Ritratto Mihajlovic, l'artista: "Racconto la Lazio con disegni e tatuaggi. Mi rivedo in Sinisa"

22.12.2022 07:22 di Edoardo Zeno Twitter:    vedi letture
Fonte: Edoardo Zeno - Lalaziosiamonoi.it
Ritratto Mihajlovic, l'artista: "Racconto la Lazio con disegni e tatuaggi. Mi rivedo in Sinisa"

Ha ritratto tra gli altri Immobile, Maestrelli, Chinaglia, Milinkovic, Battisti e Monica Vitti. Dalla sua penna non esce solo l'inchiostro nero, ma anche quello biancoceleste che finisce prima sul foglio, poi sulla pelle e adesso anche sui muri della Capitale. E' la vita e la storia di Emanuele Palucci che da sempre coltiva due grandi passioni: il disegno e la sua Lazio. Alle sue opere va aggiunta quella di Sinisa Mihajlovic, realizzata qualche anno fa ma diventata virale in questi giorni. Un ritratto realizzato con la Bic dell'ex difensore serbo con la maschera da guerriero e attaccato nelle ultime ore all'entrata della stazione Metro A Repubblica, nel rione Castro Pretorio. L'artista si è raccontato e ha spiegato il suo particolare legame con Sinisa in una lunga intervista concessa a Lalaziosiamonoi.it.

"Ho sempre disegnato, poi sono passato al tatuaggio. Ho la passione sia per la Bic che per l’olio su tela e me le sono coltivate a parte Un paio di anni fa ho avuto una collaborazione con Guy Chiappaventi per il libro “Laziali bastardi”. Da quel momento ho pensato al perché ci siano tanti tatuatori che disegnano la Lazio, ma non c’è nulla che emerge in città. Era una cosa che mi mandava un po’ ai matti. Ho iniziato quindi a fare un lavoro sullo stencil in città. L’ho fatto per Immobile, per Battisti, per Monica Vitti e l’ultimo per Sinisa".

Qual è la tecnica per realizzare il disegno e attaccarlo sul muro?
"Faccio il disegno a mano con la Bic, poi lo stampo su una carta apposita della dimensione che preferisco. Poi lo ritaglio sempre a mano e lo attacco come fosse un manifesto".

Quale ricordo di Sinisa tieni nel cuore e cosa ti ha spinto a 'inciderlo' nella città?
"Sono laziale da sempre, di famiglia nonostante fossimo tutti di Testaccio. Ho iniziato ad andare allo stadio negli anni ’80, terribili ma formativi. Poi mi sono goduto gli anni ’90. Con Sinisa ho trovato delle affinità. Mi piaceva come uomo, come persona e nel modo di affrontare la vita e la famiglia. Su alcune cose mi ci rivedo molto, specialmente per quanto riguarda la famiglia. Anche io ho cinque figli e mi sono sposato con una donna forte. Sentivo un piacere nel poter condividere il mio disegno che avevo già donato alla famiglia tramite il figlio di Mihajlovic. Mi faceva piacere rimanesse impresso sui muri della città".

Il tatuaggio laziale ormai è la tua specialità?
"Ne ho fatti tanti sia realistici che con lo stile della Bic. Spero a breve di convincere Massimo Maestrelli al quale ho donato sia il ritratto del papà che quello di Giorgio Chinaglia che voleva mettere nella cappella di famiglia".

Ne hai fatti anche altri di altre squadre?
"Il lavoro è lavoro. Sono un professionista e ho fatto con piacere anche tatuaggi di altre squadre sempre al 100%. Quando faccio qualcosa della Lazio però ho un coinvolgimento emotivo superiore (ride, ndr)”.

Perché la scelta della foto di Sinisa con la maschera?
"
Quella scelta l’ho fatta l’ho fatta quando lavoravo sul libro. È l’immagine più iconica di Sinisa. Il giorno della sua morte ho postato quel disegno scrivendo ‘A un guerriero, senza paura’. Quell’immagine ti dà l’idea di uno che affronta le cose a testa alta e senza paura. Ognuno dentro di sé vive la paura, ma lui ha avuto un modo di affrontare la vita e il calcio che a me è sempre piaciuta".

Quale calciatore ti piacerebbe disegnare magari con la maglia della Lazio addosso?
"
Del calcio di oggi non sono un grande amante. Se potessi scegliere un giocatore del passato al quale sono molto affezionato, ti direi Cruijff. Mi piacerebbe tatuarlo a qualcuno. È il più illuminato che è passato nella storia del calcio. Ha rivoluzionato squadre come Ajax, Olanda e Barcellona".

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Pubblicato il 21/12 alle ore 11:35