Cragnotti show: "Dobbiamo restare vicini a questi colori! La mia soddisfazione era rendere la Lazio vincente..."

Pubblicato il 12/05 ore 19.45
13.05.2014 07:35 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
Cragnotti show: "Dobbiamo restare vicini a questi colori! La mia soddisfazione era rendere la Lazio vincente..."

Il presidente dei trionfi, l'uomo che ha fatto sognare il tifoso biancoceleste come mai nessuno era riuscito nella storia. Sergio Cragnotti. Numero uno del club tra il 1992 e il 2003, personaggio carismatico, il ritratto dell'ambizione e del successo: 1 Scudetto, 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa UEFA a cui si aggiungono una finale di Coppa UEFA (persa contro l'Inter) e due secondi posti in campionato. Poi la crisi, il tonfo finanziario, ma il merito indiscutibile di aver fatto sognare migliaia e migliaia di laziali e non solo con tanti campioni. Stasera ci sarà la Lazio del 2000, quella del suo Scudetto, una delle squadre più forti della storia. La sua Lazio: "Oggi è una grande emozione per tutti laziali - confessa ai microfoni di Radiosei 98.100 -  quindi anche per me. Sono stato contentissimo di poter partecipare, speriamo sia una bellissima festa!". Da una parte i 65mila tifosi presenti stasera allo stadio, dall'altra gli spalti vuoti divenuti oramai una costante nelle partite interne della Lazio. La contestazione è cosa nota, ma Cragnotti spiega come anche ai suoi tempi non mancavano le critiche: "Anche quando facevo il presidente, credo di aver avuto dei scontri con la tifoseria. Ma oggi essere insieme e sentire questa grande riconoscenza del popolo laziale è un grande piacere, spero che questo connubio di lazialità continui ancora per molto. I problemi, i dissapori ci sono sempre, il problema è che il presidente non ha mai rotto i rapporti con nessuno, ci sono dei scontri di dialettica anche vivace, ma poi si ritorna alla riappacificazione. Io credo, in fondo, dobbiamo essere intorno a questa maglia biancoceleste, credo che comunque si debba stare vicini a questi colori. Sopportare momenti di sofferenza, ma il connubio tifoseria e squadra è sinonimo di vittoria. Spero questo possa esserci di nuovo in futuro.". La sua Lazio era una squadra costruita per vincere, un progetto iniziato all'inizio degli anni '90 rilevando il club da Calleri, proseguito con l'acquisto graduale di campioni ed allenatori carismatici: "Da quando abbiamo comprato la società sapevo sarebbe stata vincente, la mia soddisfazione era proprio quella di renderla vincente. Il business dava questa direttiva, di raggiungere successo internazionale e mondiale. Però ci abbiamo messo del tempo a far ottenere questi grandi successi". Un ultima considerazione sulla figura di Roberto Mancini: "Credo che anche lui sia stato un elemento fondamentale per la startegia societaria, io decisi di portare tutto lo staff a Roma proprio dopo il suo arrivo nella capitale, per eliminare un po' questa mentalità provinciale dalla società".