Scritta contro Paparelli. Il figlio: "Un incubo senza fine"

Pubblicato il 21/08 alle 15:40
23.08.2013 17:02 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Matteo Botti-Lalaziosiamonoi.it
Scritta contro Paparelli. Il figlio: "Un incubo senza fine"

AGGIORNAMENTO ORE 17:02 - Sta diventando un incubo senza fine. E’ una cosa incomprensibile: come si può, dopo 34 anni, insultare ancora un padre di famiglia morto allo stadio? Come è possibile che nessuno riesce a capire che Vincenzo Paparelli vorrebbe riposare in pace? Come ho già detto in passato, tutto questo è come un coltello che gira e rigira in una ferita, senza che questa possa rimarginarsi. A distanza di così tanti anni è davvero incomprensibile riuscire a capire come si possa offendere una persona morta allo stadio. Oggi ne ho più di 40, ma a 8-9 anni mi scrivevano ‘10-100-1000 Paparelli’, sul banco. Speriamo che sia l’ultima volta mi trovo a commentare questi eventi”. Lo sfogo di Gabriele Paparelli ai microfoni di LazioStyle Radio 100.7 fa gelare il sangue nelle vene. La scritta comparsa in Via Tolemaide, rione Prati, è stata prontamente cancellata da una figura vicina alla famiglia colpita, che in questi anni si adopera affinché la memoria di Vincenzo non venga, brutalmente, infangata. Gabriele e la famiglia Paparelli tutta sperano che questa sia l’ultima, dolorosa, infamia. Vincenzo Paparelli vorrebbe riposare in pace.

La madre dello stolto è sempre incinta. Oltre gli sfottò per un derby perso o vinto. Oltre i dissapori derivanti da anni ed anni di battaglie sportive. Oltre qualunque tipo di astio e rivalità stracittadina. Questo non è sbeffeggiare l’altra metà della città Eterna. Questa è pochezza intellettuale, opera solo di una o più menti malate. “28.10 – Non vedi più da un occhio”. Sadismo e perversione all’ennesima potenza. Rione Prati, tra un elegante palazzo in stile umbertino ed una villetta in stile liberty, ecco spuntare la scritta, tanto infamante quanto nauseante. Finito nel dimenticatoio un primo appello di Gabriele Paparelli, figlio di Vincenzo, tifoso biancoceleste colpito e ucciso da un razzo partito dalla Curva Sud in occasione del derby datato 28 ottobre 1979. Gli stolti, eufemisticamente parlando, hanno colpito nuovamente, con la solita brutalità. Muri della Capitale ancora imbrattati di veleno. “Qualcuno la faccia sparire”, l’urlo assordante ma composto del Paparelli, affidato alla pagina Facebook di sua competenza, stando a quanto riporta RomaToday. La vergognosa scritta di Via Tolemaide non fa altro che riaprire con forza una ferita impossibile da rimarginare. Dolore mai sopito e continuamente riportato in auge da questi personaggi piccoli piccoli. Pochissima materia grigia ma un’ottima riserva di bombolette spray. Ed ora continuate a chiamarla goliardia.