siamo i favoriti di un girone tosto, inutile nasconderci. Non bisogna distrarsi e serve un po' di fortuna".

MENTALITA', APPROCCI E SCELTE SBAGLIATE - Fortuna, arbitri ed errori individuali. Facile dare la colpa a questi tre fattori, ma le motivazioni della debacle europea va ricercata altrove. Intanto nell'approccio di gara spesso sbagliatissimo della squadra di Inzaghi. Anche ieri, dopo un primo tempo discreto, le aquile hanno completamente steccato la ripresa. La fame agonistica e la voglia di vincere è mancata troppo spesso. In una gara decisiva, per lo più in casa, bisogna entrare sull'erba dell'Olimpico con la voglia di mangiare la partita e di portare a casa l'intera posta in palio. Non bisogna accontentarsi perché si finisce per non stringere niente. Le scelte di tecnico e società, poi, non possono non finire sul banco degli imputati al pari degli atteggiamenti o delle prestazioni dei calciatori. Si è forse preteso troppo da giocatori, Leiva e Immobile a parte, dalla poca esperienza internazionale. Bisogna riprendersi in fretta perché la qualificazione in Champions diventa quasi un obbligo. Le cose in campionato vanno bene, nonostante qualche mezzo passo falso di troppo, ma non bisogna sprecare tutto. Il quasi tracollo europeo pesa e peserà nel bilancio finale della stagione. La Champions diventa quasi un'ossessione che, qualora venisse conquistata, sarà affrontata con un ranking basso a causa degli ultimi risultati deludenti. Insomma la storia del gatto che si mangia la coda sperando che il felino, in un futuro il più prossimo possibile, possa tirare fuori gli artigli.

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