FOCUS - Marco Parolo story: da Gallarate a Roma, sognando Gerrard

Esattamente una settimana fa, salutava a testa bassa il sogno azzurro. Oggi, col sorriso stampato sul volto, abbraccia il biancoceleste. S'è deciso, Marco Parolo, ha sciolto le ultime riserve e ha sposato la Lazio firmando il contratto - forse l'ultimo - della vita. Si era preso qualche giorno per riflettere sul suo futuro, per ponderare la scelta e fiutare il club che facesse al caso suo. Alla soglia dei 30 anni, nel pieno della maturità, approda in una piazza dalle mille pressioni, mette piede nella città che vive freneticamente di calcio. È atterrato a Fiumicino nella giornata di ieri, occhiali scuri e zaino in spalla, carico di responsabilità. Non ha perso tempo, ha fatto subito tappa a Formello per visitare quella che sarà la sua casa sino al 2019. Un quinquennale da un milione (più bonus) all'anno per lui e 5,5 milioni più bonus al Parma, queste le cifre della grande intesa. L'ormai ex centrocampista ducale si aggregherà alla truppa di Pioli dopo le meritate vacanze, con tutta probabilità al termine del ritiro di Auronzo di Cadore (il 26 luglio). Ci sarà invece nella tournée in Germania, per la seconda fase della preparazione.
IL CAMMINO – Marco Parolo nasce il 25 gennaio del 1985 a Gallarate, città della Lombardia in provincia di Varese che conta circa cinquantunomila abitanti. Cresce, corre e gioca a pallone, ammirando le gesta di Steven Gerrard. Estasiato, occhi spalancati, resta incollato per ore alla tv, sognando un giorno di incontrare Captain Fantastic. Tifa Milan, quel Milan. Una delle squadre più forti che si siano mai viste su un manto erboso, con giocatori del calibro di Van Basten e Rijkaard. Muove i primi passi tra le fila del Como, per poi trasferirsi a titolo gratuito alla Pistoiese, causa fallimento della società comasca. La svolta ha sede a Foligno, dove incontra Pierpaolo Bisoli. Un allentore, no. Per Parolo, Bisoli sarà molto di più. Un maestro di vita e di calcio, un mentore da ascoltare per ore, senza mai stancarsi. Dopo una parentesi a Verona, nel 2009 ritrova Bisoli a Cesena, con i romagnoli è promosso in A ed esordisce nella massima serie.
L'ESORDIO IN SERIE A – È il 28 agosto del 2010, il Cesena fa tappa all'Olimpico, c'è la Roma ad attenderlo. Chissà se Parolo immaginava che quattro anni dopo quello sarebbe diventato il suo palcoscenico e quell'avversaria il suo derby. È un'escalation continua, passano i giorni e contro il Napoli arriva la prima rete tra i grandi. La dea bendata si diverte, sogghigna, il destino manda segnali al ragazzo di Gallarate, che il 10 novembre del 2010 ferisce la Lazio al 'Manuzzi' con un destro terrificante. È il 40’ del secondo tempo, in panchina c’è Reja: proprio da quel bolide, ha inizio il corteggiamento del club capitolino. Da Cesena a Parma, a suon di prestazioni Marco si conquista la maglia gialloblù e la Nazionale del ct Cesare Prandelli. Che il 29 marzo del 2011 lo fa esordire a Kiev nell’amichevole vinta 2-0 dall’Italia contro l’Ucraina. Nel Parma di Donadoni è un punto fermo, le sue galoppate trascineranno i ducali in Europa League. In due stagioni in terra emiliana colleziona oltre 70 presenze e 11 gol, confermandosi uno stacanovista d'altri tempi. Tanto lavoro, poche chiacchiere. Non c'è trucco, non c'è inganno, eccola la formula segreta per farsi strada.
MONDIALE - Donadoni lo valorizza schierandolo come interno del centrocampo a tre, è il ruolo preferito dal giocatore. È qui che ha modo di esaltarsi, di mettere in mostra la sua dinamicità e l'incredibile vena realizzativa. In zona gol si presenta con frequenza disarmante, ama inseirirsi in area sui cross degli esterni e appena può scarica il suo tiro esplosivo. Doti, queste, che gli sono valse un viaggio in Brasile. Quando il Mondiale è alle porte, Prandelli bussa al Tardini e Parolo risponde. Sì, è tutto vero. Si volta indietro, torna con la mente al 2006, anno della vittoria dell’Italia in Germania. Stava tornando da una vacanza a Santo Domingo in compagnia della sua dolce metà, Caterina. Lei temeva che a causa del viaggio si sarebbero persi la magica serata di Berlino, lui la guardò e con voce rassicurante le disse: “Nel 2014 ai Mondiali in Brasile ci sarò”. E così è stato. L'esordio è da brividi, contro l'Inghilterra nell'inferno di Manaus. Fa il suo ingresso al minuto 79, subentra al posto di Candreva. Ed eccolo lì, Steven Gerrard, a un passo da lui. Ma non c'è tempo per l'emozione, il numero 19 comincia a subito a trottare in campo. Avrà vita breve il sogno brasiliano, pochi giorni dopo la selezione italiana saluterà mestamente la terra del futbol bailado. Eppure il sorriso è dietro l'angolo, dall'azzurro al biancoceleste il passo è stato breve. S'è deciso, Marco Parolo. Correrà indossando la maglia della Lazio.