Lazio, ecco come hai vinto il derby: solidità, corsa e precisione

08.11.2022 08:45 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Niccolò Di Leo - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, ecco come hai vinto il derby: solidità, corsa e precisione
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Un aggettivo per definire la Lazio domenica nel derby è "solida". La squadra di Maurizio Sarricome riporta la consueta rassegna stampa di Radiosei, è stata capace di abbassare il suo baricentro in attesa dell'avversario e alzarlo quando c'era bisogno di coprire la palla. La difesa è stata compatta, ordinata, si è mossa in perfetta sincronia e non si è mai fatta trovare scoperta, come spesso si è visto durante questo campionato. Le palle alte della Roma, punto di forza della squadra di Jose Mourinho, non hanno portato a nulla, se non ai puntuali colpi di testa della coppia Casale-Romagnoli. Basti pensare che nel secondo tempo sono 25 i cross, senza alcun effetto, messi in mezzo dalla Roma. La Lazio è stata solida, perché se la sua difesa è stata in grado di respingere ogni azione offensiva è anche merito di centrocampisti e attaccanti che hanno fatto un lavoro di copertura e sacrificio. Felipe Anderson era il primo difensore, bloccava le linee di passaggio tra la difesa giallorossa e il controcampo, poi Zaccagni e Pedro, pronti al raddoppio difensivo sulle fasce. Preziosissimi anche Luis Alberto, che ha interpretato il ruolo del centrocampista box to box, Vecino, con il solito sporco lavoro di copertura, e Danilo Cataldi, che ha corso per tutto il campo creando quel triangolo insuperabile con due centrali dal tempismo perfetto.

CORSA E PRECISIONE - E' proprio la corsa ad aver fatto la differenza: la squadra di Sarri ha macinato 122 chilometri in tutta la partita, un numero innaturale, soprattutto rispetto alla Roma (116). Andando sui singoli: sono Vecino (13,2) e Cataldi (13) i giocatori che hanno percorso più chilometri, seguiti da Felipe Anderson (12,7), Casale (11,5) e Romagnoli (11,5). Tanta corsa, ma anche tanta precisione nei passaggi, soprattutto da parte di un nome a sorpresa: Ivan Provedel. Il portiere si è assunto la responsabilità di essere il primo regista della Lazio: ha giocato 62 palloni nel corso del derby, gestendo il tempo, alzando la sfera e giocando anche di prima. Senza Milinkovic non ha rinunciato alle sue verticalizzazioni, tanto da assumersi un tasso di rischio nei passaggi del 45%, servendo Felipe Anderson che, oltre la metà campo, veniva incontro per giocare di sponda con i centrocampisti. Solidità, corsa e precisione, il giusto mix di ingredienti miscelati da Maurizio Sarri per battere la Roma e regalare una serata di festa al popolo laziale.