Lazio, Lukaku torna a sprintare: un assist per lasciarsi alle spalle il calvario

Jordan è tornato a servire un assist vincente in campionato: non succedeva dal gennaio 2018, una liberazione per un ragazzo tormentato dagli infortuni.
29.10.2019 07:15 di  Marco Valerio Bava  Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Lukaku torna a sprintare: un assist per lasciarsi alle spalle il calvario

Riecco Lukaku. È stata la bella sorpresa della notte di Firenze, di nuovo dirompente a sinistra, di nuovo decisivo per le vittorie della Lazio. Inzaghi ha azzeccato il cambio, ha dato respiro a Lulic, non ha scelto Jony, ha voluto premiare il belga che già contro l’Atalanta stava per entrare in campo. I piani erano stati sconvolti dall’uno-due di Immobile e Correa, a quel punto Simone optò per Caicedo, per dare maggior peso all’attacco nel tentativo - poi riuscito - di rimonta. Jordan era quindi rimasto in panchina, a Glasgow non poteva essere impiegato, non è stato inserito in lista Uefa a settembre, avrebbe saltato sicuramente le prime due, l’allenatore aveva bisogno di giocatori pronti subito. Una scelta normale, condivisa. Lukaku s’è ripresentato in campo a settembre, ha vissuto un mese e mezzo di ricondizionamento atletico, era indietro rispetto agli altri, non aveva fatto la preparazione, doveva rimettersi a paro. Viene da un calvario che sembrava senza fine, la tendinopatia bilaterale al tendine rotuleo lo aveva condizionato da marzo 2018 in poi. Aveva cominciato a faticare già nel finale di quella stagione, la 17/18, poi terminata con il triste epilogo del 20 maggio. Non riusciva più a fare la differenza come gli era accaduto fino a febbraio, aveva tenuto duro, dando la propria disponibilità all’allenatore, ma sentiva che qualcosa non andava come prima. Era comunque stato un protagonista di quella Lazio, aveva messo insieme 44 presenze, 2209 minuti.

CALVARIO E RITORNO - In estate, poi, s’era deciso per una terapia conservativa, cercando di non arrivare all’estrema ratio dell’intervento chirurgico. Ma i frutti non erano stati quelli sperati. Lukaku non è riuscito più a dare il meglio di sé, nella passata stagione s’allenava a singhiozzo e giocava poco, questo non gli permetteva di avere una condizione fisica accettabile. I numeri fotografano impietosamente un’annata di sofferenze. Solo 231’ giocati e due presenze da titolare contro Novara in Coppa Italia e Napoli in campionato. Proprio quella al San Paolo fu la sua ultima apparizione in biancoceleste. Era il 20 gennaio, poche ore dopo fu a un passo dal Newcastle, ma il passaggio in Premier saltò perché il club inglese non ottenne le garanzie richieste durante le visite mediche. Jordan torna a Roma e con lo staff medico si decide di andare sotto i ferri. Un intervento delicato, per una patologia complessa, lo stop si protrae per nove mesi, un tunnel lunghissimo che è finito a Firenze. La luce s’è riaperta di fronte a Lukaku, lanciato in campo da Inzaghi dopo un’ora di gioco. C’ha messo un po’ a carburare, all’inizio è parso ancora imballato, macchinoso, Sottil lo controllava senza troppi patemi. Lukaku però è un uomo da titoli di coda, s’accende quando vede il traguardo, lo sa bene la Juventus che in Supercoppa, nell’agosto 2017, pagò carissimo un’accelerazione di Jordan nei minuti di recupero. S’è ripetuto contro la Fiorentina, l’ha bucata, l’ha perforata a sinistra, servendo a Immobile un cioccolatino per il gol del vantaggio. Non entrava in modo decisivo in un gol laziale in campionato da un anno e nove mesi, l’ultimo assist era datato 21 gennaio 2018, Jordan aveva servito a Nani la palla del 5-1 contro il Chievo. È stato un ritorno all’antico, una gioia per chi l’ha aspettato e per lui che finalmente è tornato a sentirsi calciatore per davvero. Tre minuti dopo s’è ripetuto, altro duetto con Luis Alberto e assist per il Mago che calcia e si vede parare il tiro da Ranieri: rigore ed espulsione. Due strappi di Lukaku hanno fatto a fette la Fiorentina. Piatto gustoso per una Lazio affamata di Champions.

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