GARBAGE TIME - Zoran Ban, l'imitazione tarocca di Alen Boksic

07.10.2012 11:00 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi - Lalaziosiamonoi.it
GARBAGE TIME - Zoran Ban, l'imitazione tarocca di Alen Boksic

Il calcio è divertimento, è passione, è agonismo, talvolta può fungere da ancora di salvezza. Il caso più eclatante può essere rappresentato da Leo Messi, che superò una grave forma di nanismo grazie alle cure del Barcelona. Di casi simili ce ne sono molti dei più vari, poi c’è chi, grazie al calcio, è riuscito a fuggire dagli orrori della guerra. Africa, Sudamerica, Balcani. E’ proprio da qui che proviene il nostro eroe, al quale il destino ha voluto assegnare un’opportunità importante. Lui si chiama Zoran Ban, detto così tutto d’un fiato sembra  il nome di un fumetto ma fu uno dei grandi rimpianti prima della Juventus, poi del Pescara che sperava di essersi assicurato il salto di qualità con il suo ingaggio.

STUPORE- Quando Ban mise piede per la prima volta in Italia, sembrava un bambino in un negozio di giocattoli nella settimana pre natalizia. “Andavo in giro in Cinquecento e mi sembrava di viaggiare in Rolls Royce; ci vuole poco per toccare il cielo con un dito”. Così il lungagnone croato ricorda il suo passaggio in Italia, nel top del top, nella Juventus di Giovanni Trapattoni. La Vecchia Signora tentò di acquistare un certo Alen Boksic, centravanti fenomenale dell’Olympique Marsiglia che di lì a poco andrà a conquistare la Champions League. Il croato andò alla Lazio, e così i bianconeri si dovettero accontentare di quello che veniva considerato come la sua naturale controfigura. Fu prelevato dal Rijeka, dopo essersi messo in luce con una splendida doppietta in un derby con la Dinamo Zagabria. In un complesso giro di punte che si creò in quella torrida estate del 1993, la Juventus vinse la concorrenza dell’Atletico Madrid, sborsando poco meno di 1 miliardo di lire. Trapattoni gongolò, ma ben presto si accorse del pacco. Centottantasei centimetri di (poca) classe, un mancino che il Trap paragonava a quello di Ravanelli, Ban si mise in luce per una macchinosità estrema nei movimenti ed una scarsa attitudine alla finalizzazione. “Per me e’ già’ un grande onore passare dalla tribuna alla panchina. Se poi dovessi anche giocare sarebbe il massimo”, queste furono le sue prime parole in bianconero. La tecnica non era di prim’ordine, poi un atteggiamento non propriamente da vincente ha contribuito alla materializzazione del bidone nella sua massima essenza. Sei presenze totali di cui nessuna in campionato, nessun gol. Lui sorrideva, nonostante tutto, meglio la tribuna con la Juve che la guerra in Croazia. Ma il suo sogno era destinato a sfumare di lì a poco.

BAN-NATO La Juventus lo cestinò dopo una sola stagione. Niente più tribune prestigiose per lui, bensì la panchina del Belenenses, modesta compagine del campionato portoghese. Due altalenanti stagioni in Portogallo (la seconda al Boavista), convinsero il ds del Pescara Iaconi a regalarlo a mister Delio Rossi. Un innesto di qualità, in ogni modo uno scarto della grande Juve di Trapattoni. Il Pescara disputò un’ottima stagione, piazzandosi in sesta posizione. La squadra fu trascinata da un immenso Federico Giampaolo, autore di 16 reti. Al suo fianco esplodeva un giovane Massimo Margiotta e Ban? Nove presenze, errori ed orrori, i tifosi non attendevano il nuovo Boksic, ma perlomeno un attaccante da una decina di gol. Macchè, il gigante buono festeggiò solo il 15 giugno, ultima giornata di campionato, in un’inutile Pescara-Padova. Il Delfino perse la partita e…la scommessa. La stagione seguente il ragazzo esplose, al Mouscron. In Belgio sul finire dei ’90 era una delle stelle del campionato. Il Foggia di Giannini lo corteggiò nel 2004, iniziò bene in C, ma alcuni problemi di salute occorsi alla moglie Sanjia lo allontanarono definitivamente dal calcio e dall’Italia. Di lui restano solo alcuni ricordi sbiaditi: l’emozione di vestire bianconero, il sogno di un ragazzo sfuggito alla guerra, un gol inutile all’Adriatico e l’eterna etichetta di sosia di Boksic, decisamente tarocco.