Lazio, parla chef Giocondo: "Inzaghi, Eriksson e Mihajlovic: il mio menù da Scudetto!"

Una figura da sempre dietro le quinte, ma fondamentale. Chef Giocondo, cuoco della Lazio dal 1999, ha raccontato ai microfoni di Radiosei come ha vissuto il 14 maggio del 2000, la vittoria del secondo Scudetto biancoceleste. Queste le sue parole e i suoi aneddoti: "L’emozione è ancora grandissima anche se io ero appena entrato nella Lazio. Mi occupavo più delle coppe e delle trasferte. Pochi giorni fa ho avuto un malanno cardiaco, ma già quel Perugia-Juventus mi mise seriamente alla prova. Solo la Lazio poteva vincerlo così lo Scudetto. Cragnotti era un grande presidente ed una grande persona. Lui a tavola era tranquillo, era difficile vederlo mangiare con i calciatori. Arrivava, salutava tutti, quasi sempre presente anche se formale.
"Con Inzaghi c’era anche un rapporto fuori dalla tavola, lui quando giocava a carte voleva sempre vincere. Arrivava a barare tanto era il desiderio di primeggiare. Lui non era uno che mangiava tanto, ma era fissato con il risotto alla parmigiana, bresaola e qualche verdura. A pensarci bene il parmigiano non lo utilizzava, ma in quel risotto non ne faceva a meno".
"Eriksson era un altro signore, ne ho conosciuti pochi così umani ed educati. Mihajlovic non poteva fare a meno delle mie cosce di pollo e di un buon bicchiere di vino rosso. Se ne venivano a mancare cascava il mondo (ride, ndr). Quando mi incontrava anche in altre squadre mi continuava a chiedere il pollo. Degli argentini mi stupiva il fatto che mangiavano sempre la carne ben cotta. Mi lamentavo con loro di questo, ma non c’era verso. Entrai fisso nella Lazio nel 2003 grazie a Mancini. Mi chiamò nel giorno di Porto-Lazio, mi chiese di esserci sempre, anche durante le amichevoli. Che piatto è stato quel 14 maggio? Un piatto tipico di Lazio, un piatto tipico di Giocondo, diciamo il mio risotto alla parmigiana”.