GARBAGE TIME - Ramon Vega, il centrale-businessman che arricchì Cellino

Il nome rievoca scenari gangsta, ma di quel criminale raffinato, un po’ dandy, ricercato. Di quelli che non si sporcano le mani: galantuomini usciti da un film di Scorsese. Ramon Vega a Cagliari ha lasciato un ricordo sbiadito: 7 mesi di mosse scoordinate e colpi a vuoto. Lui d’altronde era un esperto di movimenti finanziari. Cosa ha da spartire un lungagnone di difesa svizzero con private equity ed intermediazioni? Diciamo che Vega ha una passione mai sopita per il business. Ricordate Giangiacomo Pigna Corelli Inselci (interpretato magistralmente da Alberto Soldi in “Troppo Forte”)? Un giorno avvocato, un giorno ballerino, l’altro ancora dentista. Vega si è tramutato in studente oxfordiano, poi in calciatore, in esperto di gioielli, allenatore di giovani talenti, modello, procuratore, albergatore, intermediatore finanziario, re del private equity, imprenditore e capo di una cordata per rilevare il Portsmouth. Unico comun denominatore: il business. In realtà l’affare più consistente lo realizzò il patron Cellino, che in 7 mesi si intascò una plusvalenza da record.
VACANZE SVIZZERE – Ramon Vega nasce ad Olten, in un tranquillo cantone svizzero, da una famiglia madrilena. Sin da giovane coltiva un interesse appassionato per il business: studia banking and management nella prestigiosa Zurich Business School . Quando entra nel glorioso club del Grasshopper nel 1989 il calcio prevarica sugli studi. E’ un centrale molto abile nel gioco aereo, ma piuttosto lento e prevedibile, protagonista puntuale di errori in disimpegno ed amnesie difensive. Con il club di Zurigo si mette in mostra sino a ritagliarsi un posto importante nella Nazionale di Roy Hodgson, prima nel Mondiale 1994 e poi nell’Europeo 1996 (con Artur Jorge in panchina). E’ proprio in occasione della rassegna vinta dalla Germania, che l’istrionico presidente del Cagliari Massimo Cellino si accorge di lui: il 1996 è l’anno degli svizzeri. Poi toccherà anche ai sudafricani, l’unica costante restano gli uruguaiani, croce e delizia degli isolani: dalle magie di Francescoli ai disastri sul pino di tale Gregorio Perez, la controfigura di Tabarez. E’ proprio Perez che viene scelto da Cellino in quell’estate 1996, un’estate di spese importanti per lanciare il Cagliari nella parte sinistra della classifica. In porta arriva lo svizzero Marco Pascolo, estremo difensore all’occorrenza elettricista, amperometro tra i guantoni e tanta voglia di mettersi in mostra. Con lui il connazionale Ramon Vega, sbarcato sull’isola per una cifra di poco inferiore ai 5 miliardi di lire. Individuato come elemento imprescindibile per il salto di qualità, le attese non troveranno seguito.
PLUSVALENZA RECORD – L’inizio del Cagliari è pessimo, Perez viene silurato dopo una striscia di 6 punti in 6 giornate. Al suo posto subentra Carlo Mazzone che come prima mossa estromette la coppia di elvetici Pascolo-Vega. Nella finestra invernale lo stesso Vega viene ceduto al Tottenham per l’incredibile cifra di 10 miliardi di lire (9 miliardi per 4 anni e mezzo al giocatore). Cellino è probabilmente il presidente più a suo agio nel realizzare plusvalenze nella storia recente del calcio italiano, ma la sua peculiarità è quella di comprare brocchi o comunque giocatori discreti rivendendoli a cifre doppie. Al White Hart Lane viene ancora ricordato come l’acquisto più disastroso e insensato, continuo oggetto di scherno. Un tifoso del Watford (club nel quale giocò a fine carriera) lo ricorda così: “Quello stile unico - come uno sciatore su una strada in salita, tutte le spalle curve, le braccia che spingevano e i piedi che scivolano lentamente ... Non poteva fare nulla - nemmeno le cose più semplici - in modo coerente”. Il bello e posato Ramon si finge nichilista e tra una gaffe difensiva e tanta tribuna riprende i redini dei suoi business.
FINANCIAL VEGA - Prima tappa: diventa socio di una gioielleria a Romford. Ma le attività continuano frenetiche dopo il ritiro, difficilmente riassumibili, capitoli interminabili di una lunga odissea imprenditoriale. Riprende gli studi di gioventù, e intraprende una serie di iniziative con il comun denominatore del business. Apre due scuole calcio in Spagna (la Ramon Vega’s Soccer School di Marbella) e nel West Yorkshire, con scarso seguito. Nel 2003 fonda la Duet Group, azienda che si occupa di private equity: in poche parole compra azioni da società definite target e apporta nuovi capitali. Ai tempi della Swiss Asset Management, si dice che abbia mosso capitali per 13 milioni di sterline, prodigandosi persino a risollevare la crisi di liquidità del nostro Paese: “Ho lavorato più di ogni altro che è uscito da Oxford” – la sua uscita sorniona. Riposte le azioni nel cassetto si è dedicato all’acquisizione e gestione di hotel di lusso in Svizzera, poi nel febbraio 2009 si è posto a capo di una cordata per rilevare il Portsmouth. Il valore del club gravita intorno ai 30 milioni di sterline, la leggenda narra che abbia offerto un solo milione. “The biggest joke i’ve never seen”, la più grande barzelletta mai vista, questa è la risposta piccata del presidente-manager Peter Storrie. Tanta carna a cuocere, solo fumo. Il difensore con il cruccio del business, ma a gongolare è stato solo Cellino per la plusvalenza realizzata…