Brocchi, finale Champions: "Mi vedrei bene nell'Atletico, ma tifo per Ancelotti!"

23.05.2014 18:04 di  Laura Castellani   vedi letture
Fonte: Laura Castellani - Lalaziosiamonoi.it
Brocchi, finale Champions: "Mi vedrei bene nell'Atletico, ma tifo per Ancelotti!"
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© foto di Federico Gaetano

Il clima del derby lo avverti da settimane:  ansia, paura, palpitazioni, voglia di vittoria a tutti i costi, una città spaccata in due, tutti agenti pronti a miscelarsi nel cuore di chi vive una stracittadina. Un anno fa il popolo biancoceleste era in trepidazione, pienamente calato nell'attesa della finale di Coppa Italia, non è difficile immaginare l'aria che si respira per questa finale di Champions, tutta madrilena. Atletico e Real Madrid: il Cholo Simeone sfida Ancelotti, tecnico del Milan quando nella compagine rossonera militava Cristian Brocchi. A proposito del match che accenderà l'Europa domani sera, è proprio l'ex centrocampista biancoceleste a intervenire su Lazio Style Radio 100.7: "Sicuramente sarà una bellissima partita, nella finale entrano tante cose, come per esempio l'approccio dei giocatori e come riusciranno a "urtarsi" con una gara di questa importanza. Un mesetto fa ho parlato con Ancelotti, ancora non c'erano state le semifinali, e immaginavamo un epilogo da derby. Mi sono piaciute molto  le parole di Simeone: per raggiungere certi obiettivi bisogna remare tutti insieme dalla stessa parte. Una partita aperta, si presta a molti risultati, ma personalmente sono un po' più per il Real, a causa del mio legame con quel grande tecnico che ha allenato anche me. Immagino, invece, che il popolo biancoceleste tiferà per il Cholo". Sulla carta sembrerebbe preferito Ancelotti: "Non è detto. Il calcio insegna: molte squadre con ottimi campioni hanno passato stagioni deludenti. Sono infatti felicissimo che l'Atletico abbia vinto il campionato, è bello far passare il messaggio che anche se non sei più forte, mettendo in campo altre qualità  riesci a vincere. Ancelotti? Il suo miglior pregio è quello di saper gestire il gruppo e saper valorizzare ogni giocatore, riuscendo a tirare fuori il meglio. Sotto tanti punti di vista mi ricordava un po' la gestione di Reja, che riusciva a farsi volere bene dalla squadra. Ancelotti ci riesce, ed è molto bravo a leggere le gare e saperle affrontare". Domani sera non risponderanno all'appello né Diego Costa, né Ronaldo, assenze pesanti per le due sfidanti: "Si può sopperire queste mancanze, non si sono contesi fino all'ultimo lo scudetto solo con Costa e Ronaldo. Certo, parliamo di due giocatori che possono fare la differenza. In quei momenti in cui il singolo deve metterci qualcosa in più, beh, loro possono farlo. Costa? Ci sono giocatori che vengono esaltati dal gioco dell'allenatore, evidentemente il Cholo ha visto in lui l'attaccante più adatto per il gioco che voleva esprimere, e ha vinto la scommessa. In quale squadra mi vedrei meglio? Nell'Atletico, che fa nella corsa, nello spirito di gruppo, nella voglia di rubare palla agli avversari e ripartire, il proprio gioco, e in questo contesto le mie qualità si esalterebbero. Però ho avuto la fortuna di giocare in un Milan più simile al Real, ed è bello e soddisfacente anche giocare in quel contesto. Se fossi nell'Atletico, a sfidare Ancelotti, cercherei una vittoria a tutti i costi: l'affetto e la stima non vuol dire mica acconsentire a una vittoria, anzi. E' bello anche vincere e battere allenatori e amici, una sfida nella sfida". Brocchi allenatore, però è  differente dal gioco espresso dall'Atletico: "Vorrei che le mie squadre avessere grande spirito, aggressività e voglia di arrivare prima sul pallone, ma preferirei che la mia squadra giocasse più come il Barcellona che come l'Atletico. Non mi piace il tiki taka, ma mi piace che la mia squadra scendesse in campo tenendo in mano il match. Sotto il punto di vista del gioco sono un po' lontano a Simeone, ma per l'atteggiamento in campo sono uguale". Tornando in Italia, e mettendo a foco la stagione biancoceleste, il ritorno di Reja a gennaio ha lanciato la polemica sul talenti più giovani, che il tecnico friulano avrebbe relegato a posizioni marginali: "Penso che in una stagione in cui vieni chiamato a risolvere una situazione difficile, è normale che il mister abbia pensato a far tornare la squadra nelle condizioni di classifica che meritava. A Roma conta la classifica. In un contesto in cui c'erano mille difficoltà, prima la classifica, poi l'ambiente, bisognava cercare di rimettere in piedi una squadra che poteva ambire un posto in Europa. In una situazione differente, Reja è assolutamente in grado di miscelare esperienza e nuovi talenti, è un uomo di calcio. Ha la competenza per capire se un ragazzo di 20 anni può cambiare la situazione oppure no".  E infine, l'attuale tecnico degli Allievi del Milan, ha spiegato come affronterebbe la partita di domani, se fosse nei panni di Ancelotti, trovandosi in linea con il tecnico emiliano: "Mi ha spiegato che il suo modulo è sempre stato il 4-3-3, ma ha cercato, in fase di non possesso, di far abbassare uno degli attaccanti per avere più equilibrio, a seguito di alcune difficoltà. L'obiettivo di Ancelotti sarà quello di allergare le linee dell'Atletico sempre strette. Cercherà di farli aprire il più possibile per poi colpire, con le grandi qualità di cui dispone il Real".