Federico Peluso: la Lazio nel destino, Nesta il mito

La professione del terzino è una delle più delicate nel calcio italiano dei nostri giorni, difficile trovare quelli buoni, la Nazionale piange miseria. Federico Peluso appartiene alla categoria, quella dei “buoni”, ma il privilegio se l’è conquistato con la fatica ed il sudore. Come riporta Daniele Rondone ne “Il Corriere dello Sport”, Federico mosse i primi passi nel settore giovanile della Lazio, aveva ottime potenzialità e un gran carattere, ma anche un fisico gracilino che lo limitava: “Sembra assurdo – ricorda Felice Pulici, ex responsabile del settore giovanile – era piccolino, oggi è diventato un gigante. Dissero che non poteva essere confermato per via del fisico, lo ha sviluppato nel corso degli anni, un po’ tardi”. Nessun dubbio, tuttavia, per quanto concerne la classe: “Le sue qualità tecniche erano fuori discussione, Peluso è uno dei più forti in assoluto nel suo ruolo”. La sua carriera in biancoceleste si concluse negli Allievi, poi il passaggio alla Pro Vercelli, una realtà con una tradizione importante, sempre attenta nella costruzione del settore giovanile: “Sono 3-4 anni che dico di prenderlo – insiste Pulici – il suo ritorno sarebbe anche come riconoscimento della sua lazialità. Sarebbe un grande colpo”.
Oggi Peluso è sicuramente uno dei terzini più forti nel nostro Paese, Prandelli se n’è accorto ma ha deciso di non puntare su di lui per la rassegna europea. Federico ci aveva sperato, ora è al centro del mercato dopo la stagione della consacrazione con la maglia dell’Atalanta. Mister Colantuono ha saputo sfruttarne a pieno le caratteristiche e ne ha favorito l’esplosione, un po’ in ritardo, meglio tardi che mai. Peluso sta vivendo il cuore della sua attività agonistica, a 28 anni è pronto per il passaggio in una realtà importante, sebbene la Dea abbia in mente un progetto da Europa.
Juventus, Lazio, Napoli, Milan ed alcuno club europei tra i quali il Manchester City si sono messi sulle sue tracce, il direttore generale degli orobici Pierpaolo Marino ribadisce che non c’è fretta né necessità di vendere, le casse societarie non riscontrano deficit. La base di partenza solo per potersi sedere e parlarne è di 5 milioni di euro, vietate contropartite e soluzioni alternative.
Tramonta dunque l’ipotesi di un inserimento di Sergio Floccari o Guglielmo Stendardo al fine di un passaggio alla Lazio; Lotito dovrà sborsare il cash, altrimenti non si farà nulla, ma il ragazzo è un “alleato” biancoceleste e ci sono diversi elementi a favore di un futuro matrimonio. Lui si definisce romano e laziale, nonostante la società non abbia creduto in lui in gioventù, un ritorno avrebbe il gusto succulento della rivincita; è un fan sfegatato di Alessandro Nesta, conserva la sua maglietta milanista, e ha scelto la mitica numero tredici in onore dell’ex capitano; non è da escludere che Federico Marchetti stia mettendo in atto un’opera di persuasione, i due hanno giocato insieme all’Albinoleffe e il portiere è il padrino di Michele, uno dei due figli di Peluso.
Tutti indizi che lasciano ben sperare in vista di un ritorno in biancoceleste, una situazione che si era un po’ raffreddata nelle ultime settimane, ma le difficoltà riscontrare nell’arrivare a Federico Balzaretti hanno riproposto il giocatore della Dea. In realtà su Peluso si è cercato di far calmare le acque, mentre il suo agente Beppe Bozzo lavorava sottotraccia alla ricerca della soluzione più adatta.
Peluso-Lazio: una situazione in divenire, una trattativa tutt’altro che semplice, ma che può portare al tanto agognato ritorno. Il diretto interessato continua ad allenarsi nel ritiro di Rovetta con i suoi compagni, con la consueta professionalità, aspettando il suo destino. Nel frattempo lancia il suo personale social network, “soccerplanet.it”, un portale dedicato ai calciatori dove è possibile scambiarsi informazioni di vario tipo, soprattutto logistiche. Per questo viene chiamato il “Mark Zuckerberg del calcio”, la Lazio ci spera, il ritorno è cosa buona e giusta.