Il re è Kozak: in campionato nessuno ha la media-gol più alta di lui

15.02.2011 13:55 di  Marco Ercole   vedi letture
Fonte: rassegna stampa a cura de lalaziosiamonoi.it tratta da Il Corriere dello Sport
Il re è Kozak: in campionato nessuno ha la media-gol più alta di lui

La Lazio voleva e cercava il bomber da 15-20 gol a campionato. Reja forse l’ha trovato. Si stava allenando a Formello, in sei mesi è diventato grande. Si chiama Libor Kozak. È entrato per sostituire Floccari e Zàrate, si è preso la Lazio. Decisivo. Determinante. Incontenibile. Segna più di tutti. Con una regolarità impressionante: 5 gol in 12 presenze, solo le ultime quattro da titolare, 504 minuti totali in campo. Significa un gol ogni cento minuti e 48 secondi per la precisione. Ma il dato sorprendente è un altro. Kozak ha una media realizzativa, in relazione al minutaggio, superiore a tutti i grandi bomber di serie A. È meglio di Ibrahimovic, Eto’o e Di Natale. E precede di un minuto Cavani. Il capocannoniere del Napoli e del campionato ha realizzato 20 gol in 24 partite, è rimasto in campo per 2022 minuti, segna di media una volta ogni 101 minuti. Si sta scoprendo a grandissimi livelli da realizzatore sotto la guida di Mazzarri, che ha sempre fatto esplodere i suoi attaccanti. Fa centro in tutte le partite. Di Natale segna un gol ogni 108 minuti, Eto’o uno ogni 123, Matri uno ogni 138 e così via.

SPIETATO – Kozak sta sorprendendo tutti, ha conquistato Reja, si sta prendendo la Lazio. Sente il gol, attacca la porta, sfrutta la sua fisicità per mettere il pallone in rete. E continua a crescere. Il dato potrebbe avere una valenza poco attendibile, perché è stato ancora poco in campo rispetto agli altri grandi attaccanti della Serie A. I numeri, però, testimoniano la concretezza del suo rendimento. Durante l’estate Kozak si era rivelato come il miglior realizzatore della Lazio (8 gol) nelle amichevoli precampionato. Ha sfruttato ogni occasione, spietato come i grandi bomber. Debutto stagionale alla seconda di campionato, entrando dopo l’intervallo al posto di Zàrate: da 0-1 a 3-1 con il Bologna e un rigore a favore conquistato. Una settimana dopo, a Firenze, l’ingresso al quarto d’ora della ripresa e appena sette minuti per firmare il gol del raddoppio, il primo in Serie A. Un’altra prodezza in Coppa Italia con il Portogruaro. Tutto l’autunno passato in tribuna o con la Primavera di Bollini senza demordere. È riapparso prima di Natale, Lazio-Udinese, negli ultimi 19 minuti: angolo di Ledesma, testata di Kozak, autorete di Zapata a tempo scaduto.

ESPLOSIONE – Il resto è storia dell’ultimo mese: il 16 gennaio, entrando nel finale, risolve con un colpo di testa la partita con la Sampdoria. Gol da tre punti. Nel derby di Coppa Italia, Reja lo lancia dal primo minuto e Libor dimostra di reggere il confronto con Mexes e Juan. È la consacrazione, l’esame che gli consente di essere considerato un titolare. Squalificato Zàrate, gioca dall’inizio con la Fiorentina e stende i viola con una doppietta. A San Siro scoppia la bufera per gli scontri di gioco con Bonera e Legrottaglie. Kozak non si fa intimidire, non si scompone e segna anche a Brescia, da ex. Gol di testa in sospensione, staccando più in alto di tutti, quarta prodezza nelle ultime sei partite. Reja sorride: se Kozak continua a segnare, la Champions si avvicina…

LA TRATTATIVA – Il cartellino di Libor Kozak è costato alla Lazio 1,2 milioni di euro. Classe ’89, giocava nelle Slezsky Opava, serie B ceca, 11 gol realizzati nel campionato 2007/08. venne acquistato da Lotito negli ultimi giorni di giugno. Era stato segnalato otto mesi primi da Sergio Berti, il suo manager, a Walter Sabatini. L’ex direttore sportivo della Lazio cominciò a seguirlo, a tenerlo sotto osservazione: cassette, i dvd delle sue partite, una trattativa condotta sotto traccia. Lotito aveva già annunciato un «colpo alla Kolarov», scoperto e preso l’anno precedente. Si trattava di Kolarov, all’epoca diciannovenne, già convocato dall’Under 19 ceca per le finali dell’Europeo di categoria. Un gigante alto un metro e 93 paragonato a Toni per la fisicità, le capacità di giocare di sponda e nel gioco aereo.

FIUTO – Una dote di Kozak aveva colpito e impressionato Sabatini, ovvero la capacità di “attaccare” la porta e di muoversi con un solo obiettivo, mettendo la palla in rete. Sorprendeva la generosità del ragazzone ceco, capace di lavorare per sé e per la squadra, di arrivare all’appuntamento con il pallone sotto porta dopo aver lottato, sbracciato e consentito alla manovra di salire. Sono le stesse caratteristiche di cui parla oggi Reja quando sostiene che Libor fa centro anche in allenamento.

PORTSMOUTH – In quel pomeriggio di fine giugno, Kozak venne accompagnato al centro sportivo di Formello dal papà, da Miroslav Ulvira, presidente dello Slezsky Opava, e dal general manager Pavel Hadamczik. Prima di rientrare a Praga, rischiarono di perdere l’aereo: mentre in segreteria stavano già preparando i documenti si accese una discussione poi risolta, tra Lotito e i dirigenti dell’Opava. Qualche mese prima, Kozak aveva rischiato di finire in Premier: nel gennaio 2008 era stato in prova una settimana al Portsmouth. Viene da una famiglia normale, umile. E la sua educazione gli sta consentendo di vivere con moderazione l’improvvisa popolarità. È nato a Brumov Bilnice, ai confini con la Polonia, il 30 maggio ’89.