Beruatto: "Questa non è la Lazio pratica di Reja. Di baby bravi come Keita in italia non ce ne sono"

06.05.2014 16:09 di  Matteo Botti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Matteo Botti / Lalaziosiamonoi.it
Beruatto: "Questa non è la Lazio pratica di Reja. Di baby bravi come Keita in italia non ce ne sono"

“Far 3 gol in casa e non vincere fa riflettere. Si trattava di un match fondamentale, il Verona ha confermato all’Olimpico di essere una squadra che fuori casa prende tanti gol”. C’è rammarico nel day after, nell’ambiente Lazio c’è la consapevolezza di aver gettato all’ortiche un’ulteriore – l’ultima – occasione per afferrare la piazza che vale l’Europa. Sulle frequenze di LazioStyle Radio 100.7 è intervenuto nel pomeriggio l’ex difensore laziale (tra il 1987 ed il 1990) Paolo Beruatto. Sue le parole in apertura, l’allenatore delle giovanili biancocelesti a cavallo tra il ’92 ed il ’98 ha proseguito la disamina circa il match di ieri: “Sento dire che Reja è diventato un tecnico offensivista; mi vien da ridere. Effettivamente questa formazione prende le distanze dalle consuete creature del tecnico goriziano. Le sue squadre sono sempre state pratiche, poco spettacolari ma lucide nei momenti importanti della partita. È questo quel che più mi ha colpito delle Aquile quest’anno”. Nota lieta di ieri sera, stella biancoceleste esplosa in questa stagione tribolata. Keita è un giocatore già importantissimo per questa Lazio, ma soprattutto per quella che verrà:È un classe ’95, bravissimo chi ha avuto il coraggio di lanciarlo nella nostra massima serie. Della sua età, così bravi, in Italia non ce ne sono. Il mio augurio futuro è di vedere anche un giocatore italiano lanciato a 18-19 anni in Serie A”. Treno europeo lontano, forse irraggiungibile. Sabato sera i capitolini saranno di scena alla Scala del calcio, ad attenderli l’Inter di Walter Mazzarri: “I nerazzurri sono in un momento delicato della stagione. I capitolini possono approfittare delle loro difficoltà, evidenziate nella sconfitta nel derby. Sarà difficile e probabilmente un’affermazione a San Siro non basterà alla Lazio, che ha però il dovere di provarci”.